I frontalieri sono ormai 68mila, l’aumento è continuo: basta con la libera circolazione!

Come volevasi dimostrare, in questo sfigatissimo Cantone prosegue l’INVASIONE di frontalieri. L’ultimo dato, censito dall’Ufficio di statistica (UST), indica che i frontalieri presenti in Ticino sono attualmente 68’000, ovvero l’8% in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Ormai siamo alle soglie dei 70mila! Prima della devastante libera circolazione delle persone, erano meno della metà. Vogliamo proprio vedere con che coraggio qualche soldatino della casta arriverà ancora a blaterare che non è in corso un’ INVASIONE DA SUD, ma quando mai! Sono tutte balle della Lega populista e razzista!

Ringraziamo la partitocrazia

Da ricordare anche che il precedente rilevamento indicava un aumento di 2000 frontalieri nel settore terziario, dove non c’è alcun bisogno di importare manodopera, visto che quella ticinese basta e avanza a coprire le necessità dell’economia. Ed infatti, ma tu guarda i casi della vita, i due terzi dei disoccupati ticinesi provengono proprio dal settore terziario. Però si continuano ad assumere frontalieri!

Per questa INVASIONE e per lo sfacelo che essa provoca ci sono dei precisi responsabili: ovvero il triciclo PLR-PPD-P$$, verdi-anguria ovviamente inclusi, che hanno voluto e tuttora vogliono la devastante libera circolazione senza limiti.

La partitocrazia euroturbo, tra gli slinguazzamenti della stampa di regime e degli intellettualini da tre e una cicca, ha annientato la preferenza indigena votata dal popolo il 9 febbraio del 2014. L’ha trasformata in quella risibile CIOFECA denominata “preferenza indigena light” (obbligo di annuncio agli uffici regionali di collocamento dei posti di lavoro vacanti in determinati settori; “naturalmente” senza alcun dovere di assunzione!), che è in vigore dal luglio del 2018. A questa vergognosa operazione hanno partecipato, non dimentichiamolo, anche gli esponenti ticinesi del triciclo alle Camere federali, che hanno così tradito la volontà del 70% dei cittadini del nostro Cantone.

L’inutile ciofeca-light

Ebbene, adesso abbiamo l’ennesima “prova provata” che la ciofeca-light non serve assolutamente a nulla. Del resto, se così non fosse, mica sarebbe stata approvata dai camerieri bernesi dell’UE!

Infatti, con la preferenza indigena light in vigore, il numero dei frontalieri continua ad esplodere. Soprattutto, anzi quasi esclusivamente, nel terziario. Ormai pressoché la metà (46%) dei posti di lavoro in questo settore è occupata da frontalieri. Nel settore primario ed in quello secondario – ovvero in quelle professioni dove i frontalieri possono effettivamente colmare una lacuna – il numero di permessi G rimane invece costante.

Quindi, come è in grado di comprendere anche il Gigi di Viganello, altro che preferenza indigena in vigore: in vigore non c’è una beata cippa, ed infatti la SOSTITUZIONE prosegue alla grande! Con il numero dei frontalieri che esplode, e con i disoccupati ed i sottoccupati ticinesi (questi ultimi raddoppiati nel giro di un decennio) in continua crescita!

I burocrati della SECO

E il bello è che i burocrati eurolecchini della SECO, Segreteria di Stato dell’economia (quella specializzata in statistiche farlocche su disoccupazione e frontalierato; quella che ci costa 100 milioni di Fr all’anno) solo la settimana scorsa se ne sono usciti serafici a dichiarare che la preferenza indigena light è una figata pazzesca! Che funziona a meraviglia! Come no!

E che nessuno tenti di propinarci la fregnaccia che i frontalieri assunti nel terziario sarebbero “più formati” dei lavoratori ticinesi, perché gli ridiamo in faccia!

Sü i calzett!

Sul Corrierino di venerdì, il ricercatore SUPSI Fabio Losa ha sottolineato che dal 2010 ad oggi i posti di lavoro in Ticino sono aumentati di 40mila unità; ma 30mila sono andati a frontalieri! A questo punto la domanda è: a cosa cavolo servono questi 30mila posti di lavoro? Per darli a frontalieri, serve a tanto crearli: ci portano solo traffico ed inquinamento. L’unico indotto sono un po’ di imposte alla fonte, ma tanto il 40% viene girato al Belpaese visto che il CdS nemmeno blocca i ristorni! E allora, se mettiamo sulla bilancia i pro ed i contro, è chiaro che il santo non vale la candela.

Ci piacerebbe adesso sapere cosa intende fare il governicchio davanti a questo disastro! Sü i calzett, che è ora! Vero ministro delle finanze e dell’economiaVitta, PLR?

In qualsiasi altro posto…

Davanti a simili dati, in qualsiasi altro posto del mondo la popolazione sarebbe già scesa in piazza con i forconi, stile “gilet jaunes”. Confrontato con la nostra situazione, a parti invertite il Belpaese avrebbe già sigillato i confini con la Svizzera (altro che muri di Trump e Orban). Invece da noi gli spalancatori di frontiere verdi-anguria vengono premiati alle elezioni. Eppure l’equazione multicolor è semplice: voto verde uguale più targhe azzurre e conti in rosso (per le nuove ecotasse).

E adesso, se non ci diamo una mossa, il 17 novembre rischiamo di trovarci con il duo euroturbo “Merlinardi” o “Lombardini” che dir si voglia (ovvero: il radical-chic Giovanni Merlini e l’uregiatto Pippo “1.3 miliardi all’UE” Lombardi) a rappresentare il Ticino alla Camera dei Cantoni. Domenica prossima abbiamo l’occasione per eleggere al Consiglio degli Stati il candidato dell’area “sovranista” Lega/Udc Marco Chiesa: non sprechiamola! O vogliamo che vinca la casta spalancatrice di frontiere, responsabile dell’INVASIONE DA SUD?

Stop libera circolazione

In generale, le ultime cifre dell’UST parlano chiaro. Se vogliamo salvare quel che resta del Ticino, l’unica opzione è votare SI’ la prossima primavera all’iniziativa per l’abolizione della libera circolazione delle persone! Altrimenti, tanto vale chiudere baracca e burattini.

Lorenzo Quadri