25 novembre: asfaltare la casta eurolecchina e ripristinare la democrazia diretta!
L’immonda ciofeca denominata “preferenza indigena light” è entrata in vigore ad inizio luglio. E non serve assolutamente ad un tubo. Come volevasi dimostrare!
Non che ci fossero dei grandi dubbi al proposito. Ma la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) di recente ha confermato che, da quando la legge di NON applicazione del “maledetto voto” del 9 febbraio è entrata in vigore, il numero di arrivi in Svizzera non solo non è diminuito, bensì è aumentato. Infatti nel periodo luglio-settembre 2018 sono arrivate oltre 5000 persone, quando negli stessi mesi dello scorso anno gli arrivi erano 4700.
Tra un anno…
Era infatti evidente anche ai paracarri che la preferenza indigena light non avrebbe fatto diminuire di una singola unità il numero degli immigrati. Sicché i politicanti che l’hanno sostenuta e votata a Berna, ovvero gli esponenti del triciclo PLR-PPD-P$$ alle Camere federali, hanno cancellato la volontà popolare. Compresi gli esponenti ticinesi del citato triciclo.
Il 70% dei cittadini del nostro Cantone ha votato l’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Tra un anno ci saranno le elezioni federali. Visto che quegli stessi parlamentari che hanno affossato la volontà del 70% dei ticinesi metteranno fuori la faccia per elemosinare voti, sarà bene ricordarsi delle loro prodezze.
Frontalierato
Del tutto inutile nella limitazione dell’immigrazione, la ciofeca denominata “preferenza indigena light” lo è anche nella lotta all’invasione di frontalieri. Infatti, ci piacerebbe davvero sapere quanti ticinesi sono stati assunti invece di frontalieri a seguito dell’obbligo imposto ai datori di lavoro di annunciare agli Uffici regionali di collocamento i posti vacanti. Obbligo tra l’altro limitato a quelle categorie professionali in cui il tasso di disoccupazione (calcolato secondo i dati farlocchi della SECO) a livello nazionale (!) supera una data percentuale. La risposta non può che essere una sola: ZERO!
Per contro, gli annunci di lavoro pubblicati in Ticino (anche da enti pubblici e parapubblici) finiscono in internet. Vengono quindi ripresi dai siti per frontalieri, andando a fomentare l’assalto alla diligenza.
Del resto, di recente le province italiche limitrofe hanno ammesso pubblicamente (capirai che scoperta) che senza le frontiere spalancate con il Ticino si troverebbero nella palta, con la disoccupazione raddoppiata. Il Ticino è la mucca da mungere.
L’iniziativa
Il 25 novembre i cittadini voteranno sull’iniziativa per l’autodeterminazione. Questa iniziativa prevede che il diritto costituzionale svizzero abbia la precedenza su accordi internazionali del piffero (“Prima la nostra… Costituzione”!).
Il “maledetto voto” del 9 febbraio 2014, quindi la preferenza indigena (“Prima i nostri”) ed i contingenti all’immigrazione, sono contenuti nella Costituzione. Però la partitocrazia spalancatrice di frontiere non li applica, perché essi entrerebbero in conflitto con la devastante libera circolazione delle persone (accordo internazionale).
Con l’iniziativa per l’autodeterminazione in vigore, la situazione si ribalterebbe: la preferenza indigena sarebbe applicata. Entra in urto con un accordo internazionale (libera circolazione?): l’accordo in questione va rinegoziato; qualora non fosse possibile, disdetto.
Prima del 2012
Va detto che la preminenza della nostra Costituzione sugli accordi internazionali, ovvero l’autodeterminazione chiesta dall’iniziativa, era prassi in vigore fino al 2012. Poi i legulei del Tribunale federale (supportati dai professorini multikulti delle facoltà di diritto) hanno rottamato la giurisprudenza precedente. Contrordine compagni! Gli accordi internazionali sono prioritari!
Questo in concreto cosa vuol dire? Vuol dire che tramite accordi internazionali si cancella la volontà popolare.Visto che gli accordi internazionali li conclude la casta spalancatrice di frontiere, siamo di fronte ad un vero e proprio golpe contro il popolo.
Oltretutto questi accordi internazionali del menga si “evolvono”, vale a dire allargano sempre più il proprio raggio d’azione… e i camerieri dell’UE in Consiglio federale “si adeguano”. Esempio lampante: il Diktat UE contro le armi dei cittadini onesti, che costituisce uno “sviluppo” del trattato di Schengen (tutti a firmare il referendum!).
Modello svizzero
La democrazia diretta è un elemento chiave del “modello di successo svizzero”. Quel modello con cui la partitocrazia ama sciacquarsi la bocca. Ma poi, all’atto pratico…
Con l’iniziativa “per l’autodeterminazione” si chiede di ripristinare la democrazia diretta. E con essa le basi del nostro Paese.
E non crediamo al solito terrorismo di regime ed agli squallidi ricatti morali di un establishment sempre più in difficoltà che, tramite i suoi soldatini in politica, viene a raccontarci fregnacce su “centinaia di accordi internazionali a rischio” e perfino sui “diritti umani in pericolo” a seguito dell’iniziativa per l’autodeterminazione!
Casta allo sbando
Ma va là! Quindi questi $ignori vorrebbero raccontarci che sono attualmente in vigore centinaia di accordi internazionali contrari alla Costituzione? Se così fosse, Consiglio federale e parlamento andrebbero immediatamente mandati a casa a calci nel tafanario! Quanto ai diritti umani: sono tutti già contenuti nella nostra Costituzione.
L’élite internazionalista, ormai alla canna del gas e senza argomenti, per combattere un’iniziativa popolare che vuole ridare al popolo il potere che gli spetta, si è ridotta a strillare istericamente alla presunta violazione dei diritti umani: penosa! Asfaltiamola il 25 novembre!
Lorenzo Quadri