Tra le varie sorprese contenute nel pacco regalo (o pacco e basta, fate voi…) del preventivo cantonale 2012 ce ne sono un paio che lasciano davvero perplessi non per le cifre in ballo, ma per le persone che si vanno a colpire. E’ saggio suscitare risentimento e rifiuto generalizzato per misure del valore di pochi milioni?
Fatto sta che la categoria degli anziani e degli invalidi a beneficio della prestazione complementare, risulta presa di mira a due riprese.
Una prima volta con il taglio dello spillatico, il secondo in pochi anni. Col risultato che l’argent de poche degli anziani ospiti in casa anziani, che fino al 2005 era di 300 Fr mensili, scenderebbe nel 2012 sotto i 100. La “paghetta” degli anziani e degli invalidi in istituto nel giro di 7 anni risulterebbe dunque ridotta a meno di un terzo. Se a subire un simile trattamento fosse stato lo spillatico degli asilanti, non osiamo immaginare le insurrezioni “politically correct” cui la misura avrebbe dato adito. Invece, evidentemente, quando si tratta di anziani ospiti in istituto si può “osare”: anche con decurtazioni che mettono a rischio il caffè offerto ai parenti in visita, il regalo di Natale per i nipotini, il nuovo paio di scarpe.
Il poco decoroso risparmio era già nell’aria nei mesi precedenti la consegna del preventivo 2012. Al proposito, in Gran Consiglio il direttore del DSS Paolo Beltraminelli, sollecitato sul tema, si espresse in questi termini: «Se proporremo quel taglio, vuol dire che stiamo proprio raschiando il fondo del barile».
Non solo si raschia il fondo del barile, ma si comincia pure a scavare nel terreno sottostante, se si pensa che alla mutilazione dello spillatico si vuole affiancare pure una seconda misura che va a colpire gli anziani e gli invalidi con PC. Con il 2012 si vorrebbe ridurre il rimborso del premio di cassa malati, che ora copre il premio effettivamente pagato, alla copertura del premio medio. L’eventuale differenza rimane a carico del diretto interessato.
Cosa dovrebbe fare dunque chi non vuole doverci mettere dei soldi di tasca propria? Cercarsi una cassa malati meno cara. Più facile a dirsi che a farsi.
In effetti ci si aspetta che l’anziano beneficiario della PC, magari novantenne e non troppo in forma, lasci la cassa malati “nota” per andarsene a trovare un’altra: magari consultando i premi in internet?
A lasciare a bocca aperta è la tempistica entro la quale il Consiglio di Stato pretenderebbe che si svolgesse l’operazione. Il comunicato stampa ufficiale che annuncia urbis et orbis il “regalo natalizio” è datato 18 novembre. Per cambiare cassa malati l’ultimo termine scade il 30 novembre.
In altre parole ci si aspetta, e non è uno scherzo, che il nostro novantenne, magari poco pratico di questioni burocratiche e comprensibilmente in difficoltà nell’affrontarle, cambi cassa malati non già in un anno, ma nel giro di dieci giorni! Come se non bastasse, fingendo di ignorare che gli assicuratori malattia cercano di scoraggiare l’affiliazione di “cattivi rischi”, come è il caso appunto di persone anziane o malate, opponendo dei rifiuti. Rifiuti che sono ingiustificati sul piano legale. Ma pretendere che il nostro novantenne si metta a cavillare, LAMal alla mano, con il funzionario istruito apposta per sbarrargli la strada, ci pare francamente eccessivo.
Circa 11mila persone hanno sottoscritto l’iniziativa popolare cantonale “Per un aiuto concreto agli anziani in difficoltà”, che vuole introdurre una modesta gratifica annua a beneficio dei pensionati meno abbienti, tra cui spiccano quelli a beneficio della Complementare. L’iniziativa è riuscita nell’estate 2010, ma ancora non è stata sottoposta al voto popolare; tuttavia, tra i cittadini, l’attesa è alta.
In ogni discorso, in ogni allocuzione ufficiale che abbia quale tema la terza età, viene ribadita ad oltranza la necessità di garantire una vecchiaia migliore a chi, oggi anziano, a costo di duro lavoro e di molti sacrifici, ha costruito la nostra società. Invece proprio queste persone che a parole si vogliono premiare, nei fatti – e nel borsello – vengono penalizzate. Qui c’è qualcosa che non funziona.
Lorenzo Quadri
Municipale di Lugano, capodicastero Istituti sociali