La votazione del 27 settembre è fondamentale per l’agricoltura e per i prodotti a km zero
In votazione il prossimo 27 settembre ci sarà anche la nuova legge sulla caccia. Certo un tema meno decisivo per il futuro della Svizzera rispetto, ad esempio, all’iniziativa “per la limitazione” (tutti a votare Sì!). Ma che tuttavia riveste grande importanza per l’agricoltura; ed in particolare per quella di montagna. Come ha fatto notare qualcuno, gli avversari della nuova legge sono per lo più animalisti “urbani” che vivono dunque in un contesto assai diverso.
E’ anche curiosa la scelta dell’immagine propagandistica del fronte del No, che mostra una lince nel mirino. Questo quando il parlamento ha già espressamente escluso dalle specie “regolabili” per l’appunto le linci, i castori, gli aironi cenerini e gli smerghi maggiori.
Rimane specie protetta
L’attuale legge sulla caccia risale al 1986, ma nel frattempo il mondo è cambiato. Nel 1986 di lupi in Svizzera non ce n’erano. Mancavano da oltre un secolo. Dal 1995 sono tornati, e si sono moltiplicati rapidamente. Adesso fanno danni. Tanti. Ogni anno uccidono circa 500 tra pecore e capre. Curiosamente il destino di questi ovini, che da millenni accompagnano l’uomo, non sembra interessare gli animalisti lupofili.
La nuova legge non autorizza il “fuoco libero” sul lupo. Il lupo rimane specie protetta, come previsto dalla Convenzione di Berna del 1979. Anche con la nuova legge, il numero di lupi presenti in Svizzera è destinato comunque ad aumentare. E a decidere su eventuali regolazioni (ma chiamiamole pure abbattimenti: le parole – a differenza dei grandi predatori – non mordono) di singoli esemplari saranno i Cantoni, previo il benestare della Confederazione. Non saranno né i contadini né i cacciatori ad imbracciare il fucile a propria discrezione!
Uno degli obiettivi della legge è quello di evitare che i lupi perdano il timore nei confronti dell’uomo. Già, perché questo grande predatore non è pericoloso solo per capre e pecore. Lo è anche per gli esseri umani. Nei secoli scorsi, i bambini venivano divorati dai lupi. Non sono solo favole. La cattiva fama del lupo non nasce dal nulla. Neppure le fiabe che lo vedono protagonista negativo.
Recinti?
Porta a poco ripetere ad oltranza il ritornello dei recinti e dei cani da pastore per difendere le greggi. Il lupo impara ad eludere queste misure. Infatti vengono attaccate anche delle greggi protette. Ma proprio la nuova legge impone ai contadini di prendere dei provvedimenti a protezione dei loro animali. Altrimenti, in caso di predazioni, non potranno chiedere risarcimenti (adesso non è così).
Animali selvatici più protetti
Fatto è che il futuro dell’agricoltura di montagna è minacciato, e dipende anche dalla votazione sulla nuova legge sulla caccia. Pertanto, fa specie che a scagliarsi contro di essa sia proprio chi, in altri contesti, giustamente sostiene il “kilometro zero” ed i “prodotti del territorio”.
E fa specie che cerchie animaliste combattano una legge che accoglie parecchie delle loro richieste. Ad esempio, che prevede la creazione di circa 300 vie di attraversamento (stradale e ferroviario) per la selvaggina. Ma come: da anni i verdi ci fanno la testa come un lampione proprio su questi attraversamenti. Però adesso vogliono affossare la legge che li prevede?
Altra contraddizione: la nuova legge sulla caccia migliora la protezione di una serie di animali selvatici. E prevede, tra l’altro, che i cacciatori siano tenuti a dimostrare regolarmente le loro capacità di tiro e a cercare gli animali feriti.
Votiamo Sì
Il 27 settembre votiamo Sì alla nuova legge sulla caccia: essa permette una gestione razionale del lupo (che rimane specie protetta), dà un futuro alla nostra agricoltura di montagna ed ai suoi prodotti pregiati a “chilometro zero”, ed in più migliora la protezione di varie specie selvatiche.
Lorenzo Quadri