Ennesimo studio farlocco: “Il Ticino tra le quattro regioni più prospere d’Europa”
Le élite spalancatrici di frontiere ci hanno messi nella palta, e adesso pretendono di venirci a raccontare che siamo tutti nababbi. Il Ticino ormai è prospero solo per chi, proveniente da sud, ne ha fatto la propria riserva di caccia!
Secondo una ricerca pubblicata dalle banche cantonali romande in collaborazione con l’Istituto di economia applicata (CREA) dell’Università di Losanna, il Ticino sarebbe una delle quattro regioni più prospere d’Europa, dopo Londra, Lussemburgo e Zurigo.
Uella! Il Ticino – blatera la ricerca – avrebbe un PIL pro capite di 82’059 Fr in crescita del 27,2% rispetto alla precedente analisi del 2000.
Come la SECO
Qui siamo al livello degli studi farlocchi della SECO sul frontalierato. E questa indagine ben dimostra come ad uno “studio” si può far raccontare qualsiasi fregnaccia, anche la più avulsa dalla realtà. Basta selezionare gli indicatori giusti ed il gioco è fatto. Ai Ticinesi che non hanno la pagnotta si dirà di mangiare gli studi scientifici!
Alcuni indicatori di “prosperità”
Ed infatti il Ticino è una regione così “prospera” che:
- ci sono 8000 casi di assistenza, 1000 in più rispetto al 2015, al punto che perfino il Beltrasereno direttore del DSS ha dichiarato di essere “preoccupato”;
- i frontalieri sono il 27.1% della forza lavoro; per loro il Ticino è sicuramente “prospero”!
- la sottoccupazione è raddoppiata negli ultimi 10 anni;
- 1116 persone, pur lavorando almeno a tempo parziale, sono a carico dell’assistenza;
- Il divario tra il salario mediano ticinese e quello nazionale nel 2014 era di 1000 Fr, mentre nel 2006 era di 850 (quindi: le paghe si abbassano: fenomeno tipico da quarta regione più prospera d’Europa, nevvero scienziati romandi?)
- In Ticino sono in vigore 16 contratti normali di lavoro (li impone il Consiglio di Stato quando in un ramo o in una professione vengono “ripetutamente ed abusivamente offerti salari inferiori a quelli usuali”), mentre in tutto il resto della Svizzera se ne contano 8;
- il tasso di disoccupazione ILO ticinese del terzo trimestre 2016 era del 6.9%, quindi superiore a quello della Lombardia, quando la media nazionale è del 4.8%;
- il 28% delle persone nel nostro Cantone è confrontata con precarietà ed indebitamento, oltre il doppio della media nazionale;
- Negli ultimi mesi, le associazioni ed i gruppi caritatevoli hanno annunciato un boom delle richieste;
- Secondo un recente studio Transfair, le condizioni di lavoro in Ticino sono le peggiori della Svizzera;
- Bisogna continuare?
Però poi arrivano gli studi farlocchi ad inventarsi realtà alternative di prosperità e benessere. Stile Alice nel Paese delle Meraviglie!
Obiettivo politico
L’obiettivo di questi studi è uno solo: farci credere che, in regime di devastante libera circolazione, l’è tüt a posct, va tutto a gonfie vele, il Ticino è nientepopodimenoché la quarta regione più prospera d’Europa grazie alle frontiere spalancate e all’invasione da sud! Siamo tutti nababbi!
Cosa hanno da dire i premi Nobel delle banche romande sull’elenco di cui sopra, peraltro nemmeno esaustivo? Ce lo spiegheranno nel loro prossimo studio, quello in cui certificheranno, statistiche alla mano, che gli asini volano?
Azioni di sabotaggio
Il problema è che queste indagini-fregnaccia trovano orecchie apertissime a livello federale. Esse infatti raccontano proprio quello che i camerieri dell’UE vogliono sentirsi raccontare. Così facendo, danneggiano enormemente la causa di questo sempre meno ridente Cantone. Questi studi del piffero sono delle vere e proprie azioni di sabotaggio ai danni della popolazione ticinese. Perché hanno un bel darsi da fare i rappresentanti ticinesi a spiegare agli interlocutori della Confederella l’allarmante degrado occupazionale e di conseguenza sociale con cui ci troviamo confrontati (grazie, libera circolazione!) se poi arrivano gli studi dei grandi scienziati (banche romande, IRE) a raccontare che invece siamo la quarta regione più prospera d’Europa!
Magari prima di pubblicare certe “indagini” ridicole, sarebbe il caso di conoscere un po’ il territorio. Perché con le sole pippe mentali accademiche si racimolano figure marroni. E si getta nel water la propria credibilità.
Lorenzo Quadri