Altro che “pluralità”! Nessun ulteriore sussidio ai troppi megafoni del pensiero unico

Se qualcuno ancora fosse in cerca di motivi per votare NO, il prossimo 13 febbraio, ai nuovi sussidi per la stampa di regime,basta che legga i quotidiani di questi giorni.

Vogliosi di abbarbicarsi alla mammella statale come cozze allo scoglio, i media stanno praticando un vero e proprio lavaggio del cervello ai lettori a sostegno del nuovo “pacchetto di misure”.

Non passa giorno senza che in questo sfigatissimo Cantone i quotidiani propinino una pletora di editoriali, articoli, opinioni, tutti a senso unico e tutti favorevoli ai nuovi sussidi. Poi la stampa di regime ha ancora il coraggio di sciacquarsi ipocritamente la bocca (o la tastiera) con la “pluralità”. E addirittura – colmo deicolmi! – con la fanfaluca del proprio presunto ruolo nella“formazione delle diverse opinioni politiche, indispensabile alla nostra democrazia diretta”.

Conflitto d’interessi

Ma quali “diverse opinioni politiche”? Quella che i media stanno facendo, da settimane, è sordida propaganda a senso unico, ed oltretutto pro-saccoccia! Mai sentito parlare di conflitto d’interessi? E’ evidente che gli editori hanno impartito alle redazioni l’ordine di scuderia. Padrone comanda, cavallo trotta! Se la partitocrazia foraggerà i giornali, i loro proprietari ordineranno ai rispettivi giornalai di sostenere la partitocrazia. In caso contrario, quest’ultima potrebbe non prenderla bene e allora… addio soldi del contribuente!

Una stampa sussidiata è una stampa asservita. Sostenere il contrario significa prendere la gente per scema.

Impieghi statali

Già oggi, e soprattutto in Ticino, stampa di regime e soldatini del triciclo sono legati a filo doppio da un rapporto di interdipendenza.

I politicanti stalkerano i pennivendoli amici per farsi citare negli articoli; perché l’importante è apparire. In cambio passano informazioni confidenziali sottobanco.

Non solo: nella nostra realtà si sprecano gli esempi di giornalai che hanno ottenuto ben remunerati posti statali, garantiti a vita. Quindi, slinguazzare i politicanti triciclati è un investimento per il futuro!

Gli staff personali dei Consiglieri di Stato pullulano di ex giornalisti, tanto per fare un esempio. Così come pure altri uffici pubblici, e non solo cantonali. Il già direttore del giornale di servizio del partito delle tasse (LaRegione) è stato assunto dal municipio radiko$ocialista di Bellinzona quale responsabile del servizio Movimento della popolazione. Non certo per specifiche competenze, ma per meriti partitici guadagnati sul campo.

E qualcuno, per mungere soldi dei contribuenti, ha ancora il coraggio di tentare di presentare i media come “cani da guardia del potere”? Ma quali cani da guardia! Semmai, cagnolini da compagnia che scodinzolano in attesa della ricompensa!

Nociva alla democrazia

Quanto alla storiella della stampa di regime “elemento indispensabile del pluralismo e quindi della democrazia”: scusate,ma ci scappa da ridere!

Punto primo: La stampa di regime, quella a cui andrebbero i nuovi sussidi, non è per nulla pluralista. E’, al contrario, adagiata sul pensiero unico (euroturbo, spalancantore di frontiere, immigrazionista, climatista, multikulti, sovranofobo). Ed è attivamente impegnata nel sotterrare la pluralità. Le voci fuori dal coro “mainstream” vengono infatti censurate, zittite, denigrate. Soldi pubblici ad una stampa che censura? Ma anche no!

Punto secondo: gli eccessi mediatici, ed il Ticino ne è un esempio da manuale, danneggiano la democrazia. Un esempio. Se il Gran Consiglio non tira assieme un tubo, una grossa responsabilità la porta l’ipermediatizzazione che affligge il Cantone: è soprattutto a causa sua se da noi la campagna elettorale è permanente. La priorità dei soldatini della partitocrazia non è certo affrontare i problemi del Paese. E’ profilarsi pubblicamente sui temi che “tirano”. Per mettere fuori la faccia sui media e gonfiarsi l’ego come una mongolfiera. Nella speranza di ottenere consensi e di salvare la cadrega al prossimo appuntamento elettorale.

Senza l’attuale eccesso di organi di sedicente informazione (?) nella disperata necessità di riempirsi pagine e palinsesti – e quindi disposti a dare spazio ad ogni flatulenza, a fomentare polemichette da tre e una cicca e ad inventarsi problemi che non esistono -magari i politicanti un po’ lavorerebbero. Invece passano il tempo a mettersi in mostra. Anche perché basta che lo faccia uno e gli altri seguono: mica possono permettersi di rimanere indietro.

Aiuti ai ricchi

Non c’è alcun motivo per versare ulteriori soldi pubblici (150 milioni di Fr all’anno!) alla stampa di regime, che è al servizio della partitocrazia. Tanto più che il 70% di questi soldi finirebbe nelle capienti tasche dei grandi gruppi editoriali d’Oltralpe. Che realizzano utili per centinaia di milioni di franchi. E distribuiscono pure i dividendi.

Lorenzo Quadri