Tanto per una volta che a Berna propongono qualcosa anche per gli automobilisti…
Il 12 febbraio i cittadini svizzeri saranno chiamati a votare anche sul fondo FOSTRA. Voteranno non perché sia stato lanciato un referendum contro la proposta, ma perché essa necessita di una modifica costituzionale per entrare in vigore.
Il FOSTRA è il “borsello” che le camere federali hanno deciso di creare per il finanziamento delle strade nazionali e dei programmi di agglomerato. Si tratta di un fondo analogo a quello già approvato dal popolo nel 2014 per la ferrovia. Già questo sarebbe di per sé un buon motivo per votare il FOSTRA: la strada e la rotaia, per una volta, vengono messe sullo stesso piano. Questo in barba alla logica imperante e politikamente korretta della “ferrovia buona” contrapposta alle “automobili cattive”.
Compromessi
Dei tre temi federali in votazione il 12 febbraio – gli altri due sono la riforma fiscale III per le imprese e le naturalizzazioni agevolate per i giovani stranieri di terza generazione – il FOSTRA è forse il meno “sexy”. Nel senso che non lascia molto spazio alle grandi battaglie di principio (come possono essere quelle sulla fiscalità o sulle naturalizzazioni) e soprattutto è il frutto di vari compromessi. Merita però di venire sostenuto, per quanto non entusiasmi in ogni suo aspetto. Cominciamo dal punto dolente: il FOSTRA, inutile schivare l’oliva, prevede un aumento del prezzo della benzina. Di 4 centesimi al litro. Anche questo è un compromesso: inizialmente ne erano stati proposti 6. Ovviamente, tale prospettiva non ci fa saltare di gioia, essendo gli automobilisti già tartassati a sufficienza (vedi l’iniziativa della mucca da mungere, su cui si tornerà).
Frontalieri
Altra questione implicita nel FOSTRA che potrebbe far aggrottare qualche sopracciglio. Esso serve a finanziare l’esercizio e la manutenzione delle strade nazionali, come pure all’eliminazione dei cosiddetti colli di bottiglia. Sappiamo che sulle autostrade svizzere ogni anno si registrano circa 20mila ore di coda. Che costano care: circa 1.6 miliardi di franchi. Sappiamo anche però, almeno per quel che riguarda il nostro Cantone, dove va cercata la causa delle interminabili colonne. E sappiamo anche cosa fa esplodere i costi di manutenzione. L’invasione quotidiana di frontalieri e padroncini. Quindi, sì al FOSTRA, ma bisognerà anche darsi da fare per chiamare alla cassa – in base al tanto decantato principio di causalità – chi questi costi straordinari alla nostra rete stradale li crea; chi la intasa per ore ogni santo giorno. Ovvero le targhe azzurre. Leggasi introduzione di una tassa ad hoc per i frontalieri. Da qui, per conto nostro, non si scappa.
La mini-mucca
Detto di questi due aspetti non entusiasmanti, per il resto la strada del FOSTRA (tanto per restare in tema) è in discesa.
Nel senso che esso, a compensazione dell’aumento del prezzo della benzina, prevede comunque una sorta di “mini-mucca da mungere”. Oggi il 50% dell’imposta sugli oli minerali, che grava benzina e diesel, finisce nel calderone delle casse generali della Confederazione: quindi con le tasse riscosse dagli automobilisti si mantengono, ad esempio, i finti rifugiati. Mentre il restante 50% è vincolato a compiti nell’ambito del traffico stradale. Ebbene con il FOSTRA il 50% vincolato aumenterà del 10%. Quindi un po’ più – circa 250milioni di Fr all’anno – di soldi prelevati agli automobilisti verranno spesi per la strada. Meglio che un calcio nelle gengive.
Programmi d’agglomerato
Tramite il FOSTRA, se il popolo lo approverà, verranno inoltre finanziati i programmi d’agglomerato. Ossia quei programmi che servono per sgravare gli abitati dal traffico e per finanziare piste ciclabili, corsie dei bus, percorsi pedonali, tram, eccetera. Senza il FOSTRA, le sovvenzioni federali ai progetti di agglomerato si esaurirebbero rapidamente. Molte opere non potrebbero venire realizzate.
Inoltre con il FOSTRA circa 400 km di strade cantonali diventerebbero di proprietà della Confederazione, sgravando così i Cantoni (Ticino compreso) che disporrebbero, di conseguenza, di maggiori risorse.
I talebani strillano
A dimostrazione della validità del FOSTRA, anche il fatto che gli estremisti ro$$overdi si sono già messi a starnazzare. Il ritornello è sempre lo stesso: lo svuotamento delle casse pubbliche. Eh già: investire nella rete viaria – che è un servizio pubblico – e nei progetti d’agglomerato significa, secondo i kompagnuzzi, derubare lo Stato. E invece sperperare miliardi pubblici per i finti rifugiati, quelli che secondo la $inistra “devono entrare tutti”, non significa svuotare le casse pubbliche, nevvero?
Il fatto che ad opporsi istericamente al FOSTRA rimanga solo chi ha fatto della criminalizzazione degli automobilisti il proprio dogma, basterebbe di per sé a dimostrare che il progetto merita di venire sostenuto. Quindi il prossimo 12 febbraio votiamo Sì.
Per una volta la Confederazione prevede di fare qualcosa anche per la mobilità privata, di solito demonizzata. Si tratta di un’occasione più unica che rara. Non è certo il caso di farsela scappare.
Lorenzo Quadri