Altro che montare la panna sul fotomontaggio del tritacarne e pretendere scuse

 

Il consigliere di Stato PPD può anche lamentarsene; i kompagnuzzi con la morale a senso unico, invece, hanno perso l’ennesima occasione per tacere

“Ignobile vignetta”? “Violenza”? Uhhh, che pagüüüraaa! Qualcuno, in casa del PPD, ha perso il senso della realtà. Oppure, più probabilmente, si sta arrampicando sui vetri alla ricerca di diversivi per sviare l’attenzione dal beltrascandalo Argo1  in cui si trova invischiato fin sopra i capelli.
Il fotomontaggio del beltratritacarne pubblicato la scorsa domenica non è certo truculento (per volontà precisa; basta guardarlo per accorgersene). Non è neppure offensivo nei confronti di Beltraminelli: dire che “è finito nel tritacarne” è una semplice constatazione. Men che meno lo è nei confronti di familiari del Consigliere di Stato (chi li ha mai tirati in ballo?). Poi, che il diretto interessato non abbia apprezzato l’illustrazione, non sorprende. Lamentarsene è suo buon diritto. Ma tentare di montarci sopra un caso è francamente ridicolo. Anche se siamo a Carnevale.

Moralisti a senso unico

Semplicemente penose, per contro, le ipocrite dichiarazioni di beltrasolidarietà (?) di taluni kompagnuzzi: che tra l’altro sono stati i primi a chiedere che il direttore del DSS venisse dimezzato tramite amputazione della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie (DASF) che include il settore dell’asilo. Per cui, di quale solidarietà andate blaterando?

Il calcolo che stava dietro a quella richiesta era fin troppo evidente: riportare la socialità – ed il lucrativo business dell’asilo – in mani ro$$e.

Questi kompagnuzzi con la  morale a senso unico, dunque, si scandalizzano per il beltratritacarne. Ma naturalmente non fanno un cip quando (tanto per fare un esempio) il portale Gas dei soldatini del P$, legato a doppio filo con la RSI, diffonde sistematicamente “fake news” denigratorie e addirittura si permette attacchi diffamatori sulla vita privata delle persone.  E non avevano nulla da eccepire nemmeno quando il defunto quindicinale il Diavolo, facente capo sempre agli stessi soldatini del P$, pubblicava prime pagine con Patrizia Pesenti alle prese con i sex toys, Marina Masoni con il fondoschiena denudato all’aria, i  due consiglieri di Stato leghisti seduti su una fotocopiatrice che “magicamente” trasforma l’immagine dei loro sederi in quella dei loro visi. Allora lì, i kompagnuzzi con la doppia morale… zitti come tombe! I loro galoppini si possono permettere di tutto e di più!

Chi deve scusarsi?

E’ un dato di fatto che la metafora del tritacarne viene usata da decenni in politica e nel giornalismo. Per indicare chi si trova esposto a polemiche e a critiche in arrivo da ogni parte, si dice che è “finito nel tritacarne”. E questa è, purtroppo per lui, l’attuale situazione del Consigliere di Stato PPD a seguito del rapporto Bertoli.
Al PPD va poi ricordato che il problema è il caso Argo1 e le relative responsabilità politiche. Responsabilità che stanno in casa del PPD, ed anche del PLR. Non certo il fotomontaggio del beltratritacarne!

Perfettamente in linea con il periodo carnascialesco, dunque, le richieste di scuse degli uregiatti.  Io stesso sono stato oggetto di articoli offensivi pubblicati sull’organo ufficiale del PPD “Popolo e libertà”: ma evidentemente non mi sogno di pretendere scuse, e nemmeno me le aspetto.
Per montare in cattedra a fare la predica agli altri occorre essere irreprensibili. Non è questo il caso del PPD. “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”: un principio che dovrebbe essere ben noto ai pipidini per via del “referente cristiano”. Ah già: ma nel frattempo il “referente cristiano” è stato sostituito col “referente multikulti”…

Non si intravvede quindi alcun motivo per pubbliche scuse (?) (e ancora meno per scuse della Lega, che non ha alcun ruolo nel fotomontaggio del beltratritacarne). Semmai a doversi scusare con i ticinesi è chi porta la responsabilità per il caso Argo1. A buon intenditor…

Lorenzo Quadri