Il divieto tafazziano imposto dai ro$$overdi mette il Paese nella palta: revocare!

Ne abbiamo piene le scuffie delle paturnie ideologiche dei $inistrati, che hanno fanno solo disastri. E ricordiamoci che non esiste alcuna “decrescita felice”: esiste solo la recessione!

La fallimentare strategia energetica 2050, frutto del populismo ro$$overde a cui il cosiddetto “centro” si è supinamente accodato, ciurla sempre più nel manico.

Del resto, essa è basata su presupposti farlocchi. A partire dalla boiata secondo cui il fabbisogno energetico della Svizzera sarebbe diminuito, quando invece capita l’esatto contrario. Ciò a seguito dell’immigrazione scriteriata voluta dalla partitocrazia, come pure  dell’elettrificazione forzata di mobilità, riscaldamento, eccetera per ridurre l’utilizzo di combustibili fossili.

Nei giorni scorsi è stato annunciato il lancio di un’iniziativa popolare, denominata “Stop blackout”, che chiede di revocare il divieto di costruire nuovi impianti nucleari in Svizzera. L’iniziativa va sostenuta.

Cappellata epica

Il divieto imposto al nucleare si sta rivelando una cappellata di proporzioni epiche. Ecco cosa succede quando si rincorrono le ideologie $inistrate, completamente avulse dalla realtà. Ricordarsene alle prossime elezioni, prima di votare per certi partiti e per certi personaggi. 

Il governicchio federale, ed in primis la direttora del DATEC kompagna Simonetta “Penuria” Sommaruga (P$), ha imboccato la via della dipendenza dall’estero in un ambito fondamentale come quello dell’energia. Si tratta di una via rovinosa. Serve solo ad asservire la Svizzera alla fallita UE, per poi forzare un’adesione. 

A causa degli effetti boomerang delle sanzioni contro la Russia, l’Europa si troverà ad affrontare un ammanco energetico. Le conseguenze potrebbero essere disastrose. Non solo blackout, ma anche recessione e povertà, con corollario di disordini sociali. 

In sostanza, i politicanti della fallita UE – incluso il governicchio federale che è immediatamente corso ad accodarsi – si troveranno in casa quei danni che, con le loro sanzioni, pensavano di  infliggere alla Russia. Come da copione, il boomerang è arrivato dritto nei denti. Putin se la ride a bocca larga.

85% di favorevoli

La popolazione svizzera non ha intenzione di rimanere al freddo e al buio per correre dietro a paturnie ideologiche ro$$overdi. E nemmeno intende, per lo stesso motivo, affrontare crisi e recessioni; né mandare in palta la pace sociale.

Da un’inchiesta appena svolta dal quotidiano “20 Minuten” emerge che l’85% degli interpellati è favorevole al nucleare: sia che si tratti di prolungare la durata di vita delle centrali attualmente in funzione che di realizzarne di nuove. Naturalmente alle nostre latitudini la stampa di regime… citus mutus.

Appelli accademici

Anche da parte del mondo scientifico si moltiplicano gli appelli a sostegno dell’atomo, come unica via per perseguire la decarbonizzazione. 

Ad esempio il Prof. Piero Martinoli, in un’opinione pubblicata sul Corriere del Ticino del 27 agosto, scrive che in Svizzera il fabbisogno annuo di energia elettrica per sostituire i combustibili fossili “è stimato a 50 TWh. A questo dato vanno aggiunti i 23 TWh di energia elettrica prodotti annualmente dai quattro reattori che si vogliono spegnere, il tutto (73 TWh) da assicurare con fonti rinnovabili. Ma il potenziale idroelettrico è, per varie ragioni, limitato, e l’eolico non sembra avere il vento in poppa. Limitandoci al fotovoltaico, la superfice necessaria di pannelli per la produzione del suddetto fabbisogno si avvicinerebbe a 300 km2 (…). Una superficie equivalente a 30’000 campi di calcio di 10’000 m2 o a 6 milioni di case unifamiliari, ognuna coperta da 50 m2 di pannelli fotovoltaici”.

E’ palese che simili obiettivi non sono realistici. 

La conclusione è sempre la stessa: le energie rinnovabili vanno bene, ma da sole non basteranno mai. Il nucleare deve rimanere operativo. Anche perché la scienza fa progressi: i nuovi reattori, come rileva ancora il Prof. Martinoli, sono molto sicuri e producono scorie radioattive di breve durata. 

E’ poi noto che l’UE, tanto apprezzata dai $inistrati, ha classificato l’atomo come energia pulita. 

Verdi-anguria in conflitto d’interessi

Che i politicanti ro$$overdi starnazzino contro la riabilitazione del nucleare non sorprende.  E’ anche una questione di saccoccia. Molti di loro, specie tra quelli incadregati nel parlatoio federale, sono esponenti della lobby del solare. Non si fanno problemi a votare sussidi a loro stessi. Alla faccia dei “conflitti d’interesse” con cui costoro sono sempre pronti a riempirsi la bocca, ma solo se si tratta di quelli altrui. Curiosamente, però, su questi inciuci la stampa di regime non ha mai nulla da eccepire. 

Chiaro: chi già si frega le mani pensando di incassare una barca di soldi e di sussidi statali (e nümm a pagum) tappezzando tutta la Svizzera di pannelli solari, non vuole la concorrenza del nucleare. Ma col cavolo che siamo disposti rimanere ostaggio di simili interessi di saccoccia, oltretutto imposti col ricatto morale. E che nessuno ci venga a cianciare di “decrescita felice”: è l’ennesima fanfaluca. Non esiste alcuna “decrescita felice”. Esiste invece la recessione, con tutto quel che ne segue. Specie in un Cantone come il nostro, con il mercato del lavoro già devastato dalla libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia.

Diamoci un taglio

A dimostrazione di quanto il fronte ro$$overde sia ormai allo sbando, si sentono proposte assurde come quella di spendere miliardi dei cittadini per rottamare apparecchi elettrici perfettamente funzionanti  ma che consumano troppo, per sostituirli con altri meno energivori. Il tutto, ça va sans dire, a spese del contribuente. 

Come gettare letteralmente nel water i soldi del contribuente, producendo oltretutto migliaia di tonnellate di rüt. Non sorprendiamoci se i due partiti-fotocopia P$ e Verdi-anguria, partiti delle tasse e dei divieti, in un prossimo futuro pretenderanno di proibire condizionatori, deumidificatori, aspirapolveri, lavatrici, lavastoviglie, asciugacapelli, eccetera, tacciandoli di essere “energivori”.

Questo naturalmente pretendendo – in totale contraddizione con l’ordine di ridurre i consumi – di continuare ad elettrificare trasporti e riscaldamenti, e di non porre freni all’immigrazione scriteriata. Non sia mai! Frontiere spalancate über Alles!

Morale della favola: il populismo ro$$overde ha fatto solo disastri in ogni ambito. E’ ora di darci un taglio! 

Lorenzo Quadri