Unica nota positiva: per ora non è lockdown. Ma di Berset e soci non ci si può fidare
Il governicchio federale non ha decretato il lockdown. Questa è l’unica notizia positiva a proposito delle decisioni di venerdì. Il pericolo di un nuovo confinamento era reale. E’ già da un po’ che i soliti noti starnazzano che “bisogna chiudere” bar, ristoranti, palestre eccetera. Il che significherebbe, per queste attività economiche, il fallimento. Anche perché, come abbiamo dovuto imparare a nostre spese, un lockdown non dura due settimane. Va avanti per quattro mesi. L’Austria l’ha fatto sì durare tre settimane per i vaccinati (mentre i no vax resteranno “chiusi in casa come sorci” (cit. Burioni) fino a febbraio, quando saranno obbligati a vaccinarsi). Ma qualcuno si immagina che il governicchio federale, in balìa della $inistra chiusurista, avrebbe gli attributi perriaprire con i contagi ancora alti, e con politichetti ro$$overdi, giornalai di regime e lobby mediche che strillano? Mai più!
Smentite a catena
L’anno scorso, in questo periodo, è stato decretato il confinamento. Ritrovarsi nella medesima situazione a 12 mesi di distanza, e con un tasso di vaccinazione vicino al 70%, sarebbe stato scandaloso.
Da notare che fino a poco tempo fa i camerieri bernesi di Bruxelles spergiuravano che in Svizzera non sarebbe stato imposto il 2 G; ed invece adesso arriva il 2 G plus. Allo stesso modo, gli sgovernanti ora assicurano che nel nostro Paese non verrà introdotto un obbligo di vaccinazione come quello deciso dall’Austria e dalla Germania. Vedremo se tra qualche mese sarà ancora così oppure… contrordine compagni!
In ritardo
Secondo i sondaggi, la maggioranza dei cittadini svizzeri è favorevole al 2G. Ovvio: la maggioranza dei cittadini è vaccinata.
Il 2G serve ad impedire la promiscuità tra vaccinati (che potrebbero però essere portatori asintomatici) e no vax. C’è però un problema. “Grazie” al kompagno Berset ed ai burocrati ro$$i dell’Ufficio federale di sanità pubblica (UFSP), la Svizzera ha cominciato in ritardo la campagna di vaccinazione ed è in ritardo pure sulla terza dose. Questo perché, malgrado le evidenze contrarie, i burocrati bernesi sono rimasti abbarbicati come cozze allo scoglio alla fake news che la copertura vaccinale durerebbe (almeno) 12 mesi per tutti.
C’è pertanto da ritenere che la protezione di varie persone inoculate nella prima metà dell’anno stia ormai scanchignando: per loro, il covid pass diventa una finzione. Queste persone dovrebbero quindi affrettarsi col richiamo.
Quanto scommettiamo che presto la durata del pass verrà ridottada 12 a 9 mesi?
Se il kompagno Berset avesse cominciato per tempo con le terze dosi (in Israele le somministrano da più di 5 MESI) oggi saremmo messi assai meglio.
Disposizioni fumose
Per il resto e come di consueto, le disposizioni federali sono in gran parte fumogene o declamatorie. Ad esempio l’obbligo di telelavoro. Esso è ingestibile soprattutto per le piccole imprese, le quali pertanto non lo applicheranno.
E che dire del 2G plus? Per svolgere attività all’interno, bisogna essere vaccinati o guariti. La mascherina è comunque obbligatoria. Però per mangiare al ristorante, seduti al proprio posto, si può toglierla. Ma per quelle attività dove non si può portare la mascherina né consumare stando seduti, occorre un test negativo. Se però (questa è una new entry) si è stati vaccinati da meno di quattro mesi, non è necessario il test negativo. Roba da farsi venire l’emicrania. Cosa succede, ad esempio, in una palestra? Bisogna tenere sempre la mascherina? Oppure chi si allena da solo al suo attrezzo (nel rispetto delle distanze) è paragonabile all’avventore di un ristorante seduto al tavolo, e quindi la può togliere? Oppure ancora ci sarà l’obbligo del test negativo, che nessuno vorrà fare (e pagare), e quindi di fatto gli unici a frequentare le palestre saranno i vaccinati da meno di quattro mesi? E se nella palestra a tarda sera ci sono tre persone a 20 metri di distanza l’una dall’altra, che senso hanno tutte le misure?
E i piani di protezione?
E i piani di protezione degli esercizi pubblici (tavoli distanziati, plexiglas,…) non andrebbero rispolverati? Se si mangia seduti al proprio posto, ma a 50 centimetri dagli altri avventori perché i tavoli sono appiccicati, si schiva il contagio? E come mai l’avventore per entrare al ristorante deve essere vaccinato o guarito, ma chi ci lavora tutto il giorno no? Ci saranno camerieri no vax a controllare il certificato covid dei clienti?
Per non parlare dei limiti massimi per gli incontri privati: essi sono semplicemente declamatori. Non è possibile farli rispettare. A meno che i cittadini si adeguino per conto proprio.
S’imporranno risarcimenti
E’ però chiara una cosa: le attività economiche danneggiate dalle misure restrittive andranno indennizzate. E per pagare gli indennizzi si taglierà sugli aiuti all’estero, sui regali alla fallita UE, sugli stranieri in assistenza, su finti rifugiati con lo smartphone, e si attingerà agli utili della BNS.
Non vorremmo infatti che il giochetto fosse quello di decretare un lockdown di fatto ma di eludere i risarcimenti sostenendo che, sulla carta, la possibilità di lavorare era data.
Vaccini modificati
C’è pure un’altra domandina facile-facile che è il caso di porsi: se nuove varianti dello stramaledetto virus cinese (vedi Omicron) renderanno necessari dei vaccini adattati, la Svizzera si è assicurata un quantitativo sufficiente di questi nuovi vaccini? Oppure accadrà come ad inizio anno, quando i paesi viciniimmunizzavano “a balla” mentre da noi mancavano le dosi,perché i burocrati dell’UFSP non erano stati in grado di procurarsele?