Risultato della libera circolazione e della fine del segreto bancario. Grazie triciclo!

Ma chi l’avrebbe mai detto! Improvvisamente (?) ci si accorge – dati dell’Ufficio cantonale di statistica alla mano – che in Ticino si sfornano troppi laureati. Il mercato non riesce ad assorbirli.

Ci si accorge pure che la differenza salariale tra chi ha svolto studi universitari e chi ha invece scelto un apprendistato si assottiglia sempre più; perché le paghe dei laureati si abbassano progressivamente. Vedi l’articolo pubblicato al proposito sul CdT di lunedì. Se nel 2000 in Ticino lo stipendio mediano di un universitario era di 8004 franchi al mese e quello di chi ha seguito un apprendistato di 4592, nel 2018 il salario mediano degli universitari era di 6784 franchi mensili, e quello degli ex apprendisti di 5294. Salario mediano vuol dire che il 50% guadagna di più ed il 50% di meno.

Gli stipendi degli universitari diminuiscono mentre aumenta il numero dei laureati disoccupati. In Ticino nel 2010 erano 1518; nel 2018 erano saliti a 3118: più che raddoppiati.

Ovviamente queste cifre sono frutto delle consuete statistiche taroccate sulla disoccupazione: il dato reale è senz’altro ben più alto. Basti pensare che gli stagisti “a vita” non figurano tra i disoccupati.

Fabbriche di disoccupati

Su queste colonne lo scriviamo da tempo: la mentalità della “laurea per tutti” è una ciofeca. Alcune facoltà universitarie sono, de facto, delle fabbriche di disoccupati. O meglio: magari chi esce un lavoro poi lo troverà. Non però nel settore in cui ha studiato.

Il ro$$o DECS  a parole sottolinea il valore dell’apprendistato e della formazione duale in azienda; una specificità svizzera che l’estero guarda con ammirazione. Il Dipartimento rileva pure che è sbagliato credere che solo la via degli studi universitari conferisca sicurezza economica e prestigio (è sempre più vero il contrario): occorrerebbe dunque un cambiamento di mentalità. Queste sono le dichiarazioni ufficiali a beneficio dei giornalai. Nella pratica la musica cambia. Il kompagno Capodipartimento s’impunta con la “scuola che NON verrà”, grondante ideologia $inistrorsa nel segno del livellamento verso il basso e del liceo per tutti.

La scuola ro$$a

Poiché un percorso di studi giocoforza non si conclude al liceo, ecco che con la scuola ro$$a si svalorizza ulteriormente l’apprendistato e si infesciano ancora di più Università, SUP e compagnia cantante. Quindi proprio il contrario degli obiettivi dichiarati. Ennesima dimostrazione che l’ideologia dei kompagni fa a pugni con la realtà ed è perniciosa per il territorio.

Ulteriore aggravante: la scuola ro$$a è stata asfaltata in votazione popolare, grazie al contributo determinante della Lega e del Mattino. Però il kompagno Bertoli ­la sta facendo rientrare dalla finestra con la tattica del salame, una fetta alla volta, come da costume della $inistra (vedi ad esempio quel che sta combinando a Berna la kompagna Simonetta con gli ecobalzelli). La volontà dei cittadini viene ancora una volta calpestata da politicanti gauche-caviar. E le giustificazioni addotte sono grottesche: ad esempio, che il popolo non avrebbe bocciato la sperimentazione della scuola ro$$a, quindi i suoi contenuti, ma solo il credito per il finanziamento della sperimentazione. Quindi, se si riesce a “sperimentarla” – ovvero ad introdurla – senza chiedere ulteriori soldi pubblici, “l’è tüt a posct”! E’ il colmo! Certo che se la maggioranza del governicchio, ovvero il solito tandem PLR-PPD, lascia fare…

Bacino sterminato

Ma è chiaro che, ancora una volta, a mettere in palta i giovani laureati ticinesi è la devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, $inistra in primis, e conseguente invasione da sud. Chi glielo fa fare al datore di lavoro “con poca sensibilità sociale” di assumere un laureato ticinese quando può attingere – a piacimento e senza alcuna limitazione – ad un bacino praticamente inesauribile di laureati italici (anche in università prestigiose, mica alla Cepu) e a basso costo?

E quando in Lombardia, a seguito della crisi da stramaledetto virus cinese, la disoccupazione s’impennerà, il Ticino si troverà ancora più invaso. Ci aspettano tempi molto grami. A meno che la politichetta non si decida a finalmente reintrodurre la preferenza indigena, come da votazione popolare!

Piazza finanziaria azzoppata

Non solo: sempre la $inistra, con i reggicoda “centristi” al seguito, ha smantellato il segreto bancario provocando danni enormi alla piazza finanziaria di questo sfigatissimo Cantone. Danni che si sono ovviamente tradotti nella perdita di migliaia di posti di lavoro, in genere ben retribuiti ed occupati da ticinesi. Ed i licenziamenti proseguono, a poche unità per volta, per non dare nell’occhio. Le banche lasciano a casa vicedirettori 55enni, che mai troveranno un altro impiego. Ma intanto la politicante radikale responsabile del presunto sindacato dei bancari manifesta con i kompagni di UNIA contro TiSin, perché a questi eventi abbondano le telecamere della Pravda di Comano.

Chiaramente il disastro occupazionale sulla piazza finanziaria ticinese, voluto ed applaudito dalla $inistra, ha assestato un’ulteriore mazzata agli sbocchi occupazionali per laureati locali. Però i  soldatini triciclati, ed i loro giornalai di servizio, hanno ancora la faccia di lamiera di strillare allo “spopolamento” perché i giovani ticinesi che vanno a studiare Oltregottardo poi non tornano più indietro! Chissà perché questo accade? Chissà grazie A CHI?

Lorenzo Quadri