Oltreramina continuano a montare la panna sul rüt abusivo. Ma intanto, nel Ceresio…
Al di là della ramina continuano a montare la panna sulla questione dei “ticinesi” che butterebbero abusivamente i sacchi del rüt neri in territorio italico, per non pagare il fetido balzello. “Ticinesi” è virgolettato perché la nazionalità di queste persone non è nota. In questo sfigatissimo Cantone, un terzo della popolazione è straniera ed un altro terzo ha il doppio passaporto. Per cui, è più probabile che i “depositatori abusivi” indicati come ticinesi NON siano in realtà tali. Un po’ come gli automobilisti con targhe rossoblù che commetterebbero infrazioni nella Penisola oggetto di altre diatribe transfrontaliere.
Questo tanto per chiarire la situazione ai giornalai italici che pubblicano titoli a caratteri cubitali su presunti “ticinesi zozzoni”.
Non ci sta bene
Che l’introduzione generalizzata (o quasi) del fetido balzello sul sacco del rüt avrebbe provocato discariche abusive e “littering”, il Mattino è un bel po’ che lo scrive. Naturalmente tali fenomeni si verificano soprattutto al di qua della ramina. Aspettiamo pertanto di vedere cosa accadrà nelle zone discoste di Lugano.
Tuttavia, che i soliti sindaci della fascia di confine italica trasformino un paio di sacchi neri abusivi in un caso di Stato per avere un po’ di visibilità mediatica imprecando contro i “ticinesi zozzoni” non ci sta bene proprio per niente.
E i razzisti saremmo noi?
Eppure ancora martedì, tanto per fare un esempio, il pur apprezzabile quotidiano Libero, edizione di Milano, dedicava alla questione addirittura mezza pagina.
Le dichiarazioni teatrali e roboanti dei sindaci interpellati sono decisamente degne di miglior causa: “fatti gravi, non ne possiamo più, elvetici incivili, ci doteremo di videosorveglianza” e avanti con le sparate! Ah, e poi nel Belpaese hanno ancora il coraggio di accusare noi di essere razzisti nei confronti degli italiani?
Signori sindaci, come già scritto su queste colonne, state calmini che è meglio! Multate chi scarica illegalmente la monnezza sul vostro territorio e fatela finita (non prima, però, di indicare la nazionalità degli imbrattatori).
Non ne possiamo più
Se invece vogliamo andare avanti a giochicchiare con gli elenchi dei “non ne possiamo più”, il nostro è ben più lungo del vostro. Ad esempio:
- Non ne possiamo più di venire invasi quotidianamente da 70mila frontalieri, quando troppi ticinesi sono a casa in disoccupazione o in assistenza;
- Non ne possiamo più di trovarci le strade intasate e l’aria impestata da “targhe azzurre”;
- Non ne possiamo più di frontalieri che, oltre ad arrivare in Ticino uno per macchina (ma naturalmente i $inistrati eco-isterici non hanno MAI nulla da dire al proposito, chissà come mai?), infrangono i limiti di velocità e posteggiano abusivamente;
- Non ne possiamo più di essere costretti ad accogliere nel nostro Cantone, per colpa della devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, troppi pendolari italici che sputano nel piatto dove mangiano;
- Non ne possiamo più di versare ogni anni 84 milioni di Fr di ristorni al Belpaese;
- Non ne possiamo più di pagare, con i nostri soldi, anche i costi di raccolta e smaltimento del rüt che i frontalieri depositano sul nostro territorio;
- Non ne possiamo più dei fungiatt d’Oltreramina che ad ogni stagione devastano i nostri boschi;
- Non ne possiamo più dei Comuni italici che, malgrado incassino ogni anno i ristorni, continuano a versare la cacca direttamente nel lago Ceresio perché i depuratori non vengono realizzati;
- Non ne possiamo più di sindaci di Comuni italiani della fascia di confine che conducono campagne denigratorie contro i ticinesi dimenticandosi che, senza i soldi dei ristorni versati dal Ticino, i loro Comuni sarebbero in bancarotta da un pezzo; per cui, chiudiamo subito i rubinetti! Triciclo PLR-PPD-P$ in Consiglio di Stato, sveglia!
- Non ne possiamo più…
Chi si diverte?
Se i sindaci di Cremenaga, di Lavena Ponte Tresa, eccetera, vogliono – come minacciano (?) a mezzo stampa – installare potenti sistemi di videosorveglianza che neanche alla Casa Bianca per beccare i residenti in Ticino (non: “i ticinesi”, è diverso) che depositano abusivamente la monnezza sul loro territorio, si accomodino. Ne hanno facoltà. Noi intanto cominciamo a bloccare i ristorni, a procedere con controlli radar sistematici appena fuori dalla dogana per beccare i frontalieri con il piede pesante, e chiudiamo subito tutti i valichi secondari di notte, come da decisione del Parlamento federale. Poi vediamo chi si diverte di più.
Lorenzo Quadri