Il progetto DaziT solleva inquietanti domande. Il capo delle dogane è fuori controllo?

A difendere le frontiere svizzere ci saranno operatori stranieri? Non succede da nessun’altra parte al mondo!

DaziT: la sigla asettica ed apparente innocua – sta ad indicare un progetto globale di modernizzazione e trasformazione dell’amministrazione generale delle dogane.

La riforma, nata nel 2017, avrebbe dovuto limitarsi ad un aggiornamento del sistema informatico doganale, ormai vetusto. Ma poi è dilagata ben oltre gli intendimenti iniziali, dando il via a quello che si sta rivelando uno stravolgimento totale nella gestionedella sicurezza dei nostri confini.

Una sola professione

Di DaziT in Ticino si sente parlare assai poco. All’ “uomo della strada” il nome non dice nulla. Eppure il tema dovrebbe interessarci parecchio, visto che siamo un Cantone di frontiera. E che frontiera…

Con DaziT si prevede di affidare i compiti doganali e di polizia di confine ad una sola figura professionale: quella di “specialista di dogana e di sicurezza dei confini”. Quindi le tradizionali figure – che hanno compiti ben distinti – di guardia di confine e di specialista doganale sono destinate a sparire, sostituite dalla nuova professione. Quest’ultima dovrebbe riunire in sé tutte le competenze: controlli di persone, merci, veicoli e sicurezza dei confini (con l’eccezione del servizio antifrode). In più, anche il personale amministrativo sarà tenuto ad indossare l’uniforme e sarà armato.

Un direttore nella bufera

A promuovere questa vera e propria rivoluzione è il direttore delle dogane Christian Bock: una figura quanto mai discussa ed al centro di varie critiche. In particolare Oltralpe. La stampa confederata gli rimprovera incapacità di conduzione del personale, autoritarismo ed ostinazione nel fare quello che più gli aggrada, in barba alle direttive ricevute. Il Dipartimento federale delle finanze, da cui dipende il settore, avrebbe perso il controllo della situazione.

Particolarmente delicata la questione del personale armato. Di recente Bock è stato al centro dell’ennesimo episodio imbarazzante. Ne ha riferito anche il Mattino le scorse settimane.Lui e la sua vice, viaggiando in treno, si sarebbero rifiutati di intervenire – cosa che le guardie di confine normalmente fanno –  in aiuto del controllore nel gestire un passeggero problematico, malgrado i due fossero armati. Nel rifiuto d’intervento c’è chi ha letto la conferma del fatto che Bock e la vice siano sì armati, ma che non sappiano gestire la pistola d’ordinanza. E, se questa è la situazione dei gradi capi, figuriamoci quella dei “peones”. Inoltre, non tutti i funzionari e le funzionarie amministrative sono entusiasti all’idea di dover improvvisamente portare un’arma, con le responsabilità ed i rischi che ciò comporta. C’è anche chi non se la sente.

Sicurezza affidata a stranieri?

Ma il progetto DaziT contiene anche un’altra aberrazione: per la nuova figura di “specialista di dogana e di sicurezza dei confini” non è previsto il requisito della cittadinanza svizzera, che è (era) invece richiesta alle guardie di confine. Per trovare conferma basta guardare nel sito dell’Amministrazione federale delle dogane, alla sezione “come candidarsi”.

Con DaziT a difendere i confini elvetici ci possono dunque essere dei cittadini stranieri. Forse addirittura con un semplice permesso B. E magari un domani perfino frontalieri?

Intanto gli uccellini cinguettano che stranieri dimoranti (nemmeno domiciliati) sarebbero già assurti a ruoli di rilievo all’interno dell’Amministrazione federale doganale. Grazie Bock!

Cose del genere non succedono da nessun’altra parte al mondo.Nella guardia di Finanza italiana, come pure in quella tedesca o francese, non vengono assunti cittadini elvetici.

Anche il Gigi di Viganello è in grado di capire che non è accettabile affidare la sicurezza dei confini nazionali ad operatori stranieri. Eppure il governicchio federale va proprio in questa direzione!

Se aggiungiamo che anche i vertici dell’esercito vogliono “aprire” agli stranieri, ben ci rendiamo conto che il disegno dei camerieri bernesi di Bruxelles è quello di rottamare completamente la sicurezza nazionale. Pori nümm e povera Svizzera!

Lorenzo Quadri