Nell’apposita Commissione del Nazionale è stato compiuto un primo passo: reggerà?

Il costo della vita schizza verso l’alto per la notoria situazione internazionale. Le sanzioni contro la Russia, lo si è ormai visto in tutte le salse, non servono a fermare la guerra in Ucraina. Il loro prezzo lo pagano i comuni cittadini dei paesi sanzionatori. Ma naturalmente il governicchio federale, alla faccia della neutralità, continua ad adeguarsi con il “copia-incolla” alle misure decise dalla fallita UE.

I regali della casta

La partitocrazia, dal canto suo, non ne vuole sapere di sconti sulla benzina. Lo ha ribadito a più riprese. Sia nel plenum del parlatoio federale sia, in seguito, nella Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale: lì la casta ha rifiutato di creare la base legale che autorizzerebbe il governicchio bernese e decidere degli sgravi fiscali in situazioni di crisi.

Va da sé che l’esplosione del prezzo del carburante non grava solo gli automobilisti ma tutti i consumatori: infatti rende più costoso il trasporto delle merci.

Non solo: il Triciclo (ovvero i $inistrati ro$$overdi a cui il sedicente “centro” corre ad accodarsi) sogna di introdurre nuove tasse e balzelli per imporre ai cittadini i comportamenti che piacciono alla casta ed al pensiero unico mainstream.

In questo sfacelo si inseriscono gli aumenti dei premi di cassa malati. Per il 2023 si parla della peggiore stangata dell’ultimo decennio.

Miliardi in esubero

Al proposito, nell’ultima sessione del Consiglio nazionale, la partitocrazia ha approvato un’iniziativa parlamentare a sostegno dell’obbligo di restituzione delle riserve in eccesso degli assicuratori malattia. Visto che queste riserve in esubero, che ammontano a circa 6 miliardi, vengono costituite tramite premi troppo elevati estorti ai cittadini, sarebbe il colmo che la restituzione non avvenisse. Eppure oggi accade proprio questo. Peggio ancora: i premi salgano e le riserve pure.

Sappiamo che lo scorso anno è stata effettuata una mini-restituzione di 400 milioni di franchi. A cui qualcuno ha poi tentato di ascrivere l’aumento dei premi annunciato per il 2023, sostenendo la fanfaluca che, a seguito della mini-restituzione, gli assicuratori non avrebbero più il margine di manovra necessario a calmierare la crescita dei costi. E noi dovremmo berci simili fetecchiate? E’ ovvio che si tratta di un tentativo di sabotare l’obbligo di restituzione, e questo a scopo di lobbismo pro-cassamalatari.

Il Consiglio nazionale aveva già approvato nel settembre 2021 una mozione di chi scrive, che chiedeva che la restituzione delle riserve in eccesso diventasse obbligatoria e non più solo facoltativa come ora.

Entrambi gli atti parlamentari citati sopra devono però ancora venire approvati dal Consiglio degli Stati. Aspettiamo  dunque al varco i signori senatori.

Premiare i flop?

La restituzione delle riserve in esubero non risolverà il problema dell’esplosione dei premi; ma tutto aiuta. Ed inoltre è una questione di equità. Come è una questione di equità porre un tetto alle remunerazioni massime dei dirigenti e dei membri di CdA delle assicurazioni malattia.

La Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale, nella sua ultima seduta, ha approvato due atti parlamentari in tal senso grazie ad un accordo tra destra e $inistra. Il ragionamento è il seguente. Gli assicuratori malattia svolgono un compito di interesse pubblico, che lo Stato regola in modo assai dettagliato. Quindi la reale performance di un assicuratore sta nel contenimento dei premi. La crescita dei premi non è un successo da onorare con degli extra: è  proprio il contrario. L’aumento contemporaneo di 1) premi 2) stipendi e bonus dei manager e  3) riserve, rappresenta una contraddizione in termini.

Un manager cassamalataro guadagna il doppio di un Consigliere federale; i membri dei CdA si fanno gli attributi di platino a sforzo zero o giù di lì. Giusto dunque che si fissino dei tetti massimi.

Tanti responsabili

Naturalmente, quando si parla di aumenti dei premi di cassa malati, non si possono dimenticare, tra le numerose concause, le  prescrizioni allegre da parte di troppi medici.

Anche i nuovi centri medici diventati dei supermarket della sanità dove il cliente-paziente fa shopping di prestazioni sono parte del problema.

Ciliegina sulla torta: a partire da agosto gli psicoterapeuti potranno fatturare direttamente le proprie prestazioni agli assicuratori malattia senza più la necessità di coinvolgere uno psichiatra, se non dopo la 32esima seduta. Facile prevedere che le prescrizioni per problemi psichici s’impenneranno; e ben difficilmente il medico, dopo oltre trenta sedute, dirà di smettere.

L’iniziativa popolare della Lega

Per fortuna la Lega dei Ticinesi lancerà a breve un’iniziativa popolare per rendere deducibile dal fisco la totalità dei premi di cassa malati. Si tratta infatti di una spesa obbligatoria: dunque non sta né in cielo né in terra che non sia possibile dedurla integralmente dal fisco.

La proposta leghista non sarà la panacea. Nemmeno pretende di esserlo. Però permetterà di dare una risposta concreta ai sempre più numerosi ticinesi che non sanno più da che parte voltarsi per arrivare a fine mese. E che dalla partitocrazia ricevono solo pesci in faccia.

Lorenzo Quadri