Ogni giorno aumentano i motivi per votare No al credito di 3.5 milioni per foraggiare l’italico carrozzone
Proseguono le disavventure di Expo2015. Dalle vicende giudiziarie che dimostrano come il carrozzone sia infiltrato dal malaffare in stile Prima repubblica ai ritardi alla (scontata) mancanza di fondi. Tant’è che solo nei giorni scorsi, il commissario unico Giuseppe Sala al meeting CL di Rimini ha dichiarato che anche per expo ci vogliono 10mila volontari (come per il meeting di Rimini). Ma come: erano stati promessi 100mila posti di lavoro (stipendiati…) ed invece adesso si chiedono 10mila volontari?
Evanescenza imbarazzante
Anche da parte svizzera non mancano le amenità, con una maggioranza del governo cantonale che minaccia il cittadino contribuente di “lacrime e sangue” (come se finora fossero state rose e fiori) perché le casse pubbliche sono vuote; però 3.5 milioni per expo 2015 ci sono. Intanto nel mirino si trovano i sussidi di cassa malati e le stime immobiliari che la direttrice del DFE vorrebbe raddoppiare per fare cassetta.
Ciononostante si chiedono 3.5 milioni di Fr per andare a fare aperitivi a Milano giustificando la pillola con “ricadute” fantasiose che – se ci saranno, cosa tutt’altro che scontata – saranno in buona parte su territorio italiano. A ciò si aggiunge che i progetti raffazzonati nel messaggio su cui i ticinesi saranno chiamati a votare il prossimo 28 settembre, dopo la dipartita del Trenhotel chiassese affossato in votazione popolare, sono di un’evanescenza imbarazzante: Idrovia da Locarno a Milano? E l’acqua dov’è? Piste ciclabili fino all’expo? Non ci sono. E così via…
Mentre assai più che imbarazzante, anzi scandaloso, è il tentativo di aggirare la volontà popolare da parte della maggioranza governativa, facendo ricorso al fondo Swisslos. I finanziamenti privati, invece, andavano chiesti fin dal principio. Il fatto che ciò non sia avvenuto è una dimostrazione di quanto poco la maggioranza governativa si preoccupi di contenere la spesa pubblica. Molto più comodo mettere tutta la “pillola” a carico del contribuente.
Legno svizzero soppiantato
Ma anche al tanto declamato padiglione svizzero le cose non filano lisce. Il padiglione avrebbe dovuto essere costruito con legno svizzero, per intero. Invece, ma guarda un po’, ecco che a marzo arriva il contrordine compagni e il progetto, di uno studio d’architettura argoviese, viene stravolto. Invece del legno, per le torri si userà acciaio e cemento. Il legno resterà solo per l’edificio accanto alle torri e la rampa d’accesso. La modifica risale ai mesi scorsi.
Il motivo? Il “ribaltone” sarebbe stato imposto dalla società Expo a causa delle norme antincendio. Lo dice il Consiglio federale rispondendo ad un atto parlamentare di chi scrive. Ohibò, qui i conti non tornano. Non ci si vorrà venire a raccontare che le norme antincendio che hanno tagliato fuori il legno svizzero sono misteriosamente state scoperte un paio di mesi fa. Per la serie “a pensar male si commette peccato ma ci si azzecca quasi sempre”, e in considerazione dell’andazzo imperante all’expo, si potrebbe anche pensare che il legno elvetico sia stato tagliato fuori per fare spazio ad altro materiale – e quindi ad altro fornitore non svizzero.
Queste “chicche”, che arrivano a cadenza pressoché quotidiana, forniscono ulteriori motivi per votare No il prossimo 28 settembre al credito di 3.5 mio per la partecipazione ticinese ad expo: se qualcuno vuole andare a fare aperitivi a Milano, non utilizzerà a questo scopo i soldi del contribuente.
Lorenzo Quadri