Berna: già a preventivo ulteriori esborsi milionari per un nuovo ente voluto dal BidONU
La tolla degli immigrazionisti che pretendono di spendere a piene mani i soldi degli altri è davvero sconfinata!
L’amministrazione federale, notoriamente, continua a gonfiarsi come una rana. Al momento conta oltre 36mila impieghi a tempo pieno per un costo di ben 6 miliardi. (L’amministrazione cantonale ticinese costa un miliardo, il che ci dà la misura di quanto sia spropositata: grazie, Triciclo!).
La burocrazia è quindi una delle voci alle quali occorre risparmiare. Invece accade l’esatto contrario. La spesa lievita. Anche a seguito della continua creazione di nuovi servizi ed istituti finanziati da Berna, in nome dell’ideologia immigrazionista e politikamente korretta.
E’ stata infatti decisa da poche settimane la creazione dell’Istituzione nazionale svizzera per i diritti umani (INDU). Si tratta di un ente di diritto pubblico della Confederella, che sarà chiamata a finanziarlo. L’INDU nasce per ottemperare ad una direttiva del bidONU. Il che già certifica la sua totale inutilità. A maggior ragione se si pensa che la direttiva ONU in questione è del dicembre 1993. Quindi ha quasi trent’anni. Poteva benissimo continuare a rimanere in un cassetto.
Altro che INDU!
Tuttavia già nel 2009, come progetto pilota (questa ci mancava…) il governicchio federale ha creato il Centro di competenza svizzero per i diritti umani. Per capire da che parte pende questo superfluo gremio, basta guardarne la composizione. La vicepresidenta è l’ex direttora dell’inutilissima Commissione federale contro il razzismo. I membri sono politicanti $inistrati – tra cui l’improponibile presidente nazionale dei Verdi-anguria Balthasar Glättli (Balthasar chi?) – o uregiatti; oppure burocrati che si occupano di “lotta alla discriminazione”; o ancora lobbisti della casta dei magistrati. E’ dunque evidente che si tratta dell’ennesima combriccola pro-stranieri “in arrivo da altre culture”, anti-svizzera, e pure strapagata con i nostri soldi. E proprio sui soldi la combriccola fa autogol. Accade infatti quanto segue: per il finanziamento della nuova INDU, il governicchio federale a preventivo 2023 ha previsto 4 milioni di franchetti per il periodo 2023-2026: vale a dire un milione all’anno.
Non proprio noccioline, ma il Consiglio del Centro di competenza svizzero per i diritti umani pensa bene di mettersi a starnazzare scandalizzato. Poi prende carta e penna e scrive a tutti deputati al parlatoio federale, pretendendo che i 4 milioni di cui sopra vengano portati a 7. Quasi un raddoppio dunque, che viene motivato con argomenti allucinanti. Ad esempio: la creazione dell’INDU senza però dotarla di mezzi sufficienti non le permetterebbe di svolgere i suoi compiti secondo le direttive dell’ONU. Ah, ecco. E a noi dovrebbe fregare qualcosa delle direttive del bidONU? Poi, la perla: non sperperare a sufficienza per l’INDU “nuocerebbe alla reputazione della Svizzera negli ambienti internazionali, in particolare adesso che siede nel Consiglio di sicurezza dell’ONU”. Eccoli qua, i grandi vantaggi della cadrega non permanente – e che non conta una fava – della Confederella nel Consiglio di sicurezza dell’ONU, fortemente voluta dal “medico italiano” del PLR! Ci tocca spendere milioni in ciofeche!
Quanto alla fanfaluca sulla reputazione della Svizzera negli ambienti internazionali: è già andata a ramengo con la rottamazione della neutralità.
Azzerare il credito
Altro che aumentare da quattro a sette milioni il credito per l’INDU! Il credito va azzerato! Non ci sono più soldi pubblici da polverizzare per la promozione dei diritti di finti rifugiati e compagnia cantante. Il BidONU, con i suoi funzionarietti woke che accusano la Svizzera di razzismo sistemico (uhhh, che pagüüüraaa!) sulla scorta delle dichiarazioni del criminale “non patrizio” Carlos-Brian, non ha uno straccio di credibilità. Ed in più è costantemente chinato a 90 gradi davanti ai paesi islamisti, che dei diritti umani se ne fanno una pippa. Poi però pretende di calare lezioni a noi? Ma col fischio! Non abbiamo ancora scritto “giocondo” in fronte!
Disdire la CEDU
A proposito di gremi internazionali che pretendono di venire a decidere sui diritti umani in casa nostra: è tempo che la Svizzera disdica la Convenzione europea dei diritti dell’Uomo (CEDU) e quindi esca dalla giurisdizione dell’omonima Corte di Strasburgo. La citata Convenzione non porta nulla ai cittadini elvetici. Serve solo ad ostacolare l’espulsione dei delinquenti stranieri. E’ infatti targato CEDU il farneticante divieto di espellere terroristi qualora si trovassero in pericolo nel paese d’origine. Tra l’altro, nemmeno l’UE aderisce alla CEDU: e questo proprio per non dover sottostare ai giudici stranieri che la applicano.
Nei giorni scorsi, poi, la Corte europea dei diritti dell’Uomo ne ha combinata un’altra: è riuscita a condannare la Svizzera per essersi rifiutata di riconoscere la paternità di due uomini che vivono in unione registrata. Ma non esistono figli con due padri. E nemmeno con due madri. E’ una legge di natura. Però i legulei stranieri di Strasburgo pretendono di sostituire, in casa nostra, la realtà biologica con la loro ideologia “gender”.
Via subito da questi gremi internazionali del piffero! Svizzera fuori dalla CEDU e fuori anche dal bidONU! E chiaramente non si spende nemmeno un franco per creare in patria nuovi enti come l’INDU, imposti e telecomandati dalle Nazioni (dis)unite!
#swissexit
Lorenzo Quadri