I balivi del G7 vogliono venirci a dire quante imposte dobbiamo prelevare

Vari Paesi si trovano con le casse pubbliche vuote a causa dello stramaledetto virus cinese e della conseguente necessità di sostenere l’economia ed i lavoratori mandati in lockdown. E cosa fanno i governi quando le casse sono vuote? Aumentano le tasse. Ovvero mettono le mani nelle tasche di qualcuno.

L’aliquota minima

I ministri delle Finanze del G7 hanno dunque stabilito, di recente, il principio di un’aliquota globale minima (“global minimum tax”) del 15% sui profitti esteri delle società multinazionali. Qualcuno potrebbe dire: “e a me che mi frega delle società multinazionali?”.Invece, deve fregare eccome: perché queste misure hanno conseguenza a cascata su tutti i contribuenti.

Il G7 evidentemente vuole imporre a livello globale (lo dice già il nome) l’introduzione della citata aliquota minima. Ovviamente anche alla Svizzera. Ancora una volta, paesi stranieri pretendono di dettare a noi quante tasse dobbiamo prelevare: questo per evitare fenomeni, a loro sgraditi, di concorrenza fiscale.

Opporsi al Diktat

E’ ovvio che una simile ingerenza nella nostra sovranità fiscale non deve essere tollerata. Abbiamo visto cosa porta. Pensiamo solo allo smantellamento del segreto bancario svizzero a seguito delle calate di braghe bernesi.

Come – giustamente! – non bisogna permettere ai balivi di Bruxelles di imporci le loro leggi ed i loro giudici tramite lo sconcio accordo quadro istituzionale, lo stesso discorso devevalere per gli esattori stranieri del G7. Quindi, ancora prima di prendere in mano il pallottoliere per quantificare i soldi che ci farebbe perdere il nuovo Diktat internazionale, occorre opporsi al medesimo!

La nostra sovranità va difesa. E questo vale anche per quellafiscale!

Mani nelle tasche

Sta di fatto che a Berna il pallottoliere l’hanno già preso in mano – la calata di braghe ad altezza caviglia è già programmata – e calcolano che la “global minimum tax” causerà alla Svizzera una perdita di introiti fiscali di 3-4 miliardi all’anno. Questi soldi mancheranno dalle nostre casse pubbliche. E dove pensate che andrà a recuperarli la Confederella? Ma è ovvio: li preleverà dalle tasche del solito ceto medio! Quello che non può spostare la sede all’estero!

All’orizzonte si prospetta l’ennesima mazzata per il contribuente. Che va ad aggiungersi ai ladrocini già in atto (magari con la scusa del “clima”).

Lorenzo Quadri