L’unica urgenza cui il Dipartimento Simonetta deve rispondere è la penuria energetica

E ti pareva! Il governicchio federale ha annunciato la nuova Legge sul CO2. In prima linea in questo dossier, come noto, c’è la kompagna Simonetta Sommaruga: nel remoto passato $ocialista “moderata”, oggi invasata di ideologia climatista. Forse nel vano tentativo di arginare il travaso di voti dal P$ ai Verdi-anguria. Partiti che ormai sono diventati uno la fotocopia dell’altro.

Paga sempre Pantalone

La nuova legge sul CO2, dopo l’asfaltatura della precedente versione alle urne il 13 giugno, non conterrà nuove tasse e balzelli. Così comunicano i burocrati bernesi. Affermazione da prendere con delle pinze molto lunghe. Intanto aumentano i prelievi già esistenti. Ed inoltre i magnificati “ecoincentivi” in qualche modo vengono finanziati. I soldi impiegati sono sempre quelli dei contribuenti. Mica quelli della kompagna Simonetta (che non ha freddo ai piedi).

“Netto-Null”?

Queste menate sul CO2 cominciano davvero a seccare la gloria. Dopo il flop del famoso vertice Cop26, è evidente che i principaliPaesi inquinatori intendono continuare ad impiparsene di paturnieclimatiste che appartengono unicamente ad un Occidente ormai in declino sotto ogni aspetto. Inoltre, come ripetuto più volte, la Svizzera produce meno dell’uno per MILLE del CO2 mondiale. Arrivasse anche domani ad emetterne zero (il famoso obiettivo “Netto-Null” che a Berna i soldatini del Triciclo ripetono come pappagalli) a livello globale cambierebbe, per l’appunto, zero.

Va inoltre sempre ricordato che l’impronta ecologica (uella) della Svizzera sarebbe assai più lieve se la partitocrazia – ed in primis proprio la $inistra eco-talebana – non avesse voluto la devastante libera circolazione delle persone ed una politica migratoria scriteriata, all’insegna del “devono entrare tutti”. Le auto dei 75mila frontalieri che arrivano quotidianamente in Ticino non sono elettriche, né ad idrogeno e nemmeno a pedali. Ogni anno il saldo migratorio porta nel nostro Paese fino a 70mila abitanti in più. Costoro consumano risorse ed energia, producono rüt, si spostano in auto e scaldano la casa.

La vera priorità

Al di là di questo, il Dipartimento Simonetta, invece di continuare a menarla col CO2 a scopo di propaganda partitica, farebbe meglio ad occuparsi di quella che è la sua vera priorità: ovvero l’approvvigionamento energetico.

E’ del resto stata proprio la casta, mica il Mattino populista e razzista, a lanciare l’allarme negli scorsi mesi: entro il 2025, la Svizzera potrebbe trovarsi confrontata con importanti blackout (giornate intere senza corrente) a causa della “penuria” di energia elettrica. In altri termini: rischiamo di rimanere al buio! E cosa fanno la kompagna Simonetta ed i suoi strapagati burocrati ro$$overdi per evitarlo? Invece di presentare una strategia per sventare il disastro, continuano a puntare, per motivi ideologici,sull’elettrificazione ad oltranza di veicoli privati e pubblici, diimpianti di riscaldamento (termopompe), e chi più ne ha più ne metta. Il che significa: crescita dei consumi senza aumento dellaproduzione. Cioè aggravare il problema invece di risolverlo.

Strategia fallimentare

E c’è di molto peggio. La fallimentare “Strategia energetica 2050 prevede l’uscita dal nucleare. Malgrado l’atomo forniscaquasi il 40% dell’elettricità prodotta in Svizzera. Una scelta autolesionista, frutto del populismo ecologista, che va ribaltata con urgenza. E’ palese che non ci si può illudere di sopperire a questo 40% con pannelli solari e pale eoliche (per le quali non abbiamo neppure abbastanza vento).

Altrimenti detto: nel nucleare si rimane e senza tante pippe mentali, così come da mozione presentata dalla Lega a Berna nei giorni scorsi. Non solo non si spengono le centrali attualmente in funzione, ma se ne pianificano di aggiuntive (almeno una). La Francia ha annunciato la costruzione di nuove centrali atomiche di piccole dimensioni entro il 2030. Una scelta che è coerente con il politikamente korrettissimo principio della “decarbonizzazione” e che potrebbe fungere da esempio anche per noi. La stessa via l’ha annunciata l’Olanda (che quanto a vento, e quindi a possibilità di sfruttare l’energia eolica, è messa assai meglio della Svizzera).

Non solo, ma occorre anche promuovere il potenziamento dell’idroelettrico, e quindi agevolare la possibilità di innalzare ledighe.

No alla dipendenza

La Svizzera deve essere in grado di produrre la corrente di cui necessita. Non se ne parla proprio di rendersi stabilmente dipendenti dalla fallita UE per un bene di prima necessità. I balivi di Bruxelles ne approfitterebbero subito per ricattarci. Inoltre,ammesso e non concesso che i Paesi a noi vicini siano in grado di fornire elettricità agli svizzerotti in tempi di magra (potrebbero non disporre dei quantitativi necessari) il prezzo sarebbe stratosferico. Del resto i costi energetici già stanno crescendo. Con tutte le conseguenze del caso per i cittadini e per l’economia.

Sveglia!

Sicché, kompagna Simonetta, altro che renderti ridicola (e di riflesso ridicolizzare la Svizzera) andando ai convegni internazionali a strillare come una Gretina che “La Terra brucia”! Altro che CO2! Pensare all’approvvigionamento energetico. Perché è questa l’unica urgenza cui deve rispondere il “tuo” Dipartimento (peraltro gonfiato come una rana)!

 

Lorenzo Quadri