I $indakalisti degli statali stanno di fatto fregando i dipendenti cantonali più giovani

Nei giorni scorsi la cosiddetta Erredipi, acronimo che sta per Rete a difesa delle pensioni (ma solo quelle dei funzionari statali), ha annunciato nuove manifestazioni di piazza dopo quella dello scorso 28 settembre a Bellinzona.

L’obiettivo della Rete è di sventare la riduzione del tasso di compensazione della cassa pensioni dei dipendenti dello Stato (IPCT). Tasso che, lo ricordiamo, si posiziona ora su uno spropositato 6.17%. Le altre casse pensioni hanno il 5% o anche meno. Tanto per dirne una: quella delle FFS, ex regia federale, ha il 4.8%.

I signori della Erredipi, come pure i ro$$i $indakalisti degli statali ed i loro galoppini politici, vogliono dunque conservare ad oltranza una situazione di privilegio ingiustificato e – soprattutto – non più sostenibile.

Società a due velocità

I troppi dipendenti dell’amministrazione cantonale (gonfiata come una rana) sono già avvantaggiati sotto vari aspetti: vedi il posto di lavoro garantito a vita, vedi gli stipendi non da working poor, vedi la carriera automatica senza meritocrazia, vedi la protezione ad oltranza dal licenziamento, vedi – anche se ovviamente questo non vale per tutti, ma per molti sì – il carico di lavoro che certo non rischia di generare burn out perché eccessivo, eccetera eccetera.

Tutti lussi che chi lavora nel privato si può solo sognare. E a questo popo’ di roba si aggiungono pure i privilegi pensionistici.

E’ evidente che si è creata una società a due velocità. Adifenderla a spada tratta è proprio quella $inistra il cui slogan è “senza privilegi”. Bravi kompagni, avanti così: “senza privilegi”… a parte ovviamente i vostri!

Giovani funzionari fregati

Le rendite pensionistiche degli statali sono oggi troppo generose se si considera il capitale risparmiato, la speranza media di vita ed i rendimenti sui mercati. Non è un’opinione “politica”: è un dato di fatto matematico. Chi paga il prezzo di questo squilibrio? In prima linea i dipendenti pubblici più giovani. Parte dei loro risparmi servono infatti a finanziare le rendite esagerate dei quasi-pensionati o dei già pensionati. E ben si sa che a questo capitolo si trovano situazioni scandalose: vedi funzionari di alto livello andati in pensione anche prima dei 60 anni a rendita piena o giù di lì.

Quindi la battaglia contro la riduzione del tasso di conversione è in primis una battaglia dei funzionari statali anziani contro quelli giovani. Alla faccia della solidarietà tra generazioni. Ma naturalmente i $indakalisti del servizio pubblico ben si guardano dal dire ai loro affiliati trentenni che li stanno infinocchiando alla grande. E che – ancora una volta – stanno difendendo i privilegi di alcuni a scapito di tutti gli altri.

Referendum garantito

Se invece il tasso di conversione IPCT dovesse venire ridotto con delle compensazioni a carico del datore di lavoro, ciò equivarrebbe a scaricarne il costo su tutti i cittadini ticinesi. Sarebbero i contribuenti, infatti, a finanziare con le loro imposte le eventuali misure compensatorie. E’ chiaro che non se ne parla nemmeno. Se il triciclo nel parlatoio cantonale dovesse seguire questa via, ribadiamo per l’ennesima volta che la Lega lancerà il referendum.

La partitocrazia non ha risanato per tempo la Cassa pensioni degli statali. Ha permesso che essa continuasse ad essere “La Rolls Royce delle casse pensioni” (cit. Dick Marty). Intanto gli altri istituti previdenziali si risistemavano i conti. E chiedevanosacrifici agli affiliati, che sono poi tutti i lavoratori non attivi presso il Cantone. Niente di tutto questo è accaduto all’IPCT. Il mancato risanamento è imputabile a squallido calcolo cadregaro: i partiti non volevano “scattivarsi” i troppi statali, col rischio di perderne i voti. Tanto, si dicevano i soldatini triciclati, provvederemo poi a sistemare le cose con i soldi degli ALTRI!Ovvero dei contribuenti! Ed in particolare dei lavoratori che hanno già dovuto risanare le loro, di casse pensioni!

Avviso ai naviganti: questo sordido giochetto non verrà tollerato. Le tasche dei ticinesi non sono un self service. I contribuenti non sono delle mucche Milka da mungere. Ed è ora di finirla con la logica, tipica della $inistra, del “soldi di tutti, soldi di nessuno”!

$indakalisti in conflitto d’interessi

Come ben sappiamo, ci sono $indakalisti degli statali che fanno politica attiva nel campo ro$$overde. Costoro sono in plateale conflitto d’interessi: come politicanti, abusano degli strumenti istituzionali (atti parlamentari, rapporti commissionali, eccetera) per portare avanti rivendicazioni del “datore di lavoro” sindacale che poi fanno pagare ai cittadini elettori. Proprio come i deputati federali che sono contemporaneamente lobbisti degli assicuratori malattia e che affossano in parlamento la restituzione delle riserve in eccesso dei cassamalatari.

Questi politicanti-$indakalisti in conflitto d’interessi non si fanno scrupoli nel tentare di ingabolare i Comuni affinché essi si schierino contro la riduzione del tasso di conversione IPCT. La quale, ripetiamo, è una misura doverosa. I politicanti-$indakalistifanno leva sul fatto che gli insegnanti delle scuole elementari e d’infanzia sono sì dipendenti comunali, ma tuttavia sono affiliati alla cassa pensioni del Cantone. Sarebbero quindi direttamente toccati dalla riduzione del tasso di conversione. Da qui lo scandaloso ricatto morale ai Comuni con la pretesa che si attivino su una questione che non è affatto di loro competenza.

I politicanti-$indakalisti in conflitto d’interessi si dimenticano però, ma tu guarda i casi della vita, che tutti i dipendenti comunali che non sono insegnanti, compreso il personale non docente delle scuole, sono affiliati ad altre casse pensioni! Anch’essi sarebbero chiamati a finanziare con le loro imposte eventuali compensazioni alla riduzione del tasso di conversione IPCT. Esiste quindi una disparità di trattamento tra dipendenti comunali. E, secondo i $indakalisti-politicanti, i Comuni dovrebbero mobilitarsi presso il Cantone per mantenere i privilegi pensionistici di alcuni dipendenti (una netta minoranza) a spese di tutti gli altri collaboratori nonché dei cittadini-contribuenti? Che tolla!

Scendere dalla Rolls

Ribadiamo il concetto, che è molto semplice: neanche un franco del contribuente deve essere usato per mantenere privilegi pensionistici infinanziabili e fuori dal tempo. Altrimenti il referendum è garantito. E’ tempo di scendere dalla Rolls Royce e di salire sulla Fiat. Tutti i lavoratori non statali l’hanno già fatto. Altro che pretendere di continuare a girare in Rolls con i soldi degli altri!

Lorenzo Quadri