Asilante ucciso a Brissago

 

Nelle prime ore di sabato a Brissago è avvenuto un grave fatto di sangue. La polizia  cantonale è dovuta intervenire in un edificio che ospita migranti, dove era in corso una lite tra richiedenti l’asilo. Un asilante  38enne dello Sri Lanka (da quale guerra fuggiva?) si è scagliato sull’agente e su due richiedenti, armato di due coltelli (!), costringendo così il poliziotto ad aprire il fuoco per difendere se stesso e gli altri due uomini. L’aggressore è deceduto poco dopo a causa delle ferite riportate.

Il direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi ed il comandante della Polizia cantonale Matteo Cocchi hanno espresso solidarietà all’agente, spiegando che “non siamo nel Far West”: i poliziotti, oltre ad essere (evidentemente) addestrati all’uso delle armi, si devono attenere a delle precise procedure prima di premere il grilletto.

Legittima difesa

Quanto accaduto a Brissago è scioccante. Non siamo abituati a simili fatti e nemmeno vogliamo abituarci. Ma se si verificano, sappiamo chi ringraziare.  Vero signori del “devono entrare tutti”?

Il fatto di sangue dell’altra notte pone nuovamente il tema della legittima difesa. Chi viene aggredito, per evitare il peggio deve reagire rapidamente: nel giro di secondi o di frazioni di secondo. Non ha il tempo di procedere ad approfondite valutazioni della situazione. E’ insensato pretendere da chi è minacciato che rinunci a difendersi in modo efficace, mettendo così a repentaglio la propria vita o quella di altre persone, e questo per paura di eccedere nella legittima difesa e di finire di conseguenza sul banco degli imputati. Per questo motivo il promotore dell’iniziativa popolare “Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa” Giorgio Ghiringelli ha espresso la propria solidarietà al poliziotto. Lo stesso facciamo noi.

L’iniziativa

Se valutare la pericolosità di un aggressore è difficile per un agente addestrato, figuriamoci per il comune cittadino. A maggior ragione se quest’ultimo viene aggredito nella propria abitazione. Al proposito è pendente alle Camere federali un’iniziativa parlamentare di chi scrive, che chiede che un eventuale eccesso di legittima difesa della vittima di un’aggressione in casa propria sia ritenuto scusabile “di default”, a meno che gli inquirenti dimostrino il contrario. Si tratta di un potenziamento del diritto alla legittima difesa di chi viene aggredito nella propria abitazione. Un potenziamento sempre più necessario davanti ad una criminalità, specialmente “d’importazione”, che si fa viepiù violenta e sprezzante della vita altrui.

Lorenzo Quadri