Per asilanti e dimoranti in assistenza i cordoni della borsa si allargano sempre di più
Mentre la Germania decide di limitare l’immigrazione nello Stato sociale, alle nostre latitudini sia il governo federale che quello ticinese fanno proprio il contrario. E il conto lo paga il contribuente!
Bene, avanti così! In Germania il governo ha deciso, senza tanti complimenti, di ridurre l’immigrazione nello stato sociale. Anche per i cittadini UE. Nei primi cinque anni di residenza, gli stranieri non avranno diritto a prestazioni di sorta.
In Ticino per contro la maggioranza del Consiglio di Stato, cedendo alle pressioni ed ai ricatti morali, ha “cambiato prassi” in materia di espulsioni di stranieri in assistenza quando c’è di mezzo un nucleo familiare. Naturalmente ha cambiato in senso largheggiante. Primo risultato: una cittadina sudamericana, in Ticino dal 2011, che ha avuto una figlia con un neosvizzero (naturalizzato da qualche anno e anch’egli in assistenza), potrà rimanere ad oltranza nel nostro Cantone. Ciò malgrado abbia già incassato 59mila Fr di assistenza e 170mila di assegni familiari e di prima infanzia. Questo perché il nucleo familiare non può essere diviso. Ci sta: se il nucleo non può essere diviso, partono tutti (madre, figlia e compagno neosvizzero) per il Sudamerica. Già, perché non l’ha detto nessuno che i ricongiungimenti familiari devono sempre avvenire in Svizzera ed a spese del contribuente. O forse questo accade perché da nessun’altra parte al mondo gli ultimi arrivati possono attaccarsi ad oltranza alla mammella dello Stato sociale del Paese ospite come da noi? Solo noi siamo minchioni al punto da mantenere tutti, ed in più tolleriamo pure di essere infamati come razzisti e fascisti?
Altro che casse vuote!
Visto che la maggioranza del governo ha deciso di diventare ancora più permissiva in materia di immigrazione nello stato sociale, che non venga più a lamentarsi delle casse vuote, e soprattutto che non si azzardi a pretendere aumenti di tasse e balzelli. Se i soldi per mantenere dimoranti in assistenza ci sono, allora ci sono anche per tutto il resto. Perché a farci prendere impunemente per i fondelli non ci stiamo. E ci piacerebbe proprio sapere di quanto farà aumentare la spesa pubblica l’ennesima bella trovata politikamente korretta che avrà, è ovvio, funzione incentivante per chi intende arrivare da noi da paesi stranieri vicini e lontani per farsi mantenere.
La statistica federale
Quasi in contemporanea con la nuova prassi del CdS è uscita una statistica della SECO sui disoccupati stranieri. Sappiamo che la SECO non è certo sospetta di portare acqua al mulino della limitazione dell’immigrazione. Si tratta infatti di un organismo propagandistico il cui scopo è quello di magnificare la libera circolazione senza alcun limite. Ebbene, dall’ultima statistica della SECO risulta che il 45% dei senza lavoro nel nostro paese non ha il passaporto rosso. Ma come: immigrazione non era uguale ricchezza? E invece si importano disoccupati!
Asilanti: sempre più diritti
E visto che fare il paese del Bengodi per dimoranti e disoccupati stranieri ancora non bastava, bisognava “allargare” anche sull’asilo. Ed infatti il Consiglio federale vorrebbe introdurre un nuovo statuto di protezione per dare agli asilanti ammessi provvisoriamente maggiori garanzie di rimanere in Svizzera in via definitiva, naturalmente a carico del contribuente, e di farsi pure raggiungere dai familiari.
E’ il colmo: oggi gli asilanti ammessi provvisoriamente, invece di tornare al loro paese appena possibile come prescrive il loro statuto, restano in Svizzera. E la stragrande maggioranza di loro (quasi il 90%) va in assistenza. La situazione, come ha dichiarato l’ex Mr Prezzi ed ex consigliere nazionale $ocialista Rudolph Strahm (non il Mattino razzista e fascista), è “esplosiva”. Sarebbe dunque urgente fare in modo che l’ammissione provvisoria torni ad essere tale. Invece no: con il nuovo statuto di protezione, che neppure distingue adeguatamente tra veri profughi e rifugiati economici, si istituzionalizza l’abuso. In questo modo, è chiaro, non si fa che aumentare l’attrattività della Svizzera per i migranti economici. E di conseguenza la spesa dell’asilo. Che già esplode perché gli arrivi sono andati del tutto fuori controllo.
Il fatto che, tra tutti i partiti consultati sul nuovo statuto di protenzione, solo i kompagni – quelli secondo cui “devono entrare tutti” – abbiano aderito entusiasti, la dice lunga!
Abbiamo perso la bussola
La situazione è desolante e scandalosa. Sia a livello federale che a livello cantonale la partitocrazia si impegna (?) per trasformare sempre più la Svizzera ed il Ticino nel Paese del Bengodi per finti rifugiati. Però poi ci si lamenta che i conti pubblici sono in rosso, sicché si taglia sulla socialità (quella per gli svizzeri: vedi aumenti dell’età di pensionamento) e si aumentano le tasse.
Qui qualcuno ha proprio perso la bussola!
Lorenzo Quadri