I votanti, anche in Ticino, hanno detto Njet ad ulteriori sussidi ai media

La stampa di regime e la partitocrazia la scorsa domenica hanno rimediato l’ennesima tranvata.

I cittadini – ticinesi compresi – hanno detto Njet al “pacchetto di aiuti ai media”. Esso era un parto della $inistra tassaiola. Ma come al solito ampie porzioni del sedicente “centro” sono corse a sostenerlo.

Al proposito, è memorabile la figura di palta rimediata in Ticino dall’ex partitone. Mentre il PLR nazionale faceva campagna contro i nuovi sussidi alla stampa di regime, pubblicando materiale anche in italiano, i due consiglieri nazionali ticinesi propagandavano il “pacchetto”, ed apparivano sulle inserzioni a manina con i ro$$overdi.

Inqualificabile, poi, l’atteggiamento degli “indipendentissimimedia di questo Cantone: per mesi hanno fatto ai lettori il lavaggio del cervello pro-saccoccia, e in cambio hanno ricevutouna strameritata pernacchia. Prendere su e portare a casa!

Il Mattino è stato l’unico giornale in Ticino a schierarsi contro l’ulteriore mungitura dei contribuenti con i pretesti della “pluralità” e della “democrazia”. E si trattava davvero solo di pretesti: il panorama mediatico svizzero (e anche ticinese) non è pluralista, è solo affollato di pubblicazioni che propagandano ilpensiero unico “mainstream”. Quanto alla democrazia: l’ipermediatizzazione ticinese le nuoce, poiché trasforma politichetti locali in mitomani smaniosi di apparire. Così si generail pernicioso clima di campagna elettorale permanente.

Avviso ai naviganti. Anche in Ticino i cittadini hanno asfaltato isussidi federali alla stampa di regime. Pertanto, che nessuno si sogni di mettere le mani nelle tasche dei contribuenti per inventarsi degli aiuti cantonali a beneficio dei megafoni della partitocrazia. NO vuol dire NO!

 

 

Lorenzo Quadri

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