Il Prof. Eichenberger torna alla carica, ed i camerieri dell’UE vanno in panico
Al proposito da fine aprile 2016 è prendente a Berna la mozione Quadri
La partitocrazia spalancatrice di frontiere, appoggiata dalla stampa di regime, non ne vuole sapere di limitare l’immigrazione, ed in particolare quella dai paesi UE. In Svizzera “devono entrare tutti”, altrimenti i padroni di Bruxelles si indispettiscono (uhhhh, che pagüüüüüraaa!).
Altri Stati UE si comportano in modo ben diverso. E molti esperti di economia e di politica sono ormai convinti che la libera circolazione delle persone senza limiti, così come la conosciamo ora, sia ormai al capolinea.
La legge-ciofeca che non applica il “maledetto voto” del 9 febbraio non serve ad un flauto traverso. Non farà diminuire l’immigrazione di una singola unità. Essa costituisce infatti una calata di braghe integrale davanti all’UE. E sull’invasione di frontalieri in Ticino avrà effetto pari a zero.
Toccare nel borsello
Che il compromesso-ciofeca sarà assolutamente inutile l’ha capito anche il PPD, il quale, dopo avergli spianato la strada a Berna quando avrebbe potuto silurarlo, si è poi inventato le mozioni per chiedere di verificarne l’efficacia e blablabla. Tutti fumogeni, sparati nel disperato tentativo di rifarsi una verginità agli occhi degli elettori svergognatamente traditi. Stesso discorso per la pagliacciata del referendum cantonale annunciata dal neo presidente del PPD ticinese.
Come fare, dunque, per limitare l’immigrazione nell’attesa dell’iniziativa popolare che abolisca la libera circolazione delle persone? Sul tema torna ad esprimersi il prof. Reiner Eichenberger dell’Università di Friburgo. Lo fa in una recente intervista alla Berner Zeitung.
Coprire i costi
Eichenberger propone di introdurre una tassa di soggiorno aggiuntiva per gli immigrati nei primi tre anni. Una tassa che l’economista quantifica in un importo tra i 12 e i 15 Fr al giorno. Ciò equivale ad una spesa annua per immigrato compresa tra i 4000 ed i 5000 franchi. Eichenberger calcola che in questo modo nelle casse federali confluirebbero tra i 2 ed i 2.5 miliardi di franchi.
La tassa, aggiunge ancora l’economista friburghese, si baserebbe sui costi generati dall’immigrazione e sarebbe uguale per tutti, indipendentemente dal reddito. L’obiettivo è di scoraggiare soprattutto l’immigrazione nello Stato sociale. Ricordiamo infatti che nel 2016 solo il 47% di quanti sono immigrati in Svizzera lo hanno fatto per lavorare.
Tassa per frontalieri
Se la tassa quotidiana sia il sistema di prelievo più adeguato non sappiamo. Il buon Eichenberger lo scorso anno aveva però anche proposto l’introduzione di una tassa d’entrata per i frontalieri. Un’opzione che come ticinesi ci interessa particolarmente. A tal proposito, chi scrive ha depositato una mozione in Consiglio nazionale che chiede proprio l’introduzione della tassa in questione. L’atto parlamentare data della fine di aprile dello scorso anno. Non è ancora stato trattato dalla Camera. Ma naturalmente il Consiglio federale (cameriere dell’UE) si è già premurato di formulare le proprie osservazioni. E dice – ma chi l’avrebbe mai immaginato – che “sa po’ mia”, perché i padroni di Bruxelles non gradirebbero.
Non è l’ultimo bambela
Ora, si dà il caso che Eichenberger non sia proprio l’ultimo bambela arrivato. Come detto, l’uomo insegna economia all’Università di Friburgo. Ha quindi una reputazione accademica da difendere. Non ha alcun interesse a sputtanarsi con sparate prive di fondamento. Ergo, se il buon Reiner dice che introdurre una tassa d’entrata per i frontalieri “sa pò”, e che anche introdurre una tassa aggiuntiva per gli immigrati “sa pò”, ci sono fondate ragioni per ritenere che sia proprio così.
E c’è anche motivo per fidarsi di quello che dice Eichenberger piuttosto che bersi le fregnacce di un Consiglio federale affetto da calabraghismo compulsivo cronico. Un Consiglio federale che solo a sentire la parola UE si abbassa i pantaloni ad altezza caviglia. Un Consiglio federale che, pur di ubbidire ai suoi padroni di Bruxelles, getta nel water la volontà dei cittadini e stupra quella Costituzione che ha giurato solennemente di rispettare.
Lorenzo Quadri