KrankenCassis scaricato in mezzo al guado dai colleghi del governicchio federale?
Tempi assai grami per il ministro degli esteri italo-svizzero Ignazio KrankenCassis e per la sua smania di concludere trattati con la fallita UE. Questo quando con gli eurobalivi non bisogna sottoscrivere nessun accordo. Semmai, urge disdire qualcuno di quelli in vigore! A partire, ovviamente, dalla libera circolazione delle persone.
Settembre?
Alla faccia del tanto decantato “tasto reset”, KrankenCassis ha fretta di firmare lo sconcio accordo quadro istituzionale con la DisUnione europea (che sta già saltando per aria per conto proprio, a seguito del caos asilo). Trattasi, come noto, di accordo capestro tramite il quale i funzionarietti di Bruxelles, non eletti da nessuno, ci imporrebbero le loro leggi. E ci imporrebbero anche i giudici stranieri.
KrankenCassis brama di concludere l’accordo quadro con l’UE entro l’autunno. Prima si parlava di ottobre. Adesso addirittura di settembre. Ma col piffero!
“Appeso a un filo”
Eppure, anche se sembra incredibile, in Consiglio federale potrebbe non esserci una maggioranza a sostegno del ministro degli esteri. La stampa d’Oltregottardo scrive che “la politica europea di Cassis è appesa ad un filo”. La notizia è che Cassis avrebbe una “politica europea”. Finora ha semplicemente scopiazzato quella del suo predecessore, Didier “dobbiamo aprirci all’UE” Burkhaltèèèr. Come ha ben detto Blocher: “il vino è sempre lo stesso, cambia solo la bottiglia”.
Ma perché la presunta politica europea del ministro (ex) doppiopassaporto sarebbe appesa ad un filo? Perché con le sue belle pensate il buon Cassis è riuscito a scontentare sia la “destra” che la $inistra. Sicché la sottoscrizione dello sconcio accordo quadro istituzionale parrebbe non trovare un consenso sufficiente nel governicchio federale. Dove i due UDC ed i due P$, sommati, fanno la maggioranza.
Come mai?
Da un lato l’UDC di accordo quadro istituzionale non vuole – giustamente – sentir parlare. Quindi i due ministri democentristi, Maurer e Parmelin, non appoggeranno Cassis. Dall’altro anche i $inistrati del P$ stanno facendo retromarcia. Ed il fatto nuovo è questo. Fino ad un paio di mesi orsono, i $ocialisti cianciavano di accordo quadro da firmare “subito”: perché, quando Bruxelles comanda, i poveri tapini svizzerotti possono fare una sola cosa, ovvero scattare sull’attenti! Ma adesso, da un po’ di tempo, la gauche-caviar tace. Citus mutus. Perché? Facile: perché i kompagni si sono finalmente accorti (dopo averne mangiate cinquanta fette…) che l’accordo quadro segnerebbe la FINE delle misure accompagnatorie alla libera circolazione delle persone. L’UE infatti vuole che queste misure spariscano. Cassis si è detto pronto a calare le braghe: tutto, pur di firmare un nuovo trattato con i balivi di Bruxelles! Ma poiché i kompagni si sono sempre riempiti la bocca con le misure accompagnatorie, adesso sono loro malgrado costretti, per non diventarne i becchini, a fare retromarcia sull’accordo quadro.
Conseguenza: nemmeno i $ocialisti in Consiglio federale – ovvero la ministra del “devono entrare tutti” kompagna Sommaruga e Alain Berset – appoggiano la “politica” di Cassis. Il quale, apparentemente, può contare solo sul sostegno del compagno di partito “Leider” Ammann (quello che, il giorno stesso in cui i Giuda delle Camere federali rottamarono il “maledetto voto” del 9 febbraio, corse tutto scodinzolante a telefonare a “Grappino” Juncker per annunciargli la lieta novella). E su quello della Doris “pieno sostegno a Susanne Ruoff” uregiatta.
La maggioranza, dunque, non c’è!
Ribadiamo il concetto
E in ogni caso, ribadiamo il concetto: essendo ormai accertato che sulla devastante libera circolazione delle persone i cittadini svizzeri saranno chiamati a votare (l’iniziativa per la sua abolizione ha raccolto qualcosa come 125mila firme in meno di sei mesi) di nuovi accordi con l’UE il buon Cassis non ne conclude nemmeno in sogno.
Lorenzo Quadri