Il 50% degli abitanti del Ticino ha “passato migratorio”. Aggiungiamo i frontalieri…

 

Ma chi l’avrebbe mai detto! L’Ufficio federale di statistica (UST) ci rende edotti che anche nel 2016 è “cresciuta fortemente” la popolazione svizzera “con passato migratorio”. A livello nazionale stiamo parlando del 37% degli abitanti nella Confederazione, percentuale che in Ticino esplode al 50%. Cifre analoghe si trovano a Basilea Città e Vaud. Il record spetta a Ginevra (64%), mentre Obvaldo, Giura e Uri sono sotto il 20% (bravi!).

L’anno scorso, dice sempre l’UST, la popolazione con “passato migratorio” è cresciuta di ulteriori 76mila unità.

Definizioni grottesche

“Persone con passato migratorio”: ecco l’ultima grottesca definizione politikamente korretta per indicare gli stranieri o i naturalizzati. A tal punto è arrivata la squallida censura del pensiero unico multikulti: la parola “straniero” non può più essere pronunciata e nemmeno pensata: è becero razzismo! Tra un po’ gli spalancatori di frontiere pretenderanno di sdoganare termini come “diversamente svizzeri” o “ svizzeri senza passaporto”!

Minoranza sempre più piccola

In Ticino, dunque, la metà della popolazione o è straniera o è naturalizzata; magari di fresco e magari senza essere integrata, perché vige il regime delle naturalizzazioni facili. E a questa quota dobbiamo aggiungere i 65’500 frontalieri e le migliaia di padroncini presenti quotidianamente sul territorio cantonale. E poi ci sono anche i finti rifugiati con lo smartphone.

E’ quindi evidente che i ticinesi in casa loro sono una minoranza, che diventa sempre più piccola. L’assalto alla diligenza svizzera in generale e ticinese in particolare è una realtà. Altro che “percezioni”! Altro che “balle populiste e razziste”! E poi qualche bambela ha ancora il coraggio di accusare i ticinesi di essere “chiusi e razzisti”?

Per fortuna c’è l’iniziativa…

In un paese razzista, lo capiscono anche i paracarri, il numero di stranieri dovrebbe diminuire e non certo aumentare. Il problema non è il razzismo dei ticinesi su cui i soliti multikulti montano la panna, tacendo omertosi sul razzismo dei migranti in arrivo da “altre culture” che disprezzano la nostra e che magari addirittura manteniamo con soldi pubblici. Il problema è l’invasione, andata completamente fuori controllo. Che questa possa provocare delle reazioni di autodifesa è scontato. Ma la colpa è di chi ha imposto l’invasione criminalizzando i contrari.

Farsi invadere non è né obbligatorio né inevitabile. Il Giappone ha meno del 2% di popolazione straniera. Paesi dove non è in corso alcun assalto alla diligenza controllano rigorosamente l’immigrazione; e nessuno si permette di strillare al “razzismo”. Per fortuna che a breve partirà l’iniziativa contro la libera circolazione delle persone. E’ la nostra ultima opportunità per salvare la Svizzera.

Lorenzo Quadri