La politica delle frontiere spalancate è una calamità. Lo è in particolare per il Ticino. Questa politica ha avuto e continua ad avere effetti devastanti sul lavoro, sulla sicurezza, sulla viabilità, sull’inquinamento. E anche sui costi dell’alloggio: sì, perché gli eccessi migratori fanno crescere anche la domanda di appartamenti e, con essa, i prezzi. Di conseguenza, grazie all’immigrazione scriteriata, gli svizzeri meno abbienti si trovano in difficoltà nel trovare degli appartamenti. E poi i vari rappresentanti delle associazioni degli inquilini, naturalmente tutti esponenti del P$ spalancatore di frontiere e addirittura fautore dell’adesione della Svizzera alla fallita Unione europea, hanno ancora il coraggio di lamentarsi! Quando i primi corresponsabili sono proprio loro. 80mila nuovi abitanti in più all’anno significano infatti in media 34’500 appartamenti. Ma significano anche 42’000 auto. Eppure gli ecologisti, tranne i Verdi ticinesi, non riescono a staccarsi dal pernicioso internazionalismo tipico della $inistra  politikamente korretta, con la puzza sotto il naso ed i piedi al caldo.

Altamente qualificati?
In queste settimane i politici fautori della devastante libera circolazione delle persone, ormai in fibrillazione, raccontano un sacco di panzane nel tentativo di difendere l’indifendibile. Una delle scempiaggini più gettonate è quella dell’immigrazione “altamente qualificata” di cui il nostro paese avrebbe bisogno.
Uella, direbbe qualcuno: la Svizzera, che dispone delle migliori università del mondo, avrebbe dunque bisogno di importare “persone altamente qualificate” che hanno studiato in paesi falliti a noi vicini dove i diplomi si comprano?
Ma sono soprattutto le cifre a contraddire tale assurda – per quanto diffusa – storiella. Il 23% degli stranieri UE arriva in Svizzera a seguito di ricongiungimento familiare. In genere, quindi, nemmeno lavora: spesso è carico della collettività. Altro che “altamente qualificati”. Oltre a questo 23%, il 5% arriva in cerca d’impiego. Per il resto, il livello di formazione come pure le attività professionali dei migranti UE, e dei frontalieri in particolare, sono simili a quelle dei residenti. Quindi questi immigrati non rispondono a nessuna esigenza dell’economia elvetica, per non dire di quella ticinese. Semplicemente, si sostituiscono ai residenti nelle assunzioni. La realtà è una sola, e l’esempio ticinese è lì a dimostrarlo: la Svizzera non ha alcun bisogno della libera circolazione delle persone per procurarsi la forza lavoro straniera che le serve. Ad esempio, i 30mila frontalieri sopportabili per l’economia ticinese c’erano anche prima della libera circolazione delle persone.

Ma quale “ricchezza”??

Altrettanto patetica la storiella dell’”immigrazione uguale ricchezza”, frase fatta che manda in visibilio il PLR Burkhalter e soci.

Punto primo: non è vero che gli stranieri sono necessari per finanziare le nostre assicurazioni sociali; è vero il contrario, dal momento che l’immigrazione non copre nemmeno i suoi, di costi sociali.

Punto secondo: certo che il PIL svizzero è aumentato con le frontiere spalancate, visto che tra gli immigrati c’è chi lavora e quindi produce. Ci mancherebbe che nessuno di loro lavorasse. Ma la ricchezza pro-capite non è affatto aumentata. Quindi siamo ben lungi dall’essere diventati più ricchi grazie all’immigrazione, anzi!

Esplode la criminalità straniera

“Stranamente”, poi, i sostenitori della devastante libera circolazione delle persone non toccano mai il capitolo della sicurezza. Ovvio. Se nel 1984 nel nostro paese il 70% dei condannati era svizzero e il 30% straniero, grazie alle frontiere spalancate la delinquenza importata è esplosa. Oggi a livello nazionale il 60% dei condannati adulti è straniero e il 40% svizzero. Ma gli stranieri sono, a livello nazionale, il 23% della popolazione! Il 23% della popolazione commette quindi il 60% dei reati acclarati. E la percentuale di stranieri, per la serie “ma tu guarda i casi della vita” aumenta in modo esponenziale tra gli autori di crimini violenti. Ma come, gli stranieri che delinquono non dovevano essere tutta un’invenzione della Lega populista e razzista?

Aggiungiamo pure che nel 2012 il 76% degli ospiti della Stampa erano stranieri ed abbiamo così un bel quadretto. Senza contare che le naturalizzazioni facili mascherano ulteriormente la portata della criminalità d’importazione, poiché il naturalizzato che delinque viene conteggiato tra gli svizzeri. A Balerna un 22enne kosovaro coinvolto in faide combattute a colpi di machete ha avuto non solo il coraggio di domandare il passaporto rosso, ma addirittura di presentare ricorso, tramite avvocato PPD, contro la decisione negativa (e ci sarebbe mancato altro…) del Consiglio comunale! Ma avanti, apriamoci sempre di più perché, come dice il presidente di turno della Confederazione Burkhalter, “Bisogna aprirsi”!

Modello svizzero

Come vent’anni fa con l’adesione all’UE, gli avversari dell’iniziativa Contro l’immigrazione di massa, e quindi fautori della devastante libera circolazione delle persone, non hanno frecce al proprio arco. Sicché giocano la carta del terrorismo. “Non gettiamo a mare il modello svizzero”, declamano. Ennesimo autogoal: il modello svizzero lo abbiamo buttato a mare con gli Accordi bilaterali. E’ ampiamente tempo di recuperarlo. Il 9 febbraio votiamo SI all’iniziativa Contro l’immigrazione di massa!

Lorenzo Quadri
CN Lega