“Casualmente” proprio ora arrivano le “indagini” sul gradimento dei trattati con l’UE
Ma guarda che coincidenza! Proprio quando le Camere federali sono entrate nella fase finale del dibattito sul “maledetto voto” del 9 febbraio – e si apprestano a licenziare un compromesso-ciofeca contrario alla Costituzione, che calpesta la volontà popolare – ecco che arriva un nuovo sondaggio pilotato a reggere la coda alla fallimentare libera circolazione delle persone.
Secondo il barometro delle apprensioni del Credit Suisse, realizzato dall’istituto demoscopico gfs.bern su un campione di mille persone, il consenso per i bilaterali sarebbe salito lo scorso anno. Se nel 2015 il 60% degli interpellati li approvava, quest’anno il consenso sarebbe salito addirittura all’81%: uella! E, se nel 2015 il 24% degli interpellati voleva disdire gli accordi con l’UE, quest’anno la percentuale sarebbe scesa al 19%. Perbacco!
Tre punti
Chissà perché, c’è come il sospetto che si tratti dell’ennesima inchiesta taroccata nel tentativo, sempre più vano, di fare propaganda alla fallimentare libera circolazione delle persone quando quest’ultima “ciurla nel manico” più che mai.
Punto primo. Questi sondaggi farlocchi non ne azzeccano una a tutti i livelli. Soprattutto su quei temi che vengono bollati come “populisti e razzisti”, e quando si tratta di prevedere l’asfaltatura delle élite spalancatrici di frontiere. Tanto per fare due esempi: a dar retta ai sondaggi, la Brexit sarebbe stata sotterrata e il presidente USA oggi sarebbe Hillary Clinton.
Punto secondo. I sondaggi “toppano”, ma sempre nella stessa direzione: contro gli odiati “populismi” e a sostegno dell’UE e delle frontiere spalancate. C’è quindi il “vago sentore”, per usare un eufemismo, che vengano realizzati per influenzare le votazioni popolari nel senso auspicato dai committenti. E non certo per l’attendibilità delle previsioni: quelle del mago Otelma risultano decisamente più affidabili. Perché dunque continuare a spendere soldi in strumenti che fanno flop ogni volta? Non lo farebbe nessuno. A meno, appunto, che l’obiettivo sia un altro. Non sapere in anticipo il risultato di una votazione o elezione, bensì tenare di influenzarlo nel senso voluto.
Punto terzo. Quando si spara una cifra bisognerebbe anche essere in grado di giustificarla. Per quale motivo i bilaterali avrebbero guadagnato punti nel corso del 2015? Non se ne vede alcuno. La devastante libera circolazione delle persone ha continuato a fare danni. I trombati (definizione dell’industriale radikalchic Carlo De Benedetti) di Bruxelles hanno continuato a trattare la Svizzera come una colonia, con la fattiva complicità dei loro camerieri della partitocrazia svizzera (sempre schierati a favore dell’UE e contro il popolo becero che vota sbagliato perché non capisce un tubo). Di certo, dunque, gli eurobalivi non hanno fatto nulla per rendere più appetibili i rapporti con loro. In Europa crescono le forze contrarie all’UE (vedi il Front National francese) e la Brexit ha trionfato. Il post-Brexit ha dimostrato che si può scaricare l’UE senza che ciò comporti alcuna catastrofe economica, anzi. Le presidenziali USA insegnano che si può eleggere un presidente “populista e xenofobo”, e ciononostante la borsa non crolla, ma vola. Anche in Svizzera, alcune voci autorevoli, pure in ambito accademico – quindi non i soliti “razzisti e xenofobi” che, come noto, non sanno né leggere né scrivere – hanno avuto il coraggio di rompere un tabù, dichiarando che la libera circolazione delle persone è inutile all’economia e che la Svizzera può benissimo andare avanti anche senza i bilaterali.
L’unica spiegazione…
Non c’è dunque alcuna ragione perché gli svizzeri dovrebbero attribuire nel 2016 a tali accordi un’importanza maggiore rispetto a quella che gli attribuivano nel 2015. Il nuovo sondaggio si spiega dunque solo nel quadro generale del sabotaggio del “maledetto voto” del 9 febbraio (e di Prima i nostri) e di stupro della democrazia e delle decisioni del popolo. Gli svizzerotti “chiusi e gretti” votano contro la volontà delle élite: pertanto, necessitano di venire rieducati. E in questo senso anche i sondaggi farlocchi fanno brodo.
Lorenzo Quadri