Chi scende in piazza a manifestare non può fare il presidente di una nazione neutrale

Nemmeno i premier dei Paesi NATO, quelli che forniscono le armi all’Ucraina, sono giunti a tanto!

E gli altri membri del governicchio federale non hanno nulla da dire? Sono consenzienti? Se è così, a casa anche loro!

Non appena Putin ha invaso l’Ucraina, il governicchio federale allo sbando è corso a rottamare la neutralità svizzera per obbedire ai propri padroni di Bruxelles. Come abbiamo ripetuto più volte, le conseguenze di questa decisione scellerata le pagheranno i cittadini. Ed il presidente di turno della Confederella, il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) Ignazio Cassis, PLR, ha avuto anche la tolla di dichiarare che gli svizzeri sarebbero “disposti a pagare il prezzo” delle sue cappellate. No comment!

Perso il “patàn”

E’ da un mese che a Berna delirano. Venerdì i camerieri dell’UE in Consiglio federale hanno ripreso pure l’ulteriore pacchetto di sanzioni europee. Ormai il concetto di “ripresa automatica delle decisioni UE” è sdoganato!

In materia di sanzioni, citiamo un contributo del filosofo liberale (anche Cassis dovrebbe essere liberale, ma se n’è dimenticato, come tutto il PLR del resto) Carlo Lottieri, apparso sul Corriere del Ticino di qualche giorno fa: “risulta poco comprensibile per quale motivo si debbano introdurre sanzioni a danno dei cittadini russi e di quelli svizzeri (…). Non è violando i diritti dei singoli che si può operare a restaurare il diritto là dove esso è stato calpestato o perfino dissolto”.

E, sempre in campo di sanzioni, stendiamo un burqa pietoso sulle farneticazioni dei soldatini della partitocrazia nel parlatoio federale.

Ma dobbiamo purtroppo renderci conto che al peggio non c’è davvero mai limite.

Iniziativa scellerata

E così è arrivata la folle ed imbarazzante sceneggiata di sabato scorso del citato “medico italiano” in Piazza Federale. Si è mai visto il presidente di una nazione neutrale che partecipa ad una manifestazione di piazza a sostegno di una delle parti belligeranti? Cose del genere non le fanno nemmeno i premier dei Paesi NATO, quelli che forniscono le armi a Kiev! 

Dopo una simile iniziativa scellerata sostenere ancora, pensando di fare fesso il popolazzo, che la Svizzera rimarrebbe “un paese neutrale”, è un insulto all’intelligenza.

Non c’era nemmeno la Simonetta

Cassis è, ahinoi, il presidente della Confederazione, con tutto il peso istituzionale (uella) che il ruolo comporta. Non il presidente di un partito o di un’associazione d’amicizia Svizzera-Ucraina. In piazza sabato scorso non ci è andata nemmeno la kompagna Simonetta: è tutto dire!

Se la manifestazione fosse degenerata, magari con cori o striscioni di “Putin assassino” o “Putler”, Cassis con la sua presenza ne avrebbe avallato le derive. Un po’ come i soldatini della $inistruccia luganese quando partecipano alle sfilate dei brozzoni autogestiti. Da un presidente della Confederazione ci si attenderebbe un livello diverso. Ma si vede che nel caso concreto è una pia illusione.

Giustificazioni? No, aggravanti!

Le giustificazioni che il presidente (ex) doppiopassaporto ha fornito per il proprio agire non fanno che aggravare la situazione. “Esserci era un mio preciso dovere” ha dichiarato. Ma stiamo scherzando? NON esserci sarebbe stato un suo preciso dovere!

E perché la sua presenza sarebbe stata necessaria? Perché – udite udite – “gli obblighi diplomatici fanno sì che, se un presidente di un Paese democratico ed amico bussa alla porta, la si apre e lo si accoglie”.

Punto primo: uno Stato neutrale non può avere paesi amici e nemici, a meno che venga attaccato direttamente. Ulteriore dimostrazione che la Svizzera non è più neutrale per colpa di Cassis e compagni di merende.

Punto secondo: nel nome degli “obblighi diplomatici”, il “presidente del Paese amico” lo accogli nei luoghi preposti agli incontri diplomatici, che sono le sedi istituzionali. Lo accogli (virtualmente) nella sala governativa; semmai lo colleghi in video con il parlamento (come hanno fatto tanti Stati); ma non lo accogli in una manifestazione di piazza!

Se non la capisce…

Alle manifestazioni di piazza ci va, appunto, la piazza. Non il presidente di turno della Confederella! Se il buon Cassis non è in grado di comprendere questo elementare concetto, vuol dire che non è al suo posto!

Se un esponente della “destra” si fosse prodotto in una boiata analoga, la partitocrazia e la stampa di regime starebbero già pretendendo dimissioni. Ricordate la shitstorm (=tempesta di cacca) scatenata su Ueli Mauer, reo di aver partecipato ad un evento dei “Freiheitstrychler”? Quanto combinato da Cassis è molto più grave: c’è in ballo la neutralità e quindi la sicurezza del Paese, presente e futura!

In simili circostanze, sentire che l’Ignazio ancora vaneggia di un possibile ruolo di mediazione per la Svizzera può solo suscitare un sorriso compassionevole.

E qualcuno immagina che chi ritiene “un preciso dovere” partecipare a manifestazioni di piazza a sostegno di uno dei contendenti di una guerra rappresenterebbe la Svizzera in modo confacente alla neutralità nella sciagurata ipotesi in cui dovesse accularsi nel Consiglio di sicurezza del BidONU? Ma bisogna essere caduti dal seggiolone da piccoli!

Il silenzio degli altri

Non solo la scellerata iniziativa di Cassis (grazie PLR per regalare al Paese simili figure di grandi statisti!) lascia basiti, ma anche il silenzio dei colleghi.

Davanti ad un fatto di questa gravità, non c’è collegialità farlocca che tenga. O gli altri membri del governicchio federale non erano informati dell’intenzione dell’Ignazio di andare in piazza, e se è così che lo dicano e che si distanzino pubblicamente; oppure lo sapevano ed erano d’accordo, e allora è meglio che vadano a casa tutti e sette!

Lorenzo Quadri