Compiuto un passo avanti
Ma varie questioni rimangono aperte

Dopo lungo avanti ed indietro tra commissioni, Consiglio Nazionale e Consiglio degli Stati, finalmente la revisione della legge sull’acquisto e sulla perdita della cittadinanza svizzera arriva a tetto.
Certamente la nuova legge non risolve in modo soddisfacente tutte le questioni aperte.
Ad esempio: la riforma non modifica i requisiti, assurdamente restrittivi, sulla perdita della cittadinanza svizzera. Oggi ad un naturalizzato può venire tolto il passaporto rosso praticamente solo se commette atti terroristici. Il criminale (stupratore, assassino, ecc) diventato svizzero non può venire privato della cittadinanza ed espulso. Idem lo svizzero di carta che abusa del nostro stato sociale. Questa lacuna rimane. Nessuno passo avanti è dunque stato fatto a questo proposito. La naturalizzazione rimane di fatto irrevocabile.
Stesso discorso per il doppio passaporto. Se davvero il naturalizzato è integrato, deve anche essere pronto a rinunciare alla nazionalità d’origine. Se non lo è, vuol dire che non è sufficientemente integrato; e quindi si tenga la cittadinanza originaria.

10 anni e permesso C
Ci sono tuttavia, come detto, anche dei miglioramenti. Ad esempio il fatto che, diversamente da ora, solo i titolari di un permesso C potranno presentare richiesta di naturalizzazione. Il titolare di un permesso C è “assimilato ad un cittadino svizzero ad eccezione del diritto di voto e di eleggibilitĂ  e dell’assolvimento del servizio militare”. Presupposto per la naturalizzazione, in base all’accordo raggiunto, sarĂ  essere titolare di un permesso C e almeno 10 anni di residenza in Svizzera. La legge attuale richiede 12 anni di residenza, ma non di permesso C.  Il tentativo di far passare la variante di 12 anni con permesso C non ha trovato una maggioranza in parlamento.

Anni giovanili
Varranno ancora doppio, a i fini del computo in vista di una naturalizzazione,  gli anni trascorsi in Svizzera nell’infanzia e nell’adolescenza. Però saranno quelli  tra gli 8 e i 18 anni (adesso: da 10 a 20).
 Mantenere questa agevolazione è sbagliato. Il numero di giovani delinquenti stranieri presenti in Svizzera indica che il fatto di aver trascorso gli anni giovanili nel nostro paese non è garanzia di integrazione. PerchĂ© si è passati da 10 a 20 a 8 a 18? A seguito di trattative da mercato del pesce, visto che c’era un’altra proposta che mirava a far contare doppio gli anni trascorsi nel nostro paese tra i 5 ed i 15 anni di etĂ .

La $inistra starnazza
La nuova legge costituisce dunque un miglioramento rispetto alla situazione attuale, anche se è ben lontana dall’essere ideale.
Che costituisca un passo avanti lo dimostrano anche gli interventi ed i commenti isterici della $inistra Ro$$o-verde in Consiglio nazionale, la quale ha suonato il solito mantra della Svizzera xenofoba. Interessante la posizione della kompagna Addolorata detta Ada Marra, non patrizia di Corticiasca, secondo cui Cantoni e Comuni non dovrebbero avere alcun margine di apprezzamento nelle naturalizzazioni.
La $inistra si dimostra ancora una volta nemica del federalismo svizzero e vuole centralizzare tutto a livello federale; naturalmente all’insegna della svendita del passaporto rosso.
Non migliore la posizione dei verdi. A titolo di esempio, il deputato ekologista zurighese Balthasar Glättli, al termine del dibattito,  ha postato un tweet del tenore seguente: “I Verdi rifiutano l’inasprimento. Esortiamo gli stranieri di carta (sic!) a presentare rapidamente una richiesta di naturalizzazione” (sottointeso: affinchĂ© la richiesta possa essere trattata secondo la legge attuale). Messaggio quanto mai trasparente: avanti con le naturalizzazioni facili! Approfittarne finchĂ© si è tempo!
Notare la finezza: secondo i verdi anguria (verdi fuori, rossi dentro) non ci sono svizzeri di carta. Ci sono “stranieri di carta”. Ovvero: il passaporto svizzero è un diritto, chi non è ancora naturalizzato è comunque già svizzero. Quale sia l’obiettivo è fin troppo evidente: arrivare alla concessione del voto agli stranieri; non fare più alcuna differenza tra Svizzeri e stranieri; pigiare sull’acceleratore della svendita del Paese. Evidente, quindi, la necessità di opporsi a questo andazzo.
Lorenzo Quadri