Governicchio bernese allo sbando. Arrivano già le prime perle della gestione P$ del DFGP?
Il caos asilo è tornato ad imperversare. Ormai da mesi. Due Cantoni, Argovia e Lucerna, hanno già decretato lo stato d’emergenza. Di conseguenza, la spesa provocata dai migranti esplode. Includendo i profughi ucraini, si arriva ad oltre 4 miliardi all’anno. E solo per la parte di pertinenza della Confederella. Vanno aggiunti i costi a carico di Cantoni e Comuni.
I paesi europei si stanno dunque, e comprensibilmente, attivando per diventare meno attrattivi per gli asilanti. Perfino la Svezia del “devono entrare tutti”, con il nuovo governo ha annunciato campagne per disincentivare l’arrivo di finti rifugiati. Invece la Svizzera fa il contrario. La SEM, Segreteria di Stato per la migrazione, ha pensato bene di introdurre definitivamente l’assistenza religiosa musulmana nei centri asilanti federali. Il comunicato stampa sul tema è stato diramato nei giorni scorsi. Stranamente, però, la stampa di regime l’ha fatto passare sotto silenzio. Forse perché è meglio che certe cose il popolazzo non le sappia?
Sperimentazione farlocca
Come viene giustificata l’ennesima decisione-ciofeca? Secondo la SEM, i risultati del progetto pilota di imam per asilanti sarebbero “molto positivi”. Ossignùr. E’ chiaro che si è trattato dell’usuale progetto pilota farlocco. L’esito positivo era stabilito fin dall’inizio. Immaginiamoci cosa sarebbe successo se la SEM avesse decretato che la prova è stata un flop e avesse di conseguenza cancellato la figura dell’assistente spirituale islamico. I soliti noti si sarebbero messi a strillare allo scandalo ed alla “discriminazione”. Con organizzazioni sovranazionali e ong del piffero a fare il coro.
Invece di tagliare…
Rendere stabile la figura dell’assistente religioso musulmano costerà 450mila franchi all’anno. Il contribuente elvetico dovrebbe dunque sborsare ogni anno mezzo milione in più per fornire un imam ai finti rifugiati con lo smartphone. Invece di tagliare sui migranti economici, si spende ancora di più. E, per non farsi mancare niente, si conferiscono sempre nuovi diritti a chi arriva qui per farsi mantenere.
Si pone pure il problema della scelta degli imam da mandare ad assistere spiritualmente i richiedenti l’asilo. Ci piacerebbe infatti sapere quanti, tra questi ultimi, sono estremisti islamici a rischio di derive terroristiche. Di certo non pochi. L’assistente spirituale “sbagliato” potrebbe provocare un’ulteriore radicalizzazione. Quindi creare un pericolo concreto.
E le altre religioni?
Inoltre, l’assistente spirituale è previsto solo per i musulmani. E per i profughi che professano altre religioni? Ad esempio induisti, buddisti, seguaci di Manitù o di Giove Pluvio? Una cippa. La discriminazione è manifesta. Chiaramente qualcuno solleverà il tema a Berna. Col risultato che governicchio federale e partitocrazia, imbesuiti dal multikulti e dal politikamente korretto, pretenderanno di ripristinare la parità introducendo assistenti spirituali per tutte le religioni del globo. E nümm a pagum.
La prossima pretesa
Già i richiedenti l’asilo sono in massima parte finti rifugiati: ovvero, soggetti che sfruttano il diritto d’asilo per immigrare illegalmente. Se davvero costoro necessitano di assistenza spirituale, si faranno andar bene quella cristiana. Perché questo è un paese cristiano, nel caso qualcuno l’avesse dimenticato. E chi non è contento può tornare da dove è venuto. O magari tra i migranti economici ce ne sono di quelli che odiano i cristiani, però vogliono stare qui comunque per farsi mantenere?
E quale sarà, poi, la prossima pretesa? La costruzione di moschee di fianco ai centri asilanti? L’applicazione della sharia ai migranti musulmani perché le nostre leggi – così come la nostra religione – potrebbero costituire uno shock culturale per i poveretti?
Mozione leghista in arrivo
Dopo l’imam nei centri asilanti sarà poi la volta dell’imam nell’esercito, altra cappellata che giace imboscata in qualche cassetto bernese, in attesa però di venire estratta a tradimento. L’islamizzazione della Svizzera avanza con la tattica del salame: una fetta alla volta. Così la Confederella diventa sempre più simile ai paesi da cui gli asilanti affermano di scappare perché perseguitati: i primi a non apprezzare una simile “evoluzione” dovrebbero essere proprio loro. Se così non è, vuol dire che i conti non tornano.
Va da sé che contro l’imam degli asilanti è in arrivo una mozione leghista al governicchio bernese. Stiamo assistendo alle prime perle della gestione P$ del Dipartimento federale di giustizia e polizia?
Lorenzo Quadri