Mentre si scopre che in Ticino si era trasferita la “mente di un sodalizio criminale”

“Immigrazione uguale ricchezza”! Certo, come no. Ed infatti grazie alla devastante libera circolazione delle persone e alle frontiere spalancate il Ticino è diventato l’Eldorado dei delinquenti d’Oltreconfine. Nei giorni scorsi è stato arrestato a Como per traffico di stupefacenti un quarantenne italico, tale Omar Ribaudo, già destinatario di un ordine di custodia cautelare nel 2009, per – citiamo dal portale Ticinonews – “reati di traffico di stupefacenti, aggravati dal metodo mafioso”. Secondo gli inquirenti di Palermo, l’ennesimo immigrato di specchiata onestà era “la mente di un sodalizio criminale, gestiva ed organizzava i traffici di droga dall’hinterland milanese alla Calabria con destinazione finale Palermo”.

Nel 2014…

Ora, e qui viene il bello, il signor Ribaudo era felice titolare di un permesso B dal gennaio 2014, e se ne sarebbe stato tranquillo e beato e libero come l’aria in Ticino se non avesse commesso l’imprudenza di recarsi a Como, dove è stato arrestato!
Nel gennaio 2014 non era ancora in vigore né la richiesta dell’estratto del casellario giudiziale (e nemmeno quella dell’attestato dei carichi pendenti) introdotti da Gobbi nell’aprile del 2015. Ecco dunque un bell’esempio concreto di quello che succede a rilasciare permessi G o B alla cieca, senza alcuna verifica, come vorrebbero i kompagni spalancatori di frontiere e la ministra del “devono entrare tutti” Simonetta  Sommaruga. E qualche cameriere bernese dell’UE ha ancora la tolla di dire che l’estratto del casellario non serve?

Accordi internazionali

I permessi rilasciati a cani e porci, senza verifiche, sono la diretta conseguenza degli accordi internazionali sulla libera circolazione delle persone fortemente voluti e difesi dalla partitocrazia. Risultato: delinquenti pericolosi si trasferivano in Ticino; addirittura “la mente di un sodalizio criminale”. Ecco dunque la migliore risposta da dare a chi, sia a Berna che Oltreconfine, starnazza contro il casellario giudiziale. In realtà nella Penisola si servono semplicemente del casellario come pretesto per non sottoscrivere i famosi accordi sulla fiscalità dei frontalieri a cui l’Italia non è interessata. I boccaloni federali ci cascano come polli d’allevamento e, more solito, se la prendono con il Ticino!

La kompagna Sommaruga…

Gli uccellini bernesi cinguettano che nei giorni scorsi la kompagna Sommaruga ha ancora tentato di fare opera di convinzione (?) presso la Deputazione ticinese a Berna contro il casellario giudiziale.

Il tema è attuale: in novembre la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati ha approvato, seppur di misura, un’iniziativa cantonale ticinese che chiede di lasciare facoltà ai Cantoni di chiedere l’estratto del casellario giudiziale prima del rilascio di permessi B e G. In gennaio l’iniziativa in questione è stata approvata pure dalla Commissione del Nazionale. Che ne dibatterà ancora la prossima settimana.  C’è quindi il “fondato sospetto” che la kompagna Simonetta non se ne sia ancora fatta una ragione ed insista nel  tentare  di sabotare l’operazione da dietro le quinte: perché in Svizzera devono entrare tutti. Delinquenti compresi. Come il signore arrestato nei giorni scorsi, appunto.

Lorenzo Quadri