Iniziativa della $inistra contro l’esercito
Nei prossimi mesi i cittadini svizzeri saranno chiamati a votare sull’iniziativa che chiede lo smantellamento del nostro esercito di milizia.
Si tratta dell’ennesimo tentativo in questo senso fatto dalla $inistra partito dei sindacalisti. I quali sindacalisti spiegheranno alle 750 persone che lavorano per l’esercito solo in Ticino, e alle svariate migliaia che grazie ad esso si guadagnano la pagnotta tramite prestazioni e forniture, che, se vincerà la loro iniziativa, dovranno andare in disoccupazione prima ed in assistenza poi. Auguri!
Naturalmente, e questo è un punto su cui continueremo ad insistere, il voto popolare non riguarderà “solo” (come se si trattasse di poca cosa…) l’esercito in quanto tale. A proposito, le alternative di fantomatici eserciti di volontari sono, chiaramente, delle panzane. Le nazioni che sono passate a queste formule, si sono trovate costrette a reclutare nei bassifondi, tra i galeotti, e tra i disoccupati incollocabili. E in Svizzera il 70% dei detenuti è pure straniero…
Assieme all’esercito si vuole smantellare una di quelle specificità svizzere che stanno tanto sullo stomaco agli eurobalivi, non eletti da nessuno. Eurobalivi che si scandalizzano perché i cittadini svizzeri, invece di dar retta alla $inistra delle frontiere spalancate ed al Consiglio federale, si ostinano a voler conservare le proprie caratteristiche, la propria sovranità e la propria indipendenza. E non ne vogliono sapere di farsi dissolvere nell’immondo calderone UE.
Tra queste caratteristiche c’è l’esercito di milizia, il cittadino soldato con anche l’arma d’ordinanza in casa. Scelte di libertà e di responsabilità. Scelte che caratterizzano un rapporto di fiducia tra cittadino e Stato. Che nell’UE degli Stati bancarottieri e dal fisco predatorio non esiste. Scelte precise, volute, e di recente riconfermate. Ma la $inistra, della volontà popolare si fa un baffo. Non era forse stata la per fortuna ex ministra degli esteri P$, Micheline-Dimitri Calmy Rey, a minacciare che, se i cittadini elvetici non avessero accettato l’ennesimo accordo internazionale capestro, si sarebbe rivotato fino a quando dalle urne non fosse uscito un sì?
Ma tra queste caratteristiche c’è anche la milizia tout-court, riferita non solo all’esercito, ma anche ad altri ambiti. Prima tra tutti la politica. Ed infatti sempre la $inistra vorrebbe eliminare anche la figura dei parlamentari di milizia. Quel che ci aspetterebbe se si percorresse questa strada, lo vediamo bene guardando a Sud, alla vicina Penisola: la creazione della casta, gli intoccabili e strapagati, i vari Fiorito.
Una cosa è certa: se crolla l’esercito di milizia crolla anche la milizia. E allora povera Svizzera.
Tempistica non casuale
Anche la tempistica dell’iniziativa non è casuale. La Svizzera è continuamente sotto attacco da parte di Stati esteri sull’orlo del baratro e di associazioni sovranazionali che, alla disperata ricerca di denaro, grattano il fondo del barile. Costoro si accaniscono contro la Confederazione perché sanno che i soldi ci sono e che non c’è un governo a difenderli.
Sventare questo scandaloso assalto alla diligenza deve essere la prima priorità della politica federale. E cosa si propone ora? Di smantellare l’esercito proprio quando siamo bersaglio di una guerra economica. A cosa porterebbe una simile operazione, chiunque è in grado di capirlo. Perfino la $inistra, che l’ha voluta proprio per questo. Smantellare l’esercito per spalancare le porte all’Anschluss da parte dell’Unione europea.
Lorenzo Quadri
CN Lega