Il tutto sotto la fallace etichetta del “servizio pubblico” e finanziato con i soldi del nostro canone

 

Era un po’ che non se ne sentiva parlare, ed eccoli ritornare in auge. Si tratta dei famosi nomadi, non il gruppo musicale, ma quelli che si spostano in carovane che poi si accampano abusivamente su terreni di proprietà altrui, pubblica o privata, lasciandoli, alla partenza, in uno stato disastroso. E non vorremmo essere nei panni dei dipendenti pubblici poi chiamati a ripulire.

Nuovi episodi di occupazione abusiva si sono verificati nelle scorse settimane ad opera di una carovana a Berna e nel Giura. Naturalmente dai signori nomadi, in nome del politikamente korretto e della multikulturalità (completamente fallita), si accettano giustificazioni del tipo: “visto che il contribuente elvetico (che notoriamente è un po’ fesso) non ci mette a disposizione un numero sufficiente di aree di sosta a sue spese ma dove e come vogliamo noi, ci installiamo dove più ci aggrada”.

Il che, facendo un parallelismo con un altro fatto di cronaca recente, sarebbe un po’ come se di punto in bianco i proprietari di rottweiler e dobermann dicessero: “visto che non ci sono sufficienti dog park ce ne andiamo a spasso con i nostri cani sciolti dove pare a noi”.

E’ ovvio che non sta in piedi che ai cittadini svizzeri stanziali (notoriamente un po’ fessi) si imponga il rispetto della legge mentre da altre etnie, in nome del politikamente korretto, il rispetto lo si “auspichi” solamente, per paura di passare per “populisti e razzisti”. E guai solo a rischiare questa nomea! Come l’inquisizione spagnola utilizzava l’accusa di stregoneria, gli autocertificati (ma proprio solo autocertificati) detentori della morale, che si sono arrogati tale ruolo senza avere nemmeno lontanamente i numeri per poterlo ricoprire, utilizzano l’ accusa di “populismo e razzismo”.

Le prodezze radiofoniche

Va da sé che la radiotelevisione di sedicente servizio pubblico non poteva lasciarsi sfuggire la ghiotta occasione per prodursi un nuovo esercizio di propaganda ideologica di $inistra. E quindi martedì mattina sulla rete 1 qualcuno ha pensato bene di dedicare una buona mezz’ora di tempo d’antenna, pagato dall’utente,  per realizzare una trasmissione con un solo obiettivo: sostenere smaccatamente i Rom, tutta brava gente demonizzata dai soliti populisti e razzisti. Nessun nomade ha  mai rubato neanche uno spillo; ma figuriamoci! Le bande di minorenni in arrivo dai campi della vicina Penisola che con bella regolarità “spazzolano” le abitazioni dei ticinesi sono in realtà gli esponenti di ultima generazione del patriziato di Corticiasca.

Naturalmente a pontificare in collegamento telefonico è stata invitata un’esperta da Torino.
Se una carovana nomade si installasse sotto la casa dei valenti sostenitori radiofonici dei Rom, stipendiati con i soldi del nostro canone, costoro sarebbero ancora così entusiasti e politikamente korretti? Ci pare di ricordare che in un certo comune ticinese a maggioranza $ocialista, il municipio si rifiutò categoricamente (a ragione) di tollerare la presenza di una carovana. Populisti e razzisti anche a $inistra? Oppure a sacrificarsi in nome del politikamente korretto deve essere sempre qualcun altro? Il fatto che nessun esponente di $inistra,  malgrado il festival delle ciance buoniste, abbia mai ospitato un asilante in casa propria, certificato dal Consiglio di Stato nella recente risposta ad un atto parlamentare leghista, è indicativo.

E noi paghiamo il canone più alto d’Europa, che presto verrà commutato in una vera e propria tassa a vantaggio della SSR, per foraggiare questi goffi tentativi di indottrinamento partitico?

Misteri…

Rinunciamo ovviamente a segnalare la questione all’Ombudsman della RSI perché siamo grandi a sufficienza per sapere che tale figura è una semplice foglia di fico creata per far credere che ci sia un garante (tra l’altro anch’esso pagato da noi) della qualità e dell’equidistanza del servizio pubblico, quando invece non è così.

E chissà perché i $ocialisti, quelli che dicono di battersi per i diritti del consumatore e che, nota bene, invitano al boicottaggio delle pubblicazioni che non la pensano come loro (quindi sono nemici della libertà di stampa e alla pluralità d’informazione), difendono invece a spada tratta il canone imposto anche a chi non ha uno straccio di apparecchio di ricezione (altro che tutela del consumatore)? Forse perché il nuovo balzello è destinato a finanziare il loro più potente strumento di propaganda elettorale, ossia la SSR?

Lorenzo Quadri