Il tesoretto nelle casse cantonali si gonfia – urgente intervenire sui single

 

Ohibò, le finanze cantonali sono in nero, in profondo nero. Gli attivi si cumulano dal 2017. Più 80.4 milioni (invece di un deficit preventivato di 33.7) in quell’anno, più 137.2 milioni per il 2018 (quando a preventivo c’era un attivo di 7.5 milioni) mentre per i primi quattro mesi del 2019  già si registra un surplus di 73 milioni.

Detto in altri termini, nelle casse pubbliche cresce il tesoretto, mentre le tasche dei cittadini si fanno sempre più vuote.

Di conseguenza, è tempo non solo di pensare, ma anche di praticare gli sgravi fiscali dopo 15 e più anni di colpevole immobilismo. Immobilismo causato dalla partitocrazia del “tassa e spendi” ostaggio compiacente dei $inistrati. Per i kompagni, lasciare nelle tasche del solito sfigato contribuente qualche franchetto in più, non certo rubato ma frutto del suo lavoro, è un reato. Non sia mai che poi lo Stato abbia a disposizione meno soldi per mantenere stranieri o per finanziare un’amministrazione pubblica costosissima ed elefantesca che passa il tempo ad inventarsi il lavoro.

Perché le altre due ruote del triciclo sono ostaggi compiacenti? Chiaro: i tesoretti nei conti statali fanno comodo ai politicanti dei partiti storici, così da poterli distribuire (in assunzioni, appalti, acquisti, ecc) in cambio di voti.

Tabù per 15 anni

Per oltre 15 anni, dunque, il partito trasversale del tassa e spendi ha trasformato gli sgravi fiscali in un tabù. Nel frattempo la competitività fiscale ticinese è precipitata. Il rischio è quello di perdere i migliori contribuenti, che potrebbero partirsene per altri lidi. Ma anche il potere d’acquisto del ceto medio è precipitato. I premi di cassa malati in continuo aumento – negli scorsi giorni è arrivato l’annuncio della probabile ennesima stangata – sono di fatto un prelievo fiscale, visto che tutti sono obbligati a pagare. Idem il canone radioTV più caro d’Europa.

Nel giugno 2018…

Sulle aliquote delle persone giuridiche si interverrà per forza, dopo l’approvazione della riforma “fisco-sociale” federale in votazione popolare lo scorso 19 maggio. E’ chiaro che occorrerà fare in modo di avvantaggiare le imprese che assumono ticinesi.

Ma non ci si può dimenticare delle persone fisiche, specie del ceto medio e dei single.

Al proposito, nel giugno dello scorso anno (quindi non secoli fa) il triciclo PLR-PPD-P$ in Gran Consiglio ha affossato l’iniziativa parlamentare generica Canonica che chiedeva una fiscalità più equa per le persone singole, seguendo lo striminzito rapportino redatto dalla deputata PLR Natalia Ferrara, attualmente candidata al Consiglio nazionale. Solo i deputati di Lega ed Udc, ed un paio di liberali, sostennero l’iniziativa.

Colmo dei colmi, a pochi mesi di distanza, in occasione delle elezioni cantonali dello scorso aprile, gli stessi politicanti che hanno votato contro l’iniziativa Canonica hanno avuto la tolla di evocare –  a solo scopo di campagna elettorale e pensando di far fessi i votanti – gli sgravi fiscali ai “single”.

La resa dei conti

Adesso i nodi vengono al pettine. L’ammontare del tesoretto non permette più di tergiversare. Pare che prima di metà luglio potrebbe uscire il messaggio del CdS con una proposta di sgravi. Si vedrà quanti e per chi. Ma è evidente che quelli che, per farsi campagna elettorale in aprile, si sono riempiti la bocca con gli sgravi ai single ed al ceto medio, e questo dopo averli sempre avversati, non potranno tirarsi indietro.

Lorenzo Quadri