Ieri la rapina al distributore di benzina di Brusino Arsizio, con tanto di esplosione di colpi di arma da fuoco. I malviventi –stranieri, ma tu guarda i casi della vita – entrati ed usciti in auto dal valico incustodito, erano armati di fucile a pompa e di pistola. E li hanno usati.

Il giorno prima, la rapina in casa a Pura. La proprietaria è stata legata ed imbavagliata, e l’abitazione svaligiata.

Questi due episodi, verificatisi ad un giorno di distanza uno dall’altro, dimostrano al di là di ogni dubbio la perdita di sicurezza con cui questo Cantone deve fare i conti. E ci sono dei responsabili: la devastante libera circolazione delle persone e gli spalancatori di frontiere.  Possiamo dunque ringraziare i $ignori del “dobbiamo aprirci”. Infatti ci siamo aperti alla delinquenza d’Oltreconfine. Non solo, ma ne siamo diventati il paese del Bengodi. La situazione ticinese è chiara: frontiere spalancate e, sugli stabili, dispositivi di sicurezza inesistenti o ridicoli. Un vero invito a nozze per i malviventi UE.

Da questi due recentissimi episodi di criminalità importata (del resto se l’80% degli “ospiti” del penitenziario cantonale della Stampa sono stranieri un motivo ci sarà, e di sicuro non è il pericolo di fuga) possiamo trarre due lezioni.

1)       I valichi o sono presidiati  o vanno chiusi. La ministra del 5% si dia una svegliata.

2)       I cittadini, come più volte scritto da queste colonne, devono essere tutelati in modo particolare contro le rapine in casa. Da un lato le pene per chi commette questi reati devono diventare deterrenti. E questo deve essere risaputo, soprattutto all’estero. Ciò significa: inasprimenti massicci. Dall’altra, l’aggredito deve potersi difendere senza rischiare di trovarsi lui sul banco degli imputati. L’eccesso di legittima difesa non deve dunque più essere punibile in caso di rapina nella propria abitazione. La casa deve godere di una protezione particolare. Il rapinatore deve saperlo. E deve sapere che delinque a suo totale rischio e pericolo. Una mozione in questo senso è stata depositata da chi scrive in Consiglio nazionale, dove è ancora in “dolce attesa”.

Però, invece di preoccuparsi di inasprire le pene per i delinquenti stranieri pericolosi  ai quali ci siamo “aperti” grazie alla libera circolazione delle persone – perché non abbiamo a che fare con ladri di ciliegie, ma con criminali che non si fanno problemi a sparare – la politica federale imbevuta di politikamente korretto criminalizza gli automobilisti; vedi il grottesco programma Via Sicura. Sono forse queste le priorità?

Lorenzo Quadri