Legge CO2: ancora una volta i ro$$overdi rifiutano di rispettare la volontà popolare

I $inistrati ro$$overdi, anche questa volta, si stanno dimostrando dei pessimi perdenti.

Dopo che la loro Legge sul CO2, lo scorso 13 giugno, è stata asfaltata dalle urne, hanno dato fuori di matto.

Possiamo comprendere la frustrazione della gauche-caviar che, dimostrandosi per l’ennesima volta del tutto avulsa dalla realtà dei cittadini svizzeri, pretendeva di depredare la gente a suon di ecotasse ed ecobalzelli in tempo di crisi nera, strillando fetecchiate quali “La terra brucia”.

Frustrazione comprensibile

Possiamo comprenderla, la loro frustrazione, perché i $inistrati si vedevano già vincitori in carrozza. Avevano piegato alla propria volontà (niente di nuovo) il sempre più disorientato “centro” PLR-PDD. Quanto alla stampa di regime, è dalla loro parte da un pezzo (la stragrande maggioranza dei giornalai è di $inistra; alla SSR addirittura il 70%, come emerso da uno studio realizzato dall’Università di Zurigo nel 2017).

Da anni i media “mainstream” praticano il lavaggio del cervello ai cittadini nel segno dell’isterismo climatico (altro che “pluralità”). Chi osa sostenere posizioni contrarie alle ecotasse viene denigrato ed infamato come “negazionista”, “servo della lobby petrolifera (uhhh, che pagüüüraaa)” o addirittura “criminale climatico”: perché questo è ciò che intende la $inistra partito dell’odio quando blatera di “rispetto di chi la pensa diversamente.

A sostegno della legge sul CO2 era schierato pure il pollaio delle varie associazioni economiche farcite di soldatini della partitocrazia. Le lobby erano animate dalla volontà di attingere a piene mani al fondo miliardario per il clima, che sarebbe stato costituito con i soldi sottratti ai contribuenti.

Quattro gatti

Come sappiamo, solo Lega, Udc e Mattino erano schierati contro la nuova legge sul CO2. La configurazione era “quattro gatti contro il resto del mondo”. Per questo, data la disparità delle forze in campo, i $inistrati – sostenuti da un battage pubblicitario milionario – pensavano di vincere facile. Invece è andata buca! Interessante è il fatto che i giovani hanno massicciamente respinto le ecotasse, con un 58% di no.

Con grande costernazione della partitocrazia la quale, nella sua miopia, pensava che la cosiddetta “gioventù per il clima” fosse rappresentativa di tutti i giovani. Invece, ha toppato in pieno: il gruppo in questione rappresenta solo una minoranza dei giovani. Eminoritario resta; anche se starnazza più forte degli altri. Anche se ha la casta che gli regge la coda (e di certo con intenti tutt’altro che nobili).

Errore madornale

Il cosiddetto “centro” ha commesso un errore madornale: invece di dar retta alla propria base è corso scioccamente dietro ad esagitate minoranze di $inistra. Così facendo, ha tradito il proprio elettorato. E quindi è stato asfaltato. Avrà imparato la lezione? C’è da dubitarne!

Non si sognano

Il colmo è che i $inistrati, ma c’era da aspettarselo,  non si sognano di riconoscere che hanno perso. Vanno avanti come se il 13 giugno non ci fosse stato.

Con una faccia di tolla che la metà basta, la kompagna Sommaruga ha dichiarato che – dopo l’asfaltatura della Legge sul CO2 – è necessario “un secondo round” insistendo che bisogna (?) rispettare l’accordo di Parigi e blablabla. Frena Ugo!

Prima di tutto, le votazioni popolari non sono degli incontri di boxe. Di round ce n’è uno solo. Il popolo ha detto NO. E questo NO deve essere rispettato! Anche dai politichetti ro$$overdi, che non sono più belli degli altri (anzi). Altro che tentare di far rientrare dalla finestra quello che i cittadini hanno fatto uscire dalla porta. Atteggiamento, peraltro, tipico della $inistra che disprezza i diritti popolari e non perde occasione per dimostrarlo.

Quindi:

1) No vuol dire No.
2) L’accordo di Parigi, gli obiettivi 2030 e compagnia cantante non sono affatto scolpiti nel granito. Si tratta, al contrario, diaccordi non vincolanti. Porsi degli obiettivi meno ambiziosi è possibile. Nella consapevolezza, e non ci vuole il Mago Otelma per prevederlo, che nessun paese adempirà agli obblighi dell’accordo di Parigi. Del resto, la Svizzera negli ultimi 10 anni ha ridotto la propria produzione di CO2 di un quarto: scusate se è poco! Quanti Stati possono vantarsi di aver fatto lo stesso?
3) Non sta né in cielo né in terra che 10 giorni dopo essere stati asfaltati dalle urne i perdenti se ne escano ancora con le stesse pretese, condite con una salsa diversa. Ma chi credono di menare per il naso questi ro$$overdi?

Lorenzo Quadri