L’era delle frontiere spalancate e del buonismo-coglionismo deve finire

Il terrorismo islamico è tornato a colpire la Francia nel modo più brutale possibile. La strage si è consumata a Nizza il 14 luglio, festa nazionale francese e data altamente simbolica per le libertà occidentali. Quelle libertà che gli estremisti islamici vogliono distruggere. I capi dell’Isis invitano i loro seguaci ad uccidere gli infedeli con ogni mezzo. In mancanza di bombe, si parla esplicitamente di schiacciarli con le macchine. E, sulla Promenade des Anglais, il 31enne tunisino, figlio di un estremista islamico notorio, ha messo in atto.

La sceneggiata

Adesso partirà la solita sceneggiata dei “je suis”, dei buonismi ottusi, degli “hashtag”, dei “non si deve generalizzare”. E soprattutto del viscido appello: “chiudersi significa cedere alla paura, e quindi bisogna rimanere aperti”. I trucchetti retorici da tre e una cicca degli spalancatori di frontiere li conosciamo da un po’.

Naturalmente c’è chi ha voluto di proposito glissare sul fatto che la sanguinosa strage di Nizza è frutto di terrorismo islamico: venerdì sul sito della RSI di presunto servizio pubblico si tentava senza pudore di relativizzare. Un esempio che non mancherà di fare proseliti (i soliti). Associare al sostantivo terrorismo l’aggettivo islamico? Guai! Non è politikamente korretto! Vergognatevi, razzisti islamofobi! Manca ancora il prossimo “step”, ma arriverà presto: l’accusa diretta agli occidentali che piangono i loro morti. “E’ colpa vostra, non avete integrato a dovere gli immigrati musulmani!”. Capita l’antifona? Non sono i fanatici islamici ad essere dei macellai. Costoro sono solo delle innocenti vittime dell’Occidente xenofobo. Fino a quando dovremo sentire simili bestialità?

Cosa deve ancora succedere?

E cosa deve ancora succedere perché ci si accorga che l’era delle “aperture” scriteriate è finita? Basta sciacquarsi la bocca con la multikulturalità: ha fallito su tutta la linea. Aperture, immigrazione scriteriata, multikulti imposto col ricatto morale, hanno permesso ai fondamentalisti islamici di arrivare e prosperare. Anche da noi. Eppure ancora si pensa di combattere i macellai islamici con il politikamente korretto. Proprio il 15 luglio, all’indomani della strage di Nizza, il Tribunale penale federale di Bellinzona ha condannato un jihadista “svizzero” (ovviamente svizzero di carta) ad una pena a dir poco ridicola: un anno e mezzo con la condizionale! Che significa: nemmeno un giorno di prigione! Un automobilista che infrange il limite di velocità senza alcuna conseguenza pratica va incontro a sanzioni molto più dure. Ecco i bei risultati del buonismo-coglionismo! I macellai dell’Isis ringraziano e se la ridono a bocca larga degli svizzerotti fessi.

Basta con i soliti ritornelli

Altro che “non bisogna chiudere le frontiere”. Ne abbiamo piene le tasche dei soliti ritornelli di un’ideologia in agonia. E ne abbiamo anche piene le tasche delle vacue dichiarazioni di circostanza dei Burkhaltèèèr (PLR) di turno. Il ministro degli Esteri elvetico, facendo la faccia contrita, dichiara che la Svizzera contro il terrorismo islamico starebbe “facendo”. Facendo cosa? Al massimo sta facendo finta, visto che le frontiere rimangono spalancate! Burkhaltèèèr, proprio tu che non perdi mai occasione per polverizzarci i “gioielli di famiglia” con il mantra del “dobbiamo aprirci”, pretendi di venire a raccontare storielle?

E’ ora di blindare

Non solo bisogna chiudere. Bisogna blindare. Altro che continuare a far entrare frotte di finti rifugiati. Non solo tra di essi si nascondono i seguaci dell’Isis. Ma quelli che rimarranno in Svizzera andranno, come da prassi, in assistenza (e nümm a pagum). Oppure ad ingrossare le fila della micro e macrocriminalità. Ci saranno  in Svizzera tanti giovani uomini musulmani non integrati pronti per essere radicalizzati.

Oltre a blindare, occorre cominciare ad espellere in grande stile. Fuori dalla Svizzera  tutti i simpatizzanti dell’Isis, previo ritiro del passaporto rosso a quelli che si sono naturalizzati (ma come, le naturalizzazioni facili non erano tutta una balla della Lega populista e razzista?).

Bisogna sradicare i centri da dove si diffonde il fanatismo. Ci sono, anche da noi, moschee, ben finanziate con soldi esteri, in cui si predica l’odio contro l’occidente. Eppure, invece di vietare i finanziamenti esteri alle moschee, i sette scienziati di Berna nascondono la testa sotto la sabbia e blaterano che tale divieto costituirebbe una “massiccia limitazione della libertà religiosa”.

E naturalmente bisogna tenere sotto stretta sorveglianza i sospetti seguaci dell’Isis. Al proposito ricordiamo che i kompagni ro$$o-verdi hanno perfino lanciato il referendum (fallendo) contro la nuova legge sui sistemi informativi. Motivo? Bisogna “tutelare la privacy”… dei sospetti terroristi! (invece demolire quella di risparmiatori ed automobilisti è cosa doverosa, nevvero kompagni?).

C’è chi dice che la Francia dovrà ora seguire il “modello Israele”. Mica solo la Francia. A meno che preferiamo farci macellare all’insegna del politikamente korretto.

Lorenzo Quadri