Ultimo appello a sostegno dell’iniziativa contro il canone: sì alla libertà di scelta

Finalmente oggi si vota sull’iniziativa No Billag. Una votazione che arriva dopo mesi di lavaggio del cervello alla popolazione ad opera dei contrari alla “criminale” iniziativa. Una campagna martellante, decisamente degna di miglior causa. Una campagna condita di isterismi, di ricatti, di fake news, di scenari apocalittici partoriti dall’establishment schierato al gran completo e – fatto grave! – dalla stessa TV di Stato. La RSI ha infatti gettato nel water il mandato di servizio pubblico per darsi alla più sfrontata propaganda pro-saccoccia.

A ciò si aggiunge la rabbiosa agitazione dei dipendenti della RSI sui social, impegnati a dispensare insulti ed insinuazioni a destra e a manca, con il capo dell’informazione che ha definito dei “Göbbels” i sostenitori dell’iniziativa, accostandoli così ai gerarchi nazisti. E per questo genere di “servizio pubblico” dovremmo pagare il canone più caro d’Europa?

Abbiamo visto i $ignori della partitocrazia, tutti assieme appassionatamente, difendere l’emittente di regime montando la panna sui posti di lavoro. Proprio loro, che degli impieghi dei ticinesi se ne sbattono, ed infatti hanno appena rottamato la preferenza indigena per non ostacolare l’invasione di frontalieri!

Imbrattano la proprietà pubblica

Naturalmente i cosiddetti “amici della RSI”, capitanati da ospiti fissi della TV di Stato, hanno pensato bene di tappezzare il Cantone di striscioni (quanti abusivi?) e di imbrattare la proprietà pubblica con adesivi (tutti abusivi) incollati perfino sulle porte degli stabili comunali dove si trovano i seggi. Alla faccia del rispetto della democrazia e della proprietà pubblica! Va da sé che le spese di pulizia vanno fatturate agli “amici della RSI”, dato che hanno soldi da spendere. Ma l’impostazione che sta dietro queste iniziative è chiara: cose di tutti, cose di nessuno. Allo stesso modo i soldi di tutti – ad esempio quelli del canone – sono considerati, da costoro, soldi di nessuno. Pertanto, secondo i signori dell’establishment, possono venire tranquillamente sperperati per foraggiare gli amici degli amici. Cosa che in effetti accade, dal momento che il canone è stato trasformato in una gigantesca mangiatoia a cui attingono le categorie più disparate.

Colpito nel segno

Le reazioni fuori di testa da parte di contrari al No Billag dimostrano che l’iniziativa ha colpito nel punto più sensibile della partitocrazia. Cioè nelle cadreghe. Lorsignori  si riempiono la bocca con il “servizio pubblico” (che fa tanto politikamente korretto), tentando di nascondere che la SSR il servizio lo fa alla casta, con i soldi dei cittadini. E’ servizio pubblico al contrario. Ed infatti la partitocrazia difende a spada tratta la TV di Stato trattandosi di un suo strumento di propaganda e di conservazione del potere. La SSR non è affatto “indipendente dallo Stato” come qualcuno, prendendo la gente per scema, vorrebbe far credere. La SSR è lo Stato. Il Potere. L’Establishment. Il megafono del pensiero unico: frontiere spalancate, multikulti, sudditanza all’UE, fango sugli odiati “populisti di destra” (mentre ai populisti di $inistra slinguazzate ad oltranza), eccetera.

Senza l’iniziativa…

Senza l’iniziativa No Billag non ci sarebbe stato alcun abbassamento del canone a 365 Fr (vedremo però quanto durerà questa mossa da campagna elettorale, dopo che l’iniziativa verrà respinta). Senza l’iniziativa No Billag non ci sarebbe stato uno straccio di dibattito sulla SSR e sul “servizio pubblico” radiotelevisivo. Adesso tutti ammettono che servono riforme profonde (e le promettono pure). Prima del No Billag, ma guarda un po’, lo si negava ad oltranza! Ma sono tutte promesse da marinaio. Chi le ha fatte aspetta solo l’occasione per rimangiarsele. E, di questo possiamo stare certi, se il Sì non passerà in Ticino, o se comunque non otterrà un percentuale importante, a Comano l’andazzo attuale andrà avanti ad oltranza. La RSI non ha alcuna volontà di cambiamento. Autocritica è un termine sconosciuto. La RSI è già stata bocciata dalla popolazione ticinese nel 2015, con la votazione sulla nuova legge sulla radioTV. Cosa ha fatto per correggersi? Nulla! E’ andata avanti con la consueta faziosità ed arroganza, impipandosene allegramente di quello che pensa il pubblico, che deve solo pagare e tacere. E che il popolazzo becero non osi alzare la testa davanti all’emittente dei “potenti”!

La posizione di monopolio della SSR, inoltre, nuoce alla pluralità dell’informazione e alla democrazia.

Paga chi non consuma?

Nell’era della rivoluzione digitale, non è più pensabile che i cittadini siano costretti a pagare il canone più caro d’Europa per una radioTV di cui non usufruiscono, o usufruiscono in misura minima. Lo stesso direttore generale della SSR ha ammesso che un canone obbligatorio è sempre più difficile da giustificare. I giovani la RSI non la guardano più. Il principio del “chi consuma paga” vale per tutti, viene applicato perfino ai servizi di base al cittadino (vedi raccolta e smaltimento rifiuti), ma non vale per l’emittente di propaganda della casta? Quella, il cittadino è costretto a pagarla “a prescindere”? E perché mai? Non è così che funziona. L’attuale sistema è un relitto del passato. Viene mantenuto artificialmente in vita solo perché è nell’interesse dell’establishment; non certo dei cittadini. Se la SSR non esistesse già da 80 anni, nessuno si sognerebbe di inventarla oggi. La Tv di Stato è un morto che cammina.

C’è ancora qualche ora…

La storiella poi che, pur nel quadro di un No a livello federale a No Billag, un Sì ticinese porterebbe ad un drastico taglio della quota parte di canone di cui beneficia la RSI, è l’ennesimo squallido ricatto. La casta se l’è inventato quando si è accorta che la percentuale ticinese di Sì  poteva essere superiore (anche in modo importante) alla media nazionale. Ma, se c’è un canone obbligatorio, i ticinesi dovranno continuare a pagarlo come tutti gli altri svizzeri, indipendentemente dall’esito del voto sul No Billag a livello cantonale.  Di conseguenza, avranno diritto anche alle stesse prestazioni dei loro concittadini d’Oltregottardo.

C’è ancora qualche ora di tempo per votare Sì a No Billag. Fatelo, altrimenti tutte le promesse di cambiamento e di riforma che abbiamo sentito nelle scorse settimane verranno cancellate con un colpo di spugna.

Lorenzo Quadri