Si sono moltiplicate nei giorni scorsi in Ticino le prese di posizione istituzionali a sostegno della candidatura di Norman Gobbi al Consiglio federale. Si sono espressi, tra gli altri, il Consiglio di Stato, l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio e l’associazione dei Comuni.
Venerdì è stato annunciato che, per l’elezione del Consigliere federale che prenderà il posto della quasi ex ministra del 4% Widmer Schlumpf, una delegazione ufficiale del Canton Ticino si recherà a Berna. La delegazione sarà composta dai Consiglieri di Stato Beltraminelli e Zali, dal presidente del Gran Consiglio Luca Pagani accompagnati dal cancelliere Giampiero Gianella.
Nel comunicato ufficiale si legge: “Il Cantone intende così rinnovare il sostegno a Norman Gobbi già espresso dal Governo e dal Parlamento ticinesi – con due lettere indirizzate al Gruppo dell’Unione democratica di centro alle Camere federali – e ribadire l’importanza di questa elezione per il nostro Cantone.
È infatti dal 1999 – con la partenza di Flavio Cotti – che la Svizzera italiana non è più rappresentata all’interno del Consiglio federale”.

Melina?
Ad avere più difficoltà a capire “l’importanza di questa elezione per il nostro Cantone” sembra essere, paradossalmente, chi rappresenta il Ticino nel legislativo federale, vale a dire la Deputazione ticinese a Berna. La Deputazione si sarebbe dovuta riunire lo scorso giovedì per decidere se sostenere pubblicamente la candidatura di Gobbi. La riunione è però stata rinviata a domani poiché non tutti i membri erano presenti. Perché non riunirsi direttamente il 10 dicembre?
Nasce come il vago sospetto che, se il candidato ufficiale del Ticino non fosse stato un esponente dell’area Lega/Udc, il sostegno della Deputazione sarebbe stato un’ovvietà risolvibile via e-mail. Adesso, invece, dietro le procedure formalmente corrette si avverte lo stantìo sentore della melina.

I toni del Mattino?
Sulla stampa (anche d’Oltralpe) è già filtrato che tra i deputati ci sarebbe chi si aggrappa al vecchio mantra dei toni del Mattino, pretendendo di utilizzarlo come pregiudiziale anti-Gobbi. Si tratta, è evidente, di una ben misera foglia di fico, tanto più che, al momento di incassare il sostegno della Lega, i “toni del Mattino” non sono mai un problema. Oltretutto, Norman Gobbi non riveste alcun ruolo all’interno della redazione ed il Mattino non è il giornale di partito della Lega, per quanto sia evidentemente un giornale leghista.

I veri motivi
Sostenere la candidatura di Norman Gobbi non è obbligatorio. La Deputazione, o membri della Deputazione ticinese a Berna, possono decidere anche in senso contrario. Tuttavia è chiaro che – specie dopo che tutti gli altri livelli istituzionali hanno già espresso i rispettivi “endorsement” (e nessuno di loro ha tirato in ballo il Mattino) – una scelta in senso opposto proprio di chi fa parte dell’assemblea federale e quindi il lobbysmo per il nostro Cantone a Berna lo dovrebbe praticare tutto l’anno, è un atto grave nei confronti del Ticino. Che, se del caso, dovrà anche essere spiegato ai ticinesi. Un gesto di peso, dunque, che necessita di argomentazioni altrettanto di peso: se qualcuno pensa di poterlo giustificare dicendo che non è piaciuta l’una o l’altra prima pagina del Mattino, e di essere credibile, forse ha fatto male i calcoli. Occorrerà invece indicare i veri motivi della scelta; che non sono certo un fotomontaggio. L’argomento su cui decidere è il possibile ritorno del Ticino nel Consiglio federale, e non certo se il Mattino piace o no. I goffi tentativi di mischiare le carte non cambiano le cose; e di sicuro non scaricano della propria responsabilità eventuali “Nein-sager”.

Tanto per chiarire…
Comunque, affinché tutti si mettano il cuore in pace: se qualche deputato ticinese immagina (ma lo immagina davvero?) di poter sfruttare la contingenza per tentare di imporre (?) la linea al Mattino della domenica, sbaglia grossolanamente i calcoli. La linea del Mattino non la decide la Deputazione ticinese a Berna, la quale (a parte un membro…) non ha alcuna voce in capitolo. Né mai l’avrà.
Lorenzo Quadri