Finalmente ordinato l’impallinamento. E basta con gli animalisti da salotto urbano
Se qualcuno reputa impossibile che il lupastro attacchi un bambino, farà meglio a scendere dal pero: la favola è quella del predatore innocuo
Alla fine il lupo che ha fatto strage di pecore a Cerentino potrà essere abbattuto. Meglio tardi che mai. La lunga tempistica della decisione governativa fa comprensibilmente aggrottare più di un sopracciglio. Certamente il quadro legislativo federale è una ciofeca, ed à ancora in vigore la vetusta Convenzione di Berna del 1979 che conferisce al lupo un’amplissima protezione. Questa tutela è però spropositata nella situazione attuale. Oggi il lupo non è a rischio di estinzione in Svizzera, tant’è che la popolazione lupesca aumenta del 30% ogni anno. L’agricoltura di montagna,per contro, lo è.
Se si pensa di gestire il lupo con burocrazia e cavilli, gli allevatori possono tanto chiudere baracca ed andare in assistenza. E allora addio ai prodotti bio che tanto piacciono ai lupofili da salotto. In Vallese i problemi con il grosso predatore vengono risolti in modo ben più spiccio. Se il federalismo svizzero vale ancora qualcosa e non è ridotto ad una farsa come la neutralità, non esiste che un Cantone non abbia il margine di autonomia necessario perordinare di abbattere un lupo. Se poi a Berna qualche strapagato burocrate ro$$overde vorrà starnazzare per l’avvenuto impallinamento, lo si potrà tranquillamente mandare a Baggio a suonare l’organo.
Ideologie farlocche
La difesa ad oltranza del lupo è prerogativa di animalisti da salotto urbano. Costoro vogliono il lupo, ma naturalmente a casa degli altri. Se nella loro trovano anche solo un topino campagnolo si mettono a strillare come indemoniati.
L’integralismo lupista è figlio delle ideologie ambientaliste farlocche che vanno per la maggiore. Si inserisce nel concetto di “rewilding”, ossia reinselvaticamento. Visto che la presenza dell’uomo viene considerata nociva e fonte di tutti i mali, gli umani devono ammucchiarsi nei centri urbani vivendo uno in braccio all’altro, e magari mettendo pure in comune cucine e soggiorni (ci sono squinternate correnti architettoniche che sostengono simili boiate). Il resto del territorio deve diventare una specie di gigantesco parco naturale allo stato brado. Tale impostazione ideologica si manifesta anche nella fonchiatasolenne dello “sviluppo centripeto” (ovvero: verso il centro) diventato il dogma della pianificazione territoriale a tutti i livelli: federale, cantonale e comunale.
Naturalmente l’incoerenza $inistrata emerge plateale: la presenza umana è una sciagura per l’ambiente, eppure i kompagnuzzivogliono aumentarla con una politica migratoria scriteriata nel segno del “devono entrare tutti”.
Il lupo “di fantasia”
Al quadro di cui sopra si aggiunge il conclamato scollegamento dalla realtà tipico della casta radikalchic. Quest’ultima, imbesuita dall’ideologia buonista-coglionista, si è inventata la protezione assoluta del lupo quando però il lupo non c’era, e parallelamente si è costruita su misura un proprio lupo immaginario da salotto, che nulla c’entra con l’animale reale. E con questo lupo “di fantasia” ha praticato il lavaggio del cervello ad intere generazioni. Basti pensare che solo un paio di anni fa l’Associazione Traffico e Ambiente (ATA) ha stampato un volantino informativo che mostra dei bambini che vanno a scuola a cavallo di un lupo. (Il fatto che il lupo sia “figo” ha aiutato. Con la tarantola golia sarebbe stato più difficile).
Poi però a rompere le uova nel paniere è arrivato il lupo vero. Che è tutt’altra cosa. I nostri antenati lo sapevano bene. Il lupo reale, non quello partorito dalle pippe mentali dei salottieri urbani, fa il lupo. Quindi sbrana gli ovini. Nemmeno per mangiarli; così. Il risultato lo si è visto a Cerentino e altrove. Non è una colpa. E’ la sua natura. Nei giorni scorsi ad Olivone il lupo è stato avvistatonei pressi dell’abitato. Non è lontano il momento in cui aggredirà un animale domestico. O un bambino. Già: i lupi che si pappano i bambini non li hanno inventati le favole. La favola è quella del lupo innocuo e magari vegano. La realtà è che lupo ed agricoltura non sono compatibili e non possono coabitare in un territorio come il nostro. Chi vuole mantenere il lupo condanna l’agricoltura ticinese. O l’uno o l’altra. E’ una scelta politica. Se si sceglie il lupo, poi non si venga a cianciare di prodotti “bio”, di “chilometro zero”, eccetera eccetera.
Proporzionalità a ramengo
Un altro mantra con cui politicanti e legulei amano riempirsi la bocca è la proporzionalità. Si spieghi allora che proporzionalità c’è nel:
e tutto questo circo per evitare l’abbattimento di… un lupo? La risposta è semplice: non c’è uno straccio di proporzionalità. Qui davvero si è perso il “patàn”.
Lorenzo Quadri