Queste combriccole hanno lo scopo di demolire la sovranitĂ  degli Stati e la democrazia

La partitocrazia torna a disquisire di rapporti con la fallita UE. Particolarmente assurde, al proposito, le prese di posizione dei Verdi-anguria. Questi ultimi sognano di svendere la Svizzera ai balivi di Bruxelles, magari con la scusa della “politica climatica” comune. Il bello è che, secondo questi ro$$i spruzzati verde, sottomettersi ai burocrati della von der Divano sarebbe “un atto di coraggio”. Ossignùr!

Tanto per non farsi mancare niente, il presidente nazionale dei Verdi-anguriaBalthasar Glättli (Balthasar chi?), nel corso dell’assemblea online del partito tenutasi sabato 15 gennaio, ha pensato bene di ostentare una mascherina con stampata la bandiera UE! A dimostrazione di quanto si sentano svizzeri i cosiddetti ecologisti – tra i quali abbondano, chissà come mai, i politichetti con doppio passaporto – e di quanto difendano gli interessi del nostro Paese.

Ma avanti, votateli…

G7 e G20

Del resto, gli eurobalivi non sono gli unici che pretendono di comandare in casa d’altri. Gli organismi sovranazionali del piffero bramosi di imporre le proprie regole alla faccia dei più ovvi principi democratici sono ahinoi parecchi.

Pensiamo al G7, ovvero al gruppo composto dai sette Paesi più importanti dell’Occidente. L’allegra combriccola prende decisioni che vanno ben al di là dei temi economici. E di solito prepara il terreno per il più esteso gruppo G20, una piattaforma di capi del governo che mira a mettere il becco nelle questioni più disparate. E questo significa dettare legge su argomenti che rientrano nel campo della sovranità nazionale dei singoli paesi: come la politica climatica, la migrazione, il terrorismo, eccetera. Ma la politica migratoria di un paese la decidono i rappresentanti (politicanti) che gli elettori hanno designato a tale scopo; oppure i cittadini stessi, in caso di ricorso ai diritti popolari. Non la stabiliscono di certonebulosi gruppetti sovranazionali, che non hanno alcun diritto per farlo!

SovranitĂ  fiscale

Stesso discorso per la politica fiscale. Ogni Stato deve essere libero di decidere quante imposte far pagare a cittadini ed imprese. Non sta certo agli sgovernanti di nazioni bancarottiere – e di conseguenza tassaiole – imporre al resto del mondo dei tassi minimi, con lo scopo di evitare concorrenza fiscale sgradita da parte di Paesi amministrati in modo piĂą virtuoso, e che pertanto potrebbero permettersi prelievi meno pesanti.

La sovranità fiscale è una componente essenziale della sovranità tout-court. Nella storia, le principali rivoluzioni sono nate attorno a questioni fiscali. Non può quindi venire svenduta. Però adesso arrivano i “G Vattelapesca” con la pretesa di decidere per tutti. E naturalmente il governicchio federale… giù le braghe!

C’è pure l’OCSE

Altra nefasta combriccola è l’OCSE, ovvero l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, con 38 membri. Essa “svolge prevalentemente un ruolo di assemblea consultiva che permette un’occasione di confronto delle esperienze politiche, per la risoluzione dei problemi comuni, l’identificazione di pratiche commerciali e il coordinamento delle politiche locali e internazionali dei Paesi membri”.

Anche qui si va ben oltre i temi economici, alla faccia del nome. Si pretende di “uniformare le politiche” in un numero crescente di settori. I quali però – ma tu guarda i casi della vita – rientrano nell’ambito della sovranitĂ  nazionale.

Altro che “soft law”!

E che dire, poi, del nefasto BidONU, con i suoi “patti” del piffero che dovrebbero essere norme non vincolanti (soft law), ma che però dopo un po’ “misteriosamente” vincolanti lo diventano eccome, e spuntano pure le sanzioni/ritorsioni nei confronti di chi non vi si attiene? Vedi il famoso Patto ONU sulla migrazione, con cui la casta spalancatrice di frontiere vorrebbe trasformare l’immigrazione clandestina in un diritto umano. Vade retro!

Svizzera fuori dal bidONU

La Svizzera, come nazione sovrana, indipendente e neutrale (aspetto di cui i camerieri dell’UE nel governicchio federale sempre più si dimenticano) deve girare bene al largo da questi gremi e respingerne con decisione le ingerenze. Invece il neo-presidente di turno della Confederella, il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) Ignazio Cassis (PLR), vorrebbe acculare la Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell’ONU. Dove peraltro, quale membro non permanente, il nostro Paese rimarrebbe solo per un biennio: nel concreto, il 2023-2024. In quella sede, è chiaro anche al Gigi di Viganello, la Confederazione conterebbe meno del due picche. Dovrebbe però attenersi ad ogni cip della sfasciata Organizzazione. Ed in più manderebbe a ramengo la propria neutralità. Un’operazione in pura perdita dunque, che al massimo può servire ad appagare la boria personale del “medico italiano” citato sopra! Eccoli qua, i grandi statisti dell’ex partitone!

Non a caso, per “oliare” la propria candidatura al Consiglio di sicurezza del bidONU, la Svizzera si sta già stoltamente accodando alle posizioni internazionali “mainstream” dei membri più influenti. Alla faccia della neutralità!

Qui proprio non ci siamo. La candidatura al Consiglio di sicurezza del bidONU va subito ritirata, come da mozione presentata dalla Lega a Berna! Anzi: usciamo direttamente dall’ONU, in cui mai saremmo dovuti entrare, che avremo solo da guadagnarci!

#swissexit

Lorenzo Quadri