Contagi covid in ripresa, avviso ai naviganti: che nessuno pensi ad altri lockdown!
La stampa di regime non solo è monocolore (pensiero unico mainstream) ma pure monotematica. La guerra in Ucraina, che speriamo finisca presto, ha oscurato lo stramaledetto virus cinese.
La pandemia è sparita dai media ma non dalla realtà. Ed infatti, dopo i carnevali, i contagi si sono nuovamente impennati. Che strano, eh?
Esempi negativi
Spiace dirlo, ma è evidente che la prudenza – malgrado non costi nulla – è stata gettata alle ortiche. Ad esempio, quasi più nessuno porta la mascherina nei negozi o nei luoghi pubblici chiusi. L’esempio viene dall’ “alto” (alto per modo di dire). A Berna, nel parlatoio federale, malgrado le distanze tra un posto e l’altro manifestamente non siano date, le protezioni in plexiglas sono state tolte ancora una volta. Prima messe, poi tolte, poi riposizionate e adesso tolte un’altra volta: fare e disfare, è tutto un lavorare! Tanto il conto lo paga il solito sfigato contribuente. Queste sono le decisioni balorde dell’ufficio presidenziale allo sbando: quello che stabilisce che sul ritiro della candidatura al Consiglio di sicurezza del BidONU si può dibattere per un quarto d’ora, mentre si perdono dei pomeriggi a blaterare inutilmente sulle più insignificanti ciofeche.
Quanto ai politicanti che indossano la mascherina, si contano sulle dita di una mano.
Politicanti, Achtung!
Lo stramaledetto virus, tuttavia, è ancora ben presente. I contagi a livello nazionale sono risaliti a 30mila al giorno e sono tornati pure i focolai nelle case per anziani.
Il primo messaggio è questo: che a nessuno venga in mente, nemmeno per scherzo, di decretare in futuro altri lockdown! Il ministro dei flop kompagno Berset ha toppato per l’ennesima volta. Le limitazioni alla vita economica e sociale andavano giustamente tolte, e così è stato fatto. Ma le mascherine nei luoghi chiusi dove non è possibile mantenere le distanze si potevano lasciare. Non limitano nulla.
L’isolamento è un problema
E’ vero che la variante Omicron, pur bucando i vaccini, non suscita particolari preoccupazioni sanitarie. Tuttavia, chi si contagia deve comunque rimanere almeno 5 giorni in isolamento. Questo è un problema per l’economia.
Il nostro tessuto imprenditoriale è composto per lo più da piccole aziende; non di rado piccolissime. Il lavoro da casa non è possibile per tutti. Quindi bastano pochi collaboratori assenti contemporaneamente, magari anche solo un paio, e l’attività si blocca. Per chi è indipendente, poi, 5 giorni in isolamento possono diventare un vero problema. Andrà a finire che tanti, pur avendo sintomi, nemmeno faranno il test per non doversi “blindare” in casa. Anzi, con ogni probabilità sta già accadendo.
Dobbiamo pagare noi?
Già l’economia arranca per le conseguenze degli sciagurati lockdown. Adesso arrivano i danni collaterali dell’isteria sanzionatoria contro la Russia dei camerieri bernesi di Bruxelles. Le sanzioni, oltre ad aver rottamato la neutralità elvetica, hanno pesanti effetti boomerang. Ad esempio sui prezzi di beni essenziali. A scontarli sono le aziende ed i cittadini svizzeri! Infatti si prospettano fallimenti e di conseguenza licenziamenti.
Dobbiamo pagare noi per le guerre di Putin e per l’incapacità del governicchio federale di tenere la schiena dritta davanti alle pretese degli invasati di Bruxelles?
Qualcuno non si rende conto
Crisi da pandemia, crisi da guerra in Ucraina, effetto boomerang delle sanzioni, ed in più assenze “in massa” per isolamenti? Forse qualcuno non ha capito dove rischiamo di andare a finire.
Onde evitare ulteriori escalation (termine che va di moda), un ritorno alla prudenza per contenere i contagi è necessario. In caso contrario, il desolante copione è già scritto: la lobby medica comincia a strillare ai letti ospedalieri che si riempiono, i politicanti e la stampa di regime (specie se nel frattempo, come speriamo, sull’Ucraina avranno smesso di cadere bombe) fanno il lavaggio del cervello e generano il panico e poi… l’ennesimo lockdown! Chiusi in casa come sorci un’altra volta!
Lorenzo Quadri