Se non si fa nulla, il 20% della rete viaria presto sarà costantemente intasato

Le infrastrutture sono al collasso. La colpa è dell’immigrazione incontrollata voluta dalla partitocrazia, $inistrati in primis. Siamo qui in troppi!

Ecco un tema di cui i $inistrati non vogliono sentir parlare, in virtù del loro odio nei confronti degli automobilisti, che vanno vessati e munti in ogni circostanza (“a scopo educativo”: ossia per imporre ai cittadini i comportamenti che piacciono ai climatisti).

Il tema in questione è il credito federale di 8.8 miliardi di franchetti per il quadriennio 2024-2027, destinato alla manutenzione, esercizio e sistemazione delle strade nazionali. Il suo obiettivo è “incrementare ulteriormente disponibilità e sicurezza viaria, nonché contribuire a migliorare la sostenibilità del traffico stradale”.

Entro il 2030 sono inoltre previsti progetti di ampliamento infrastrutturale per circa 11,6 miliardi di franchi, inclusi gli 8.8 miliardi cui sopra.

Previsioni inquietanti

La Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale ha cominciato ad occuparsi del credito testé citato nella sua seduta del 21 e 22 marzo. Inutile dire che i ro$$overdi si sono prodotti in una pletora di tentativi di sabotaggio. E tale andazzo si protrarrà ad oltranza, fino alla votazione finale nel parlatoio federale ed oltre (referendum?).

Sulle autostrade svizzere la situazione non è rosea. Non lo è oggi, e ancora meno lo sarà in futuro. Secondo le previsioni elaborate dalla Confederella (peraltro poco sospetta di voler favorire gli automobilisti) se non si fa nulla, entro il 2040 saranno regolarmente intasati ben 453 km di strade nazionali: ovvero circa il 20% della rete. Con tutte le conseguenze del caso. Sia dal punto di vista ambientale che economico: le perdite di tempo causa code hanno infatti un costo importante.

Contro la mobilità

Le strade sono un servizio pubblico. Ma i $inistrati non ne vogliono sapere. E qui l’ipocrisia salta all’occhio, ancora una volta. I kompagni fingono di sostenere le automobili elettriche. Ma nella realtà vogliono penalizzare tutte le auto, indipendentemente dal vettore energetico. Infatti rifiutano gli investimenti nelle strade nazionali.  Ed inoltre vogliono la soppressione di parcheggi, l’aumento delle tariffe di quelli rimasti, l’espulsione delle macchine dai centri urbani, e via sproloquiando.

Adesso, pur di sabotare le strade, gli ecotalebani affermano che i veicoli elettrici non risolvono il problema del clima. Ad esempio perché la produzione delle componenti di queste vetture non è climaticamente neutrale. E comunque l’energia necessaria a farle viaggiare deve essere prodotta. Ah, ecco. Ma allora lo stesso discorso vale per i treni. Anch’essi funzionano ad elettricità. Oltretutto, causa attrito sulle rotaie, producono polveri fini a manetta.

Nasce il sospetto che in realtà i $inistrati non vogliano alcuna mobilità. Tutti chiusi in casa a telelavorare in nome del “clima”!

Intanto, nella valutazione dei programmi per il traffico di agglomerato in prospettiva dell’ottenimento di contributi federali, alla mobilità lenta ed al trasporto pubblico viene sistematicamente attribuito  un peso esagerato. Quindi i Comuni, tramite la leva finanziaria, sono di fatto obbligati da Berna ad ostacolare gli automobilisti. Ma così si viola il diritto del cittadino alla libera scelta del mezzo di trasporto.

La causa

Per quale motivo bisogna investire sempre di più nella rete stradale? Ovviamente, perché la popolazione della Svizzera esplode a causa dell’immigrazione scriteriata. La Confederella ha già raggiunto i 9 milioni di abitanti. I kompagni vogliono fare entrare tutti. E, così facendo, portano di proposito la  rete viaria al collasso. Poi, quale “soluzione”, pretendono di limitare la mobilità di tutti. Ad esempio tramite ciofeche quali il road pricing, il mobility pricing, ed altre boiate-pricing che mirano a rendere gli spostamenti un lusso per ricchi. E’ chiaro che non ci stiamo! Visto che a monte del problema c’è l’immigrazione, occorre intervenire a quel livello.

Intervenire sul frontalierato

Sulla rete autostradale ticinese, a provocare il disastro è l’invasione di frontalieri voluta dalla partitocrazia. L’87% dei permessi G arriva uno per macchina. Una percentuale che col passar del tempo addirittura cresce, invece di diminuire. Quindi è assolutamente sensato applicare in Ticino una proposta che viene da Ginevra, segnatamente dall’ex consigliere di Stato Pierre Maudet: ossia impedire l’accesso alla Svizzera nelle ore di punta, a determinate condizioni, alle auto di frontalieri con a bordo il solo conducente. Richiesta che la Lega ha già portato a Berna, ed anche a Bellinzona.

Oppure – anche questa è una mozione leghista – si introduce una tassa d’entrata per frontalieri. O si riscuote da questi ultimi un’apposita imposta di circolazione.

Come detto: bisogna intervenire sulla causa del problema. Non penalizzare tutti. Le soluzioni ci sono. Basta un minimo di creatività!

Lorenzo Quadri