La censura si abbatte sulla presentatrice SRF. E se avesse indossato una mezzaluna?
La SSR, sempre più imbesuita dal multikulti e dalla “cancel culture”, è allo sbando. Di recente si è saputo che una giornalista della SRF non potrà più indossare in video una piccola croce che teneva appesa ad una collana, poiché – ha spiegato l’emittente al portale Nau.ch – “i simboli religiosi visibili non sono previsti per i presentatori dei programmi di informazione della SRF”.
L’emittente di regime fa riferimento a un estratto delle sue linee guida giornalistiche: “I programmi di informazione sono fattuali e analitici. Il personale della SRF si tiene a distanza da tutte le ideologie e i gruppi di interesse”.
Queste linee guida suonano come una barzelletta per una radioTV che ogni giorno lava il cervello al pubblico con la propaganda politica di $inistra: climatista, multikulti, woke, eurtorbo, spalancatrice di frontiere, sovranofoba, tassaiola, eccetera.
Due pesi e due misure
Forse i $inistrati xenofili e svenditori della Svizzera che sono a capo della SSR si sono dimenticati che questo è un paese cristiano da circa 1500 anni.
La croce, inoltre, non è solo un simbolo religioso ma anche culturale ed identitario: figura perfino sulla nostra bandiera. Non si capisce dunque a chi, in Svizzera, potrebbe dare fastidio. Del resto, nemmeno risulta che il monile della presentatrice abbia suscitato delle lamentele da parte del pubblico. La direzione SRF risulta agire a titolo preventivo. In altre parole: siamo all’autocensura. Non che eventuali proteste avrebbero cambiato qualcosa, sia chiaro: se qualche migrante “in arrivo da altre culture” è disturbato, in casa nostra, dalla croce, non ha che da tornare al natìo paesello.
Nei nostri luoghi pubblici di croci se ne trovano a iosa, per ovvi motivi. Non si capisce perché una di esse dovrebbe provocare scandalo sulla collana di un’annunciatrice TV. Ma soprattutto, non si capisce – o meglio: si capisce fin troppo bene – perché un piccolo monile rappresenta un problema per la SRF, mentre la propaganda di $inistra a getto continuo spacciata per “informazione di servizio pubblico” va benissimo!
E i simboli islamici?
Chiaramente la domanda nasce spontanea: se una presentatrice volesse indossare un velo islamico, cosa farebbe la ro$$a SSR? Porrebbe il veto in virtù della direttiva sopra citata, oppure si inventerebbe una qualche ridicola fregnaccia per sostenere che in casa nostra portare una croce è tabù, mentre invece il velo islamista è un “diritto umano”? Curiosamente, interpellata al proposito dal citato portale Nau.ch, l’emittente di regime non ha voluto rispondere alla domanda.
Rimanendo su simboli meno vistosi. Se alla collana della giornalista invece che una croce fosse stata appesa una mezzaluna, le sarebbe stato impedito di indossarla davanti alle telecamere, oppure no? Temiamo di conoscere la risposta.
Sotto con le firme per l’iniziativa per ridurre il canone radioTV a 200 franchi, che sono ancora troppi!
Lorenzo Quadri