Utilità minima, inversamente proporzionale alla violazione della privacy dei cittadini
E ti pareva! Ecco che sull’uso delle mascherine si assiste all’ennesima giravolta degli specialisti. Nella fase più acuta se ne sconsigliava l’utilizzo diffuso, dicendo che doveva indossarla solo il personale sanitario. Ma se serve al personale sanitario, perché non sarebbe utile a tutto il resto della popolazione?
Seconda teoria: la mascherina serve a chi è malato per non contagiare gli altri. Bene, uno dei principali problemi legati alla trasmissione dello stramaledetto virus cinese sono i malati senza o con pochi sintomi, che quindi sono contagiati senza saperlo e diffondono la malattia. Quindi, se queste persone portassero la mascherina eviterebbero di trasmettere il virus a terzi.
E’ poi evidente anche senza studi scientifici che portare la mascherina evita di sputacchiare addosso al prossimo e protegge dagli sputacchi altrui. Riduce anche il rischio di toccarsi la faccia (semmai si tocca la mascherina). Non per nulla le mascherine si usano in sala operatoria da 120 anni, e in questo lasso di tempo non si ha conoscenza di pazienti contagiati dallo starnuto di un chirurgo. Un qualche motivo ci sarà!
Giravolte
Anche il Gigi di Viganello è in grado di rendersi conto che le mascherine contribuiscono in modo importante a contenere la diffusione del virus. Se tutti, ed in particolare nei luoghi chiusi (negozi, mezzi pubblici,…) l’avessero portata da subito, le cifre del contagio in Ticino sarebbero state ben inferiori a quelle tristemente note. Le mascherine sono la chiave del ritorno alla “normalità diversa”. Eppure sia l’infettivologo di regime Daniel Koch (il sosia della Morte nel film “Il settimo sigillo” di Bergman) che il medico cantonale Giorgio “al carnevale di Bellinzona è più facile incontrare miss Universo che un malato di covid” Merlani ne hanno sconsigliato l’uso, accodandosi alle fregnacce raccontate dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), asservita alla Cina e megafono delle disastrose fake news diffuse da Pechino nel tentativo di imboscare la gravità della pandemia.
Adesso invece, contrordine compagni! Una ventina di dottori, compreso il medico cantonale, firmano l’appello a sostegno dell’utilizzo della mascherina. Perché la gente “ricomincia ad uscire”. Ossignùr. E’ ovvio che per chi è in casa da solo la mascherina non è di alcuna utilità, ma va indossata in caso di contatti!
Quali nuove evidenze scientifiche (uella) sono emerse a giustificazione della giravolta a 180 gradi di Merlani &Co? Nessuna, ovviamente. L’unica differenza è che nella fase acuta della pandemia non c’erano mascherine per tutti, mentre adesso ci sono.
E questo è grave. Da fine dicembre all’OMS era noto il pericolo di pandemia. La sanità svizzera, che costa 85 miliardi di Fr all’anno, in due mesi e mezzo (non due giorni!) non è stata in grado di procurarsi il materiale sanitario necessario alla protezione della popolazione. Ma intanto la stampa di regime – nella speranza di venire ricompensata con ulteriori sussidi pubblici – invece di assumere una qualche posizione critica slinguazza senza ritegno il ministro della sanità kompagno Alain Berset…
App? Col fischio!
E dopo quella delle mascherine, ecco che arriva la nuova telenovela sull’App (applicazione per telefonino) per tracciare i contatti dei contagiati da covid. Nei giorni scorsi il virologo e professore italiano Andrea Crisanti l’ha definita un gigantesco spreco di soldi pubblici: anche ammettendo che il 60% della popolazione la scarichi, essa sarebbe in grado di rilevare al massimo il 9% dei contagi. Utilità sanitaria minima, inversamente proporzionale alla violazione della privacy dei cittadini, che invece sarà massima. Perché, una volta superato il coronavirus, l’App non verrà di certo mandata in pensione. I dati sui cittadini saranno a disposizione non solo dello Stato-guardone, ma anche di chi li vorrà sfruttare a scopo commerciale.
Per questo noi diciamo Sì alla mascherina e No all’App!
Lorenzo Quadri