L’ex partitone scende in campo a favore della devastante libera circolazione delle persone
Sui problemi del frontalierato non una parola
Il PLR mischia il burro con la ferrovia e tira in ballo gli asilanti ed i paesi terzi
All’ex partitone a livello nazionale sta proprio diventando fredda la camicia. In caso contrario non si spiegherebbe l’improvvido lancio, nei giorni scorsi, di una campagna politica a favore dei devastanti accordi bilaterali. Quando le votazioni sul tema saranno nel 2014.
Detti accordi come noto ciurlano nel manico. Vengono messi in forse da più parti. C’è l’iniziativa Ecopop (che parte da un gruppo apartitico di indirizzo ecologista), c’è l’iniziativa Udc contro l’immigrazione di massa, c’è l’estensione della libera circolazione delle persone al nuovo Stato membro UE Croazia.
E allora ecco che l’ex partitone corre a presentarsi come paladino della libera circolazione delle persone, ma lo fa nel modo peggiore possibile.
Prima di tutto inventandosi la fandonia, perché di questo si tratta, che l’alternativa agli accordi bilaterali sarebbe l’adesione tout-court della Svizzera alla fallita Unione europea. Questo non c’è scritto da nessuna parte, e si tratta di una fanfaluca bella e buona.
Che in un mondo globalizzato per avere interessanti accordi commerciali sia necessaria la libera circolazione delle persone con gli Stati confinanti, è tutto da dimostrare. La libera circolazione delle persone viene comoda agli Stati a noi vicini, che si ritrovano con tassi di disoccupazione da incubo, per utilizzare il mercato del lavoro elvetico come valvola di sfogo per i loro disoccupati, a scapito dei cercatori d’impiego residenti. Poi, per sabotare la contropartita alla libera circolazione delle persone, l’accesso delle aziende svizzere ai mercati UE, dove creerebbero concorrenza, i nostri partner si inventano liste nere illegali prendendo a fantasioso pretesto i rimasugli del segreto bancario.
Ma, se la libera circolazione delle persone non fosse nell’interesse dell’UE, gli eurocrati ci Bruxelles l’avrebbero già disdetta da un bel pezzo.
Pere per banane
Il PLR, dimostrandosi quindi partito delle frontiere spalancate, nella sua conferenza stampa di presentazione della campagna pro-bilaterali, dice di comprendere la crescente contrarietà della popolazione alla libera circolazione delle persone. Peccato che dalle prese di posizione successive emerga invece in modo plateale l’esatto contrario, ossia che non ha capito nulla. Infatti il PLR insiste sulla limitazione dell’immigrazione dai paesi terzi, come pure su quella del numero degli asilanti. E’ ovvio che asilanti e migranti dei paesi terzi debbano venire limitati, ma cosa c’entra con la libera circolazione delle persone che è in vigore con i paesi UE?
L’ex partitone, è palese, dimostra di ignorare che il principale problema generato dalla libera circolazione delle persone è quello legato al frontalierato in tutte le sue forme, quindi compresi i padroncini. Ma su questo il PLR non fa una parola. Si parla solo di asilanti e di paesi terzi.
Gli accordi bilaterali sono contestati specialmente nelle regioni di frontiera. Le quali sono devastate dal frontalierato. Ma su questo problema, nella sua campagna pro Bilaterali, il fu partitone non dice una parola. Anzi, sottolinea che non ci vogliono ulteriori misure accompagnatorie.
Sicché a chi, come il Ticino, tutti i giorni combatte con l’invasione di frontalieri e padroncini, il PLR risponde che bisogna limitare gli asilanti e l’immigrazione da paesi terzi. Insomma, pere per banane.
C’è da chiedersi se i liberali di Cantoni come il Ticino, ma anche Ginevra (dove, malgrado la tradizione internazionalista, alle ultime elezioni ha trionfato il Mouvement Citoyen Genevois, analogo alla Lega) non hanno mai parlato con i loro rappresentanti federali della situazione nei rispettivi Cantoni. Apparentemente, no.
Occorre allora prendere atto che il PLR non solo fa un minestrone mostruoso tra asilanti, paesi terzi e libera circolazione, ma glissa completamente sul frontalierato. Se questi sono i difensori degli accordi bilaterali, vuol proprio dire che i trattati in questione sono alla frutta.
Lorenzo Quadri