Il comandante Süssli dovrebbe porsi qualche domanda invece di sparare boiate

Ah beh, questa ci mancava! In tempi di frontiere spalancate e di multikulti imperante, il capo dell’esercito, comandante di corpo Thomas Süssli, annunciando che quella del 2021 sarà una scuola reclute “da record”, dichiara che l’esercito svizzero dovrebbe aprirsi agli stranieri.

Eh già: “bisogna aprirsi”! Lo stolto ritornello della partitocrazia ha imbesuito anche i graduati militari. Del resto, con una capodipartimento uregiatta…

Il buon Süssli, invece di lanciarsi in voli pindarici sugli stranieri nell’esercito, farebbe bene a chiedersi come mai l’acquisto dei nuovi aerei da combattimento il 27 settembre è passato in votazione popolare per il rotto della cuffia. Forse il signor Süssli non si rende conto che solo per una manciata di voti non si è ritrovato, per usare una metafora, a guidare un’automobile senza le ruote.

E’ chiaro che per questo risultato allarmante – di fatto un mezzo trionfo per i $inistrati del P$ e dintorni che vogliono l’adesione della Svizzera all’UE e l’abolizione dell’esercito – una grossa responsabilità la portano proprio i vertici dell’esercito medesimo: dal comandante in giù.

Ed invece di porsi qualche domandina, l’alto graduato non perde occasione per prendere a pesci in faccia chi nell’esercito e nella Svizzera magari ancora ci crede.

Forse il Süssli non ha capito che, dopo la votazione del 27 settembre sugli aerei da combattimento, i $inistrati – come da loro prassi – andranno avanti ad oltranza a lanciare iniziative e referendum per smontare l’esercito di milizia svizzero pezzo per pezzo. Tanto, per i ro$$overdi raccogliere firme non è un problema: mandano in giro i $indakalisti pagati con i soldi dei lavoratori.

Tattica del salame

Sicché secondo il capo dell’esercito la Svizzera dovrebbe consegnare l’arma d’ordinanza a stranieri non integrati, in arrivo da “altre culture”… magari islamisti? E cos’ha da dire il Süssli sui sempre più frequenti casi di militi “svizzeri” (di carta) che si fanno i selfie davanti a bandiere con l’aquila bicipite?

Oltretutto, il signor comandante utilizza la più bieca tattica del salame. “L’esercito di milizia continuerà ad essere composto da cittadini svizzeri, ma per certe funzioni, ad esempio in cucina, c’è davvero bisogno del passaporto elvetico?”, si chiede il “nostro”. Ossignùr. E’ chiaro che, una volta che gli stranieri avranno cominciato ad occupare certe funzioni, si dirà che non c’è motivo per cui non dovrebbero occupare anche tutte le altre. Avanti, affidiamo la difesa del paese a stranieri in arrivo da “altre culture”! Se questa è l’illuminata visione del comandante dell’esercito, siamo davvero messi male.

Lorenzo Quadri