Ve lo diamo noi il lockdown prolungato ad oltranza! “Ministro dei flop” Berset, a casa!
Nella conferenza stampa di mercoledì, il kompagno chiusurista Alain Berset ha annunciato di voler protrarre il lockdown ad oltranza. Chissenefrega se il paese va in malora, chissenefrega se la disoccupazione esplode, chissenefrega se le depressioni gravi raddoppiano, ed aspettiamo di vedere le statistiche dei suicidi. Negozi, ristoranti, palestre, eccetera restano chiusi, sbarrati; anche i piccoli commerci in cui entravano tre persone all’ora. Le frontiere, per contro, sono sempre spalancate! Virus o non virus, varianti o non varianti! Libera circolazione über Alles!
Finiamola col modello cinese!
Il kompagno Berset ed i burocrati dell’Ufficio federale di sanità pubblica (UFSP) hanno tirato troppo la corda. A serrate non si va più avanti. Adesso bisogna pensare a RIAPRIRE. Con le precauzioni del caso, gradatamente, ma si RIAPRE.
Ad oggi il Ticino, nel paragone con il resto della Svizzera, è messo bene: da maglia nera siamo ora uno dei Cantoni – il terzo –con meno contagi per rapporto al numero degli abitanti.
Da prima di Natale il governicchio federale ha instaurato la dittatura del virus. Manifestamente, il kompagno Berset si ispira al modello comunista cinese: rinchiudere la gente in casa invece di vaccinare “a manetta”. Eppure il federalismo esiste ancora. E’ uno dei fondamenti del nostro Paese. E quindi, se il Ticino, con grandi sacrifici della popolazione, è riuscito ad avere pochi contagi, deve beneficiarne.
L’allarme del commercio
Nei giorni scorsi l’Associazione svizzera del commercio al dettaglio ha lanciato l’allarme. Se non riapriamo, il disastro economico sarà irrecuperabile. Le riaperture vanno accompagnate da più test e da una migliore tracciabilità dei contatti. Al proposito, si ricorda che il governicchio federale fino alla scorsa settimana non ne voleva sapere dei test rapidi a tappeto per scoprire gli asintomaci. L’unica “strategia” era continuare a strillare istericamente che bisogna chiudere, chiudere, chiudere con la stampa di regime (colonizzata da giornalai $inistrati) a fare da grancassa.
Quanto al tracciamento: assieme alle frontiere sempre spalancate e alla campagna di vaccinazione farlocca, è uno dei maggiori FLOP del ministro dei FLOP kompagno Berset.
In prospettiva, ai negozi andranno anche concesse più aperture domenicali, come giustamente ha chiesto la ministra dell’economia del Canton Zurigo Carmen Walker Späh, per recuperare almeno un po’ della cifra d’affari andata in palta.
Ristorazione all’aperto
Anche la ristorazione deve poter riaprire. Almeno all’aperto. Obvaldo e Nidvaldo (dove in proporzione i contagi da stramaledetto virus cinese sono ben più alti che in Ticino) hanno deciso che i take away nei pressi delle piste di sci possono mettere a disposizione dei tavoli e delle sedie all’esterno (ovviamente distanziati) per permettere agli sciatori di mangiare più comodamente invece che seduti sulla neve. Un passo che il Canton Grigioni ha compiuto già prima.
A Berna la Commissione dell’economia del Consiglio nazionale ha approvato quasi all’unanimità una mozione che chiede di permettere agli operai che trascorrono tutto il giorno fuori alle intemperie di almeno pranzare in un luogo riscaldato. Come? Autorizzando i ristoranti chiusi ad aprire sul mezzogiorno – con le precauzioni del caso – diventando così delle “mense aziendali” per chi lavora all’aperto.
Non si vede perché…
Se nelle stazioni da sci obvaldesi, nidvaldesi e grigionesi si può, all’esterno, mangiare su tavoli e sedersi su sedie, non si vede per quale recondito motivo anche i ristoranti in Ticino non dovrebbero poter servire dei pranzi all’aperto rispettando le medesimecondizioni di sicurezza. Abbiamo constatato nei giorni scorsi(vedi quanto accaduto al bar indipendenza a Bellinzona) che comunque la gente crea degli assembramenti all’esterno dei take away (o dei ristoranti trasformati in take away): anche perché non ne può più della dittatura chiusurista.
Usando le terrazze esterne degli esercizi pubblici ci sarebbe più ordine e più distanziamento. E meno rüt in giro. L’esplosione del concetto di take away porta infatti alla produzione di un enorme quantitativo di monnezza sottoforma di imballaggi. Risultato: le pattumiere debordano, lo scatolame viene abbandonato sulla pubblica via e lo spettacolo è oltremodo indecoroso. Gli ecologisti, così attenti al tema rifiuti – a Lugano addirittura si bullano di andare a rovistare nei contenitori interrati a caccia di sacchi neri abusivi – non hanno nulla da dire al proposito? Ah già, si tratta di verdi-anguria: verdi fuori ma ro$$i$$imi dentro, e quindi chiusuristi ad oltranza.
Sveglia!
Ci pare poi evidenti che, con capienze massime e piani di protezione, anche musei, cinema, palestre e teatri devono poter riaprire. Queste attività sono state chiuse in modo del tutto arbitrario. Non certo perché siano fonti di contagio. Semplicemente per togliere alla gente ogni motivo per uscire di casa!
Governicchio federale, sveglia! I lockdown non fanno sparire il virus. Solo il vaccino può farlo. Ma in tale ambito la Svizzera, “grazie” al kompagno Berset ed ai burocrati dell’UFSP, ha FALLITO.
E allora bisogna darsi una mossa per cominciare a RIAPRIRE evitando i contagi!
Lorenzo Quadri