Devastante libera circolazione delle persone: adulti già formati, residenti in Italia, assunti in Ticino come apprendisti

A fine ottobre 2013 erano in vigore 806 contratti di tirocinio stipulati con apprendisti frontalieri

La sostituzione dei residenti con frontalieri è un male ormai riconosciuto nel mercato del lavoro ticinese. Un male che però interessa anche il settore dell’apprendistato. Ovvero, vengono assunti adulti già formati come apprendisti. Il gran consigliere leghista Massimiliano Robbiani è tornato a sollevare questo spinoso tema tramite interrogazione al Consiglio di Stato.

E’ ovvio che il giovane ticinese non potrà competere, quanto a produttività, con l’adulto italiano con già esperienza professionale. Del resto non è nemmeno questo lo scopo dell’apprendistato. Per definizione l’apprendista deve imparare. Ma purtroppo la situazione occupazionale italiana è tale che perfino farsi assumere come apprendista diventa accettabile, in un’ottica di meno peggio.

 

Scappatoia

I posti d’apprendistato, e già non è così scontato trovarli, devono servire ai giovani ticinesi per imparare una professione e non diventare una scappatoia per assumere manodopera estera a basso costo.

La sostituzione dei residenti con frontalieri nel mercato del lavoro è una realtà con cui devono fare i conti troppi adulti (alla faccia delle statistiche taroccate della SECO).  Che questo fenomeno di sostituzione cominci già alla fine delle scuole medie, è davvero troppo.

Del resto anche i “veri” apprendisti residenti Oltreconfine diventeranno poi lavoratori frontalieri. Perché formare futuri frontalieri quando quelli attuali sono già in esubero? Senza dimenticare il danno sociale che si provoca esponendo alla concorrenza sleale da oltreconfine di ragazzi che hanno appena terminato la scuola dell’obbligo. Come si può accettare che la primissima esperienza col mondo del lavoro sia quella della sostituzione?

E’ chiaro che gli apprendisti  frontalieri devono essere autorizzati solo in casi veramente eccezionali, per non dire mai. Attualmente lo scenario che si presenta non è questo. Infatti, con rapidità inusitata, il Consiglio di Stato ha risposto all’interrogazione Robbiani. Si apprende così che a fine ottobre 2013 risultavano esserci 806 apprendisti frontalieri.

Una situazione analoga si verifica con gli stage. Ed in particolare con l’utilizzo di frontalieri assunti formalmente come stageaires ma che in realtà sono dei lavoratori a tutti gli effetti.

 

L’illusione del salario minimo

Non si creda di poter risolvere i problemi occupazionali del Ticino con il salario minimo con cui si riempiono la bocca i kompagni poiché questo salario minimo è semplicemente un colossale regalo ai frontalieri.

Il fatto è che sono passati due mesi da quando l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” è stata votata dal popolo e quindi è diventata un disposto costituzionale. In questi due mesi, di proposte concrete di concretizzazione della volontà popolare se ne sono sentite poche. Moltissime, per contro, le proposte di non concretizzazione. Del tipo: è vero che il popolo ha votato ma possiamo aspettare tre anni per tradurre questo voto in pratica; è vero che il popolo ha votato ma potremmo anche escludere i frontalieri dai contingenti; è vero che il popolo ha votato ma intanto troviamo un escamotage per applicare comunque la devastante libera circolazione delle persone alla Croazia, scavalcando il parlamento.

Nel frattempo, malgrado il popolo abbia votato per il ritorno ad un controllo sull’immigrazione, ci sono ragazzini ticinesi che, appena finita la scuola media, non possono accedere ad un apprendistato perché si trovano messi in concorrenza sleale con adulti già formati residenti nella vicina Penisola.

Lorenzo Quadri