Arriva il Grande Fratello con la scusa di prelevare contributi in base agli spostamenti

Il Dipartimento Simonetta le prova tutte per introdurre il road pricing e mazzuolare la mobilità individuale

La mungitura ad oltranza dell’automobilista rimane in cima alle priorità della politichetta federale.

Le automobili elettriche o a combustione alternativa (idrogeno) non pagano, per ovvi motivi, i balzelli sulla benzina, dal momento che non ne consumano.

Ora, come noto una parte dei balzelli sul carburante è vincolata al finanziamento delle strade nazionali. Ergo, se i balzelli generano meno entrate, ci sono meno soldi a disposizione per le strade.

La situazione a fine 2021 si presentava come segue:

  • L’imposta sugli oli minerali ha fruttato 2.7 miliardi di franchi, di cui il 40%, quindi quasi la metà, finisce nelle casse generali della Confederella. Il 50% è a destinazione vincolata per compiti nell’ambito del traffico stradale e aereo. Il restante 10 % confluisce nel fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato.
  • Il supplemento d’imposta sugli oli minerali ha reso 1.8 miliardi. Questi soldi sono interamentea destinazione vincolata per compiti nell’ambito del traffico stradale e aereo.

La fregatura

E’  chiaro che più automobili elettriche ci sono, meno benzina si consuma. Di conseguenza, i proventi dei balzelli di cui sopra diminuiscono. Comunque, essi sono già in calo perché le auto a benzina diventano più efficienti e consumano meno carburante.

La Confederella ha di conseguenza lanciato l’ennesimo allarme: mancano i soldi per le strade! E dunque si sta arrovellando per trovare il sistema per chiamare alla cassa i proprietari di veicoli  elettrici.

E già: prima si invogliano gli automobilisti a passare  alla mobilità elettrica “perché così non si pagano i balzelli sul carburante” (tesi che è stata ripetuta ad oltranza nel parlatoio federale anche dalla kompagna Simonetta “Penuria” Sommaruga durante il dibattito sulla legge sul CO2, poi asfaltata dai cittadini il 13 giugno dello scorso anno). Dopodiché, zac! Li si frega introducendo un balzello “ad hoc”.

Robin Hood al contrario?

D’altra parte, non è nemmeno normale che gli unici a finanziare l’infrastruttura stradale siano i conducenti di automobili a benzina. Solo quelli residenti in Svizzera, oltretutto. Infatti, la partitocrazia non ne vuole sapere di introdurre la tassa d’entrata per i frontalieri. Quest’ultima è stata chiesta dalla Lega per far sì che anche i (troppi) permessi G partecipino al finanziamento della rete stradale svizzera, dato che la infesciano quotidianamente, rendendo necessari ampliamenti e manutenzioni.

Va pure considerato che le auto elettriche non sono alla portata di tutte le tasche. Il ceto medio e quello basso, sempre più impoveriti, rimangono sulla benzina; dunque pagano i balzelli.  In altre parole: chi ha meno paga anche per chi ha di più? Robin Hood al contrario?

Obiettivo: road pricing

Già la Doris uregiatta aveva annunciato che anche per le automobili elettriche sarebbe arrivato il tempo della mungitura. Il Fondo (federale)  per l’infrastruttura  stradale ed il traffico d’agglomerato la prevede per il 2024 – 2025. I tempi verosimilmente si allungheranno (nei corridoi di Palazzo federale si parla ora del 2030). Sta di fatto che l’Ustra, Ufficio federale delle strade nazionali – facente parte del solito Dipartimento Simonetta – per fine 2022 / inizio 2023 partorirà la sua proposta su come mettere le mani nelle tasche dei conducenti di veicoli elettrici.

Inutile dire che all’orizzonte si prospetta l’ennesima “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi). Con ogni probabilità, arriverà la proposta di tassare le auto elettriche in base ai chilometri percorsi. Nel concreto si tratta di introdurre il road pricing per i veicoli elettrici.  E visto che la tattica del salame è una specialità bernese, il prossimo passo è scontato: il road pricing verrà esteso alla totalità dei conducenti. Con tutte le varianti sul tema. Ad esempio: se ti sposti in determinati orari (ovvero nell’ora di punta) paghi di più. (Come se la gente potesse scegliersi liberamente l’orario in cui inizia a lavorare e facesse apposta a stabilirlo in modo tale da rimanere incolonnata).  Se vai in centro in automobile (vergogna! Bisogna buttare fuori le automobili dai centri cittadini, per buona pace dei commerci, della ristorazione, eccetera) sei uno scriteriato per definizione: dunque versi un supplemento a causa del tuo comportamento vizioso!

Logica conseguenza: spostarsi nell’ora di punta e frequentare i centri urbani diventerà un lusso per ricchi.

Lo Stato guardone

Chiaramente la necessità di tassare il veicolo veicolo elettrico – e di seguito tutti gli altri – in base ai chilometri percorsi verrà usata come scusa per rilevarne i movimenti. E quindi si creerà un bel Grande Fratello che controllerà chi va dove e quando! Avanti con lo Stato guardone!

Presto lo Stato, gonfiato come una rana, controllerà quanti gradi tengono in casa i cittadini e se si fanno la doccia in due come da prescrizione della kompagna Simonetta. Con il road pricing, l’ente pubblico pretende di sorvegliare chi si reca dove con la propria auto, e quando ci va. Manca solo di controllare il motivo degli spostamenti; ma arriverà anche questo. Sei andato in giro nel tempo libero? Paghi un sovrapprezzo! Eri in auto da solo? Ulteriore tranvata!

E le casse della Confederella?

E’ chiaro che di istituire simili sistemi del piffero non se ne parla nemmeno.

Se il governicchio e la partitocrazia vogliono mungere i veicoli elettrici, faranno il piacere di inventarsi altri espedienti. Ad esempio, anche per evitare discriminazioni tra auto a benzina che pagano in un modo e quelle elettriche che pagano in un altro, si potrebbe tassare il veicolo elettrico in base alla corrente che consuma (basta munirlo di un apposito contatore). Oppure si potrebbe immaginare di abolire dazi e sovraddazi sul carburante ed introdurre un contributo forfettario pro-vettura. Poi si dovranno chiamare alla cassa anche i frontalieri, con la tassa d’entrata di cui sopra. In più, così come accade per le ferrovie, anche per il finanziamento della rete viaria nazionale si potranno utilizzare un po’ di soldi provenienti dalle casse generali della Confederella. Le strade sono infatti un servizio pubblico di base, che come tale va coperto dalle imposte. Infatti, se per ogni prestazione statale bisogna pagare un balzello specifico, le tasse per cosa le versiamo a fare?

Lorenzo Quadri